LinkedIn è l’unico social americano ad operare liberamente in Cina, ma i nuovi requisiti stringenti e l’annuncio da parte di Pechino di possibili blocchi fra gli utenti ha portato Microsoft a decidere di ritirare il social e tutte le sue sedi dal Paese.
La scelta di LinkedIn
I regolatori cinesi hanno approvato misure sempre più stringenti per quanto riguarda le aziende tecnologiche che gestiscono banche dati di utenti. LinkedIn aveva ricevuto un ultimatum dal governo cinese affinché apportasse modifiche sostanziali all’interno del sito, una richiesta che ha portato il social a chiudere le sue sedi sul territorio cinese.
La decisione arriva anche in seguito all’intento da parte della Cina di bloccare su LinkedIn i profili di alcuni giornalisti e attivisti politici; un ennesimo tentativo di censura che i vertici del social professionale controllato da Microsoft non hanno tollerato.
Microsoft ha acquisito LinkedIn nel 2016 per inglobare il progetto in un piano volto a migliorare e accrescere il mondo del business e delle connessioni fra professionisti, con strumenti che solo le tecnologie di Microsoft possono offrire.
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InJobs prende il posto di LinkedIn
Nonostante le ripercussioni politiche ed economiche della scelta di Microsoft, pare che alla Cina verrà destinato un progetto per il mondo del lavoro fatto apposta per soddisfare le restrizioni del governo. L’intento è quello di continuare a lavorare con le aziende e i lavoratori cinesi.
LinkedIn ha dunque annunciato che il suo servizio sarà rimpiazzato da InJobs; si tratta di una sorta di bacheca virtuale del lavoro, aiuterà i professionisti con sede in Cina a trovare lavoro ed entrare in contatto con le realtà aziendali del territorio.
InJobs non funzionerà come LinkedIn; mantiene la sua sezione di ricerca e offerta di lavoro, ma perde ogni aspetto social come la condivisione di post e contenuti.
La nuova piattaforma di lavoro indipendente per la Cina sarà lanciata entro la fine dell’anno.
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