Home News America divisa: è giusto imporre una tassa sull’ecommerce?

America divisa: è giusto imporre una tassa sull’ecommerce?

La tassa sull'ecommerce
La tassa sull'ecommerce

La tassa sull’ecommerce è al centro di una proposta di legge che spacca l’America. È il Marketplace Fairness Act che potrebbe imporre delle tasse sulle vendite online dei siti di ecommerce ed è al voto in questi giorni alla Camera dopo essere stato approvato a grande maggioranza in Senato con 69 voti a favore e 27 contrari.

Se la legge dovesse passare, sarà rivoluzionato il mondo dell’ecommerce nella più grande economia del mondo; che già rischia di essere sorpassata nei prossimi anni proprio nel canale web dai mercati asiatici trainati dalla Cina. Le aziende dovranno quindi imporre una tassa agli utenti e versare la somma ai depositi erariali dello stato dove è stato fatto l’acquisto. In altre parole, se da New York vendessi una maglia in Texas, dovrei girare un assegno allo stato del Texas.

I parametri delle aziende coinvolte sono chiari

La legge riguarderà tutte le società online che abbiano almeno un milione di dollari di fatturato fuori dal loro stato di appartenenza. Secondo uno studio condotto da Amazon, potrebbero essere coinvolte almeno 7500 aziende.

Come detto, l’America appare divisa da questa proposta di legge relativa alla tassa sull’ecommerce. Il presidente Barack Obama è un convinto sostenitore. I suoi supporter sono convinti che il Marketplace Farness Act potrebbe allineare tutte le aziende; concedendo una chance in più ai retailer tradizionali che stanno perdendo terreno rispetto alle aziende che vendono online. Infatti questi distributori si lamentano del fatto che molti consumatori si recano sul punto vendita per vedere e provare i prodotti, ma poi si collegano a Internet per cercare l’offerta più vantaggiosa e acquistare.

Dall’altro lato, le aziende online sono preoccupate dei contraccolpi che un provvedimento del genere potrebbe avere per un settore che solo nell’ultimo anno ha mosso l’economia americana generando un giro d’affari di ben 225,5 miliardi di dollari. Il portale eBay teme invece un effetto negativo per i venditori online iscritti al suo servizio; ha chiesto, infatti, che vengano esentate aziende con meno di dieci milioni di dollari di vendite fuori dai confini dello stato di appartenenza e con meno di 50 dipendenti.

Nei prossimi giorni sapremo come andrà a finire, anche se il dibattito negli Usa sarà lungo e acceso. Potrebbe questa legge aumentare le entrate fiscali nelle casse dello Stato e rilanciare l’economia nazionale? Oppure potrebbe segnare la fine della leadership americana nel settore dell’ecommerce a vantaggio della Cina e delle economie dei mercati emergenti?