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E-commerce in Europa: verso un mercato digitale unico.

Indagine della commissione Antitrust sugli ostacoli allo sviluppo dell'e-commerce.
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Mercato digitale unico, è la soluzione verso la quale si muove il commercio elettronico del vecchio continente.

Un consumatore europeo su due ha fatto almeno un acquisto online nell’ultimo anno, ma solo il 15% ha acquistato un prodotto da un Paese diverso dal suo. Questo è il dato allarmante per l’Unione Europea: occorre debellare la resistenza deliberata di alcune compagnie riguardo a una diffusione maggiore delle vendite online transnazionali.

A questo proposito, la Commissione Antitrust UE ha deciso di intraprendere un’indagine approfondita per rilevare eventuali anomalie e prendere provvedimenti adeguati, inviando questionari a ciascuno dei 28 stati membri e ad alcune aziende selezionate.

L’indagine Antitrust UE sui problemi per il mercato digitale unico

L’obbiettivo è quello di individuare l’adozione di politiche sbagliate da parte delle singole realtà in gioco; soprattutto riguardo a prezzi e costi di spedizione applicati in ogni Paese. Quest’ultimo è, infatti, il punto cruciale per l’abbattimento delle barriere dei confini nazionali; dato che si rilevano spesso dei rincari a seconda del caso, in base alla destinazione specifica, relativamente agli stessi prodotti. Tale obiettivo porta poi ad abbattere tutti gli ulteriori eventuali ostacoli posti sul cammino dell’ecommerce.

Con l’aver sollevato il problema, è indubbiamente riconosciuta l’importanza strategica del commercio elettronico per tutta l’economia europea e per i singoli stati nello specifico; si tratta di una modalità di vendita fortemente attuale e fondamentale per la costruzione di un vero mercato unico digitale in Europa; la cui funzionalità si rivelerebbe una risorsa per tutte le realtà schiacciate dalla crisi; le quali troverebbero un’ancora di salvezza nella possibilità di vendere le proprie eccellenze in altri Paesi della Comunità.

I risultati delle indagini saranno disponibili intorno alla metà del 2016. Il che vuol dire che si dovrà aspettare ancora molto tempo, ma auspicabilmente porteranno alla luce i malcostumi nelle politiche nazionali di commercio elettronico; con l’obiettivo di bloccarli inducendo una fluidità maggiore negli scambi tra tutti i membri UE.