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Fattura elettronica obbligatoria dal 31 marzo per chi lavora con la PA

fattura elettronica obbligatoria
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Fattura elettronica obbligatoria. Avanza la digitalizzazione del Paese: è il turno delle imprese che lavorano con gli enti pubblici, ma presto l’aggiornamento toccherà anche ai privati. Da oggi, sarà obbligatorio, per tutte le imprese che hanno a che fare con la Pubblica Amministrazione, adottare il metodo di fatturazione elettronica; aggiornamento indispensabile per un cambiamento culturale dell’Italia in termini di digitalizzazione.

I principali soggetti coinvolti sono Regioni, Province, Comuni, Comunità montane; e tutte le amministrazioni centrali come Asl, stazioni dei carabinieri e parchi nazionali. Per un totale stimato di oltre 20mila soggetti pubblici; i quali riceveranno i pagamenti dalla PA solamente a seguito di un’apposita richiesta di pagamento in formato elettronico.

La fattura elettronica obbligatoria mette in risalto differenze tra le grandi imprese e le PMI

Il provvedimento risulta insidioso; almeno nella sua prima fase di attuazione, e per tutte le realtà più piccole. Considerando che per poter emettere fatture di questo tipo è necessario uniformarsi a specifiche norme tecniche; le quali costituiscono una barriera di divisione tra le PMI e le realtà che hanno la possibilità di essere più informatizzate e al passo coi tempi.

La manovra inoltre, tolte le date difficoltà di ordine tecnico, prevede gravosi costi da assumere in questo senso, onere degli stessi soggetti a cui viene imposto questo aggiornamento, che non piacciono a molti Comuni, e, per quanto riguarda i singoli, è previsto l’unico palliativo di un numero limitato di fatture gratuite per geometri e commercialisti.

Il cambiamento rientra nella direzione di un aggiornamento culturale in senso digitale, necessario ma al quale bisogna adeguarsi affrontando un update informatico che crea qualche problema soprattutto agli apparati istituzionali locali, dei quali molti manifestano alcune reticenze.

Passi avanti per la digitalizzazione del Paese

La spesa che genererà, infatti, sarà assorbita solamente nell’arco di un anno, grazie proprio ai vantaggi che giustificano l’assunzione di tale digitalizzazione. Essa riguarda l’utilizzo di posta elettronica certificata, firme digitali e un software di archiviazione dei documenti, il quale garantisce sicurezza per almeno dieci anni.

Le richieste di pagamento – inoltrate tramite l’Agenzia delle Entrate e la Ragioneria dello Stato – vengono trasmesse tramite il Sistema di interscambio (Sdi); sotto forma di documento xml, corredato di debita firma elettronica. In senso monetario, l’introduzione della manovra prevede circa 2 miliardi di euro in più nelle casse dello Stato in un anno, stimando un numero di 50 milioni di fatture emesse; su ciascuna delle quali due milioni di imprese fornitrici risparmieranno rispettivamente da 4 a 15 euro.

In ogni caso, oltre al risparmio che, come abbiamo detto, sarà raccolto dopo un primo periodo di assunzione di tale modalità di fatturazione, i vantaggi che la rivoluzione porterà sono da ricercare nella certezza dei pagamenti e in una maggiore tracciabilità delle scadenze.