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Regolamento anti-deforestazione europeo: il rinvio che non c’è e le sfide per le imprese

L’EUDR (European Union Deforestation Regulation)
L’EUDR (European Union Deforestation Regulation)- Il 21 ottobre la Commissione si smentisce: gli obblighi di due diligence previsti dall’EUDR scatteranno per le medie e grandi imprese già dal 30 dicembre 2025

Regolamento anti-deforestazione europeo

L’EUDR (European Union Deforestation Regulation) è il nuovo regolamento europeo che mira a eliminare dal mercato dell’Unione prodotti legati alla deforestazione o al degrado forestale. Ma tra annunci, rinvii e smentite, la sua applicazione si è trasformata in un caso politico e industriale che coinvolge migliaia di aziende europee, incluse quelle italiane del fashion, del design e dell’agroalimentare.

La normativa è stata adottata come regolamento (UE) 2023/1115, con l’obiettivo di vietare l’immissione sul mercato UE di prodotti o derivati legati a deforestazione o degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020.

L’entrata in applicazione per operatori di medie e grandi dimensioni era fissata per il 30 dicembre 2025, mentre per micro e piccole imprese per il 30 giugno 2026.

Il regolamento richiede una due-diligence obbligatoria da parte degli operatori che immettono sul mercato UE le materie prime/commodities coperte, quali soia, olio di palma, cacao, caffè, bestiame, gomma, legno.

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L’EUDR (European Union Deforestation Regulation) – l’incertezza normativa tra annunci e smentite

Il 23 settembre 2025, la commissaria europea all’Ambiente Jessika Roswall aveva annunciato un possibile rinvio di un anno per l’entrata in vigore dell’EUDR, motivandolo con la complessità tecnica del sistema informatico europeo necessario per gestire le dichiarazioni di due diligence. Tuttavia, meno di un mese dopo, il 21 ottobre, la Commissione europea ha smentito ufficialmente l’ipotesi di rinvio, confermando che le scadenze restano invariate:

  • 30 dicembre 2025 per medie e grandi imprese
  • 30 giugno 2026 per micro e piccole imprese

Una retromarcia che ha colto molti operatori di sorpresa, soprattutto dopo settimane di indiscrezioni e appelli da parte delle associazioni di categoria che chiedevano più tempo per adeguarsi alle nuove regole.

Cosa prevede l’EUDR e quali settori coinvolge

Il regolamento europeo contro la deforestazione si applica a sette materie prime chiave: caffè, cacao, soia, olio di palma, bestiame, legno e gomma naturale, insieme ai loro prodotti derivati (pelle, carta, mobili, cioccolato, calzature, cosmetici, ecc.).

Ogni azienda che immette sul mercato europeo uno di questi prodotti dovrà dimostrare che la sua produzione non è collegata a deforestazione o degrado forestale successivi al 31 dicembre 2020, e che i materiali provengono da aree “deforestation-free”.

Per farlo, le imprese dovranno raccogliere dati di geolocalizzazione dei lotti, garantire la tracciabilità completa della filiera e presentare una dichiarazione di due diligence tramite una piattaforma digitale europea (ancora in fase di completamento tecnico).

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L’EUDR (European Union Deforestation Regulation) – un impatto profondo su moda e design

Anche se spesso associato ai settori alimentari, l’EUDR riguarda da vicino il fashion system. Pelle, gomma e legno sono materiali centrali nella produzione di scarpe, accessori e packaging di lusso.

Brand italiani e internazionali dovranno quindi rivedere le proprie supply chain globali, implementando sistemi di tracciabilità avanzati e collaborando con fornitori locali per ottenere dati certificati e conformi alle nuove norme.

Secondo Confindustria Moda, oltre il 60% delle aziende del settore non dispone ancora di una mappatura completa dei propri fornitori di materie prime, e questo rende la transizione complessa, soprattutto per le PMI. Tuttavia, chi riuscirà ad adeguarsi in tempo potrà trasformare la compliance in un vantaggio competitivo, consolidando la fiducia dei consumatori e la reputazione del brand.

Il ruolo della tecnologia nella due diligence

L’EUDR (European Union Deforestation Regulation) accelera un processo di trasformazione digitale della filiera che era già in corso.

Blockchain, AI e piattaforme di supply chain intelligence diventano strumenti essenziali per raccogliere, verificare e condividere informazioni sui fornitori in modo sicuro e trasparente.

Alcuni player globali del fashion stanno già testando digital twin dei prodotti, passaporti digitali integrati e soluzioni IoT per il monitoraggio ambientale delle materie prime.

Queste tecnologie, oltre a garantire la conformità normativa, aprono nuove possibilità di storytelling per i brand che vogliono comunicare la propria responsabilità sociale e ambientale in modo autentico.

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La vera sfide del futuro si gioca tra sostenibilità e competitività

Il regolamento anti-deforestazione rappresenta una svolta nel modo in cui l’Europa intende regolare il commercio globale. Tuttavia, per molti operatori, il rischio è quello di un eccesso di complessità amministrativa che penalizzi le piccole imprese rispetto ai grandi gruppi.

Il futuro dipenderà dalla capacità delle aziende di passare da un approccio “compliance driven” a uno strategico e integrato, in cui la sostenibilità diventi parte del modello di business e non un semplice obbligo regolatorio.

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L’EUDR (European Union Deforestation Regulation) – linee guida e strumenti digitali

La Commissione europea ha dichiarato di voler fornire entro fine anno nuove linee guida e strumenti digitali per semplificare la due diligence, ma per ora la data del 30 dicembre 2025 resta il punto fermo.

Per le imprese, la parola d’ordine è agire subito con mappare la filiera, scegliere partner certificati e adottare strumenti digitali di tracciabilità.

Le novità sono due, la rendicontazione nel sistema informatico con le relative responsabilità faranno capo solo agli operatori che immettono per primi i prodotti sul mercato, a favore di chi li commercializza o trasforma in seguito.

In questo caso le piccole e micro imprese che importano da Paesi a basso rischio potranno realizzare una due diligence semplificata.

Resta certo che L’EUDR è una normativa che testa la maturità dell’intero ecosistema europeo del valore.

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Un’occasione per capire come trasformare la complessità normativa in un vantaggio competitivo e come unire etica, innovazione e business nella nuova economia circolare del fashion.

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