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Streetwear: di che parliamo?

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Streetwear: di che stiamo parlando? La parola è una sola: esclusività. E il modo per ottenerla è di vestire conformemente a ciò che tale parola evoca in chi la ascolta. Soprattutto i millennial, nonché la gen Z. In campo fashion esclusività significa Streetwear. Negli ultimi anni, la sua crescita in termini di popolarità è stata immensa.

Adesso il segmento Streetwear vale 185 miliardi di dollari. Il che significa che rappresenta il 10% del fatturato Apparel & Footwear. Da sotto-cultura giovanile si è definitivamente imposto come un vero e proprio must per il mondo della moda ready to wear.

Breve storia dello Streetwear

Lo Streetwear nasce negli USA grazie all’intuito di Shawn Stussy e James Jebbia, fondatori di Stüssy e Supreme. Il loro mondo di riferimento erano l’hip-hop newyorchese e il surf australiano. Mai si sarebbero resi conto che in capo a qualche anno la loro idea avrebbe fatto breccia in maniera così prepotente. Adesso lo Streetwear coinvolge tutti i marchi, compresi quelli più noti: Prada, Dior e Louis Vuitton, così come Guccy e Burberry, per tacere di Nike e Adidas.

Il pubblico che veste streetwear è omogeneo, con una prevalenza del genere maschile, anche se si stanno affermando sempre più stili no-gender. I consumatori, in ogni caso, sono giovani, zoomer e millennial per la maggior parte. Abbiamo detto che questo nuovo modo di intendere il fashion è nato negli USA. I consumatori però provengono in gran parte da Cina e Corea del Sud. Il Giappone è inoltre patria di alcuni dei più importanti marchi del settore.

Streetwear: quali sono i prodotti più venduti?

La prerogativa dello streetwear è che si punta all’esclusività per scarsità. Più raro è un capo d’abbigliamento, maggiore sarà l’appagamento nel detenerne uno. Si rivela insomma un segno di identità e di appartenenza a un’elite precisa. Ma quali sono i prodotti di punta dello streetwear? In primo luogo felpe, tshirt e footwear.