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Storie di Brand: per una Netflix che nasce c’è un Blockbuster che muore

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Una multa di 40 dollari pagata in un Blockbuster nel 1996, per aver consegnato in ritardo una videocassetta di Apollo 13, che Reed Hastings non aveva nessuna voglia di pagare. Ecco come nasce Netflix, la più grande piattaforma di streaming on-demand al mondo. Scopriamo bene il perché.

Le origini di Netflix: la multa del proprietario da Blockbuster

Reed Hastings nel 1996 stava consegnando in ritardo la videocassetta (VHS) di Apollo13. Uno scherzetto, costatogli 40 dollari di multa, che Hastings non aveva nessuna voglia di pagare. Ma proprio mentre sfilava le banconote dal suo portafoglio, ebbe l’intuizione geniale. Perché non digitalizzare il noleggio e aprire un grande negozio virtuale, dove non si pagano penali per i ritardi nella consegna e si possono vedere tutti i film che si vogliono, senza limiti, in abbonamento?
Detto fatto! Nel 1997, Hastings, insieme a Marc Rodolph, collega e amico di vecchia data, dà vita a Netflix, una specie di shop online che prevedeva l’invio a casa di DVD e VHS richiesti.
30 dipendenti e un budget di 2,5 milioni di dollari, in una cittadina americana di 5mila anime che si chiama Santa Cruz. A distanza di ventuno anni però, i dipendenti sono diventati 5.400.

Netflix decide di inserire un numero illimitato di noleggi

Reed Hasting all’inizio dovette abbandonare l’idea di far pagare un canone mensile uguale per tutti per questioni di budget. Ogni spedizione però costava davvero poco al cliente: 6 dollari, 4 di noleggio e 2 di spedizione. Tra il 1999 e il 2000, però, le cose cambiano. Netflix decide di offrire un numero illimitato di noleggi in cambio di un prezzo fisso. E la società inizia a crescere e crescere. In soli sette anni raggiunge il miliardo di noleggi, facendo piazza pulita anche tra i suoi competitor.

L’errore fatale di Blockbuster e il suo fallimento

Si sa: le occasioni capitano una sola volta nella vita, e un bravo manager deve essere in grado di cogliere, altrimenti pagherà il prezzo del rimpianto tutta la vita. Come Blockbuster, che nel 2003 rifiuta di investire 50milioni di dollari per acquistare Netflix. Un errore fatale, visto che poi è stata costretta a spenderne 50 volte tanto per contrastare la crescita della piattaforma. E nel giro di qualche anno è miseramente fallita.

La svolta di Netflix: il servizio streaming on-demand

La forza di Netflix, tuttavia, sta nel servizio di streaming on-demand, una vera idea che ha rivoluzionato non solo il business dell’azienda, ma il modo in cui il mondo fruiva del cinema e delle serie Tv. Ecco perché “Net-flix”. L’idea di partenza è sempre stata distribuire i film attraverso canali e strumenti digitali. E così è stato. Netflix ha aperto le fila a una lunga serie di servizi online che offrono streaming on-demand, dando vita a una vera e propria moda.

I numeri di di Netflix oggi

Così mentre a novembre del 2013 un signore americano noleggiava l’ultimo DVD in un negozio Blockbuster prima che venisse definitivamente chiuso (curioso sapere che il titolo del film era “This is the end”), la compagnia di Netflix superava i 40milioni di utenti sulla propria piattaforma in tutto il mondo. E ogni anno, Netflix cresce sempre di più. Oramai, sta diventando una televisione a tutti gli effetti. House of Cards, Orange is the New Black, Black Mirror, La casa di carta, Stranger Things. Questi i nomi delle uova d’oro della società, che a un certo punto ha capito che se voleva guadagnare e risparmiare al contempo doveva diventare essa stessa produttrice di film, serie e documentari.
Oggi Netflix è diventata una società quotata al Nasdaq 78 miliardi di dollari. All’attivo, ha 104 milioni di abbonati, in più di 190 paesi, che ogni giorno guardano più di 125 milioni di ore di programmi, serie, film, documentari e cortometraggi.

Il modello di business di Netflix

Reed Hastings ha saputo fare fronte e anticipare i cambiamenti delle necessità degli utenti dovuti ai processi della trasformazione digitale. Ed è riuscita, prima di tutti gli altri, a capire cosa avrebbe potuto offrire di nuovo ai suoi utenti, diventando di fatto un modello per altre aziende che sono sorte dopo.
La lezione di Netflix ci insegna che la trasformazione digitale oramai sta cambiando il mercato. E le aziende oggi non possono fare a meno di assecondarla, se vogliono sopravvivere alle mutazioni.
Di tutto questo, infatti, tema centrale e di assoluta necessità nel dibattito contemporaneo, se ne parlerà a EcommerceDay, uno dei più importanti eventi sull’e-commerce, che si terrà il prossimo 19 ottobre a Torino.
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Manager eclettico, dopo 15 anni di consulenza IT in Italia e all’estero per importanti aziende italiane e multinazionali, fonda la web agency Jusan Network. La storia della Jusan Network inizia nel 2005 con un’ampia visione strategica nel campo del IT e della Digital Transformation. Nel corso degli anni si è sempre più focalizzata nello sviluppo di e-commerce e nella comunicazione digitale diventando un punto di riferimento importante per Istituzioni Nazionali e Internazionali, Enti Governativi e multinazionali. Oggi all’avanguardia anche per quanto riguarda discipline come Graphic Design, Branding, Web Marketing, Social Media Marketing, Content Marketing, sviluppo e strategie SEO, formazione e organizzazione d’eventi. Insieme a EcommerceDay e EcommerceGuru, l’innovativo magazine online dedicato al commercio elettronico, punto di riferimento importante per chi vuole dedicarsi alla vendita online, Samuele Camatari crea l’Accademia dell’eCommerce, una scuola che offre numerosi corsi di formazione sul web marketing e sulla vendita online. Samuele Camatari è Presidente Turinin, docente IED, Enaip e formatore del top management di importanti aziende italiane.
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