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Steve Case: chiunque può aprire un e-commerce

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Steve Case

Oggi, noi della redazione di E-commerce Guru, vogliamo proporvi un’intervista realizzata dal MIT Technology Review a Steve Case, fondatore prima di AOL (American Online) e  poi di Revolution, un fondo di venture capital destinato alle start-up, che lo stesso Case definisce: “big ideas that are still small companies“. Finora, Case  ha puntato principalmente sulle ecommerce startup. Il suo più grande investimento (40 milioni di dollari) è andato a BigCommerce, una società che fornisce gli stessi strumenti di Amazon ai singoli commercianti.

A quanto ammontano i vostri fondi? E avete una particolare attenzione verso l’e-commerce?

Due anni fa abbiamo creato un fondo di crescita di 450 milioni di dollari, e un paio di settimane fa abbiamo chiuso un fondo di venture capital di 250 milioni di dollari. Con il fondo di crescita abbiamo fatto una mezza dozzina di investimenti, di cui tre sono stati e-commerce. Questo solo l’anno scorso. Abbiamo una visione più ampia che essere un semplice fondo per gli e-commerce. La vendita online è un settore in crescita, dove nel prossimo futuro ci sarà una grande innovazione, anche in quelle zone che sono un po’ fuori dai sentieri già battuti.

Mi può fare un esempio?

Abbiamo investito in una società nella zona di Washington chiamata Optoro. Fanno qualcosa di veramente innovativo a cui non avevo mai pensato fino a quando non abbiamo parlato con loro. Praticamente, se si va da Staples o da Best Buy, dal 10 al 15% di tutto ciò che viene acquistato viene restituito. Che cosa succede a tutta quella roba? Va in una sorta di buco nero. Questa società ha trovato un modo per utilizzare il software per la gestione e vendere online tali articoli. Così, in questo modo, ci sono imprese offline che utilizzano Internet per migliorare i loro rendimenti.

Hai parlato di una “seconda rivoluzione di Internet”, che interesserà le aree in cui il governo è influente, come l’istruzione e la sanità. Sarà l’e-commerce la leva per un tale cambiamento?

L’e-commerce non è l’unica leva, ma una delle tante. Il governo spende un sacco di soldi. Abbiamo investito in una società chiamata FedBid che gestisce le aste inverse con 50.000 venditori. Il governo può risparmiare il 10% sulla maggior parte dei prodotti che acquista. Se siamo in grado di rendere il governo più efficiente, questa é una buona cosa. Aiutamo il governo, aiutiamo il paese e facciamo un guadagno su ogni transazione.

Quando hai iniziato a AOL, solo il 3 % degli americani aveva accesso a Internet. Oggi sono tutti connessi. Ma l’e-commerce è ancora al 6% sul totale delle vendite al dettaglio. Perché si è sviluppato così lentamente?

In alcuni settori merceologici l’e-commerce è stato davvero dirompente. A causa di questo un sacco di librerie hanno cessato la loro attività. Ma i centri commerciali stanno andando ancora bene, perché lo shopping è fondamentalmente un’esperienza sociale, e non solo comprare cose. Comunque, l’e-commerce sta continuando a crescere ad un ritmo costante. Semplicemente non é una cosa che si fa in una notte.

Sembra che i servizi possono essere una delle prossime grandi aree per il commercio on-line. Stiamo parlando di circa il 40% dell’economia, ma in realtà un settore che non é ancora influenzato dagli acquisti online.

Sono d’accordo. Esiste una società denominata Open Table, che ha fatto un buon lavoro sui servizi di prenotazione per i ristoranti. Abbiamo investito in una società chiamata Booker che sta cercando di farlo per il resto dei servizi della nostra economia. Se ad esempio volete prenotare un massaggio, o volete portare il vostro animale domestico a fare una toelettatura, la prenotazione online permette la creazione di un mercato più trasparente, dove la gente può vedere gli orari che sono disponibili. Io penso che abbia un enorme potenziale.

Quali sono le forze che stanno plasmando il commercio online?

Ci sono qualcosa come 10 milioni di retails online indipendenti all’interno di piattaforme come eBay ed Etsy. Ci sono molte più opportunità per i venditori che possono in questo modo giocare un nuovo ruolo. Questo non vuol dire che i grandi gruppi come Amazon non continueranno ad avere vantaggi. Se si cammina in giro per strada si trovano grandi catene di ristoranti, ma la maggior parte sono ancora ristoranti a conduzione familiare. C’è e ci sarà sempre un mix. Fino ad ora é stato abbastanza difficile per le piccole imprese vendere i loro prodotti online.

Abbiamo investito abbastanza pesantemente in BigCommerce, che ha essenzialmente la potenza degli strumenti di Amazon che è possibile impostare in pochi minuti. Cinque anni fa, avresti speso sei mesi e centinaia di migliaia di dollari per costruire un sito e-commerce. Ora è possibile farlo in 30 minuti per 30 dollari. Io penso che tutto ciò sia fantastico, perché democratizza completamente l’e-commerce per tutti.

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Manager eclettico, dopo 15 anni di consulenza IT in Italia e all’estero per importanti aziende italiane e multinazionali, fonda la web agency Jusan Network. La storia della Jusan Network inizia nel 2005 con un’ampia visione strategica nel campo del IT e della Digital Transformation. Nel corso degli anni si è sempre più focalizzata nello sviluppo di e-commerce e nella comunicazione digitale diventando un punto di riferimento importante per Istituzioni Nazionali e Internazionali, Enti Governativi e multinazionali. Oggi all’avanguardia anche per quanto riguarda discipline come Graphic Design, Branding, Web Marketing, Social Media Marketing, Content Marketing, sviluppo e strategie SEO, formazione e organizzazione d’eventi. Insieme a EcommerceDay e EcommerceGuru, l’innovativo magazine online dedicato al commercio elettronico, punto di riferimento importante per chi vuole dedicarsi alla vendita online, Samuele Camatari crea l’Accademia dell’eCommerce, una scuola che offre numerosi corsi di formazione sul web marketing e sulla vendita online. Samuele Camatari è Presidente Turinin, docente IED, Enaip e formatore del top management di importanti aziende italiane.