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B2B o B2C?

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B2B o B2C? Qual è la differenza tra B2B e B2C? Perché è utile rimarcarla? Vediamo di fare una volta per tutte il punto della situazione.

Partiamo subito dalla messa a punto delle definizioni. Sappiamo bene che B2B significa “business to business” e B2C “business to consumer”.

B2B o B2C? Una differenza linguistica

Business può essere tradotto con “professionista”. Consumer con “consumatore”. Il primo acquista sul sito facente parte della sua attività imprenditoriale svolta. Il primo si propone uno scopo diverso da quello professionale.

Diritto di recesso

Una caratteristica del B2C è che solo in questo contesto si prevede il diritto di recesso. Solo con riferimento alla vendita a distanza tra professionista e consumatore, infatti, è previsto. In base a tale diritto, il consumatore ha la facoltà di recedere dal contratto online entro 14 giorni dalla ricezione del bene. Oppure dalla firma del contratto se si tratta di contratti di servizi.

Nel B2B il diritto di recesso non è previsto né riconosciuto, salvo eccezioni. Nel caso, ad esempio, che il venditore decida di concederlo.

In entrambi casi l’ecommerce può essere diretto o indiretto. Nell’eCommerce diretto la transazione avviene sempre e solo online. Quello indiretto presuppone invece che la consegna del prodotto avvenga fisicamente.

Fatturazione

Nell’eCommerce diretto B2C non esiste l’obbligo di emissione della fattura. A meno che il consumatore risieda in un paese extra-europeo. Se l’eCommerce è diretto l’obbligo non esiste se si rispettano due criteri specifici: il cliente è un privato e il bene si consuma in Italia. Se il bene è destinato a un paese europeo o extra-europeo, vi è l’obbligo di fattura.

Nell’eCommerce B2B, invece, l’obbligo di fattura sussiste sempre. Se diretto, sussiste se il fornitore di servizi risiede in Italia. Se indiretto, sussiste sempre.