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L’Europa vigila sul rispetto delle policy dei siti di ecommerce

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L’Unione Europea vigila affinché i siti di ecommerce e rispettino le policy europee su clausole contrattuali, diritto di recesso e informazioni societarie. In seguito ad un’indagine condotta a giugno che ha coinvolto 26 stati membri più Norvegia e Islanda, sono stati rimandati il 76% dei siti internet di ecommerce esaminati; 254 su 333 sono stati rinviati a nuove indagini per controllare che i contenuti siano conformi alle normative europee. Tra questi, ne sono stati controllati anche dieci italiani; dei quali sette non avrebbero rispettato le regole.

Al centro dell’attenzione sono soprattutto le policy dei siti di ecommerce che vendono servizi o software in download, per esempio giochi, e-book, video o musica. Ma quali sono le lacune riscontrate dall’Unione Europea?

Clausole dei contratti, diritto di recesso e informazioni societarie

Innanzitutto le clausole contrattuali formulate in modo non chiaro e inique. Per esempio, escludono la responsabilità del commerciante ecommerce per danni al computer in seguito al download e all’installazione di un software, ostacolano la possibilità del consumatore a ricorrere a procedimenti legali e lo privano del diritto di cambio o restituzione in caso di prodotto non funzionante.

Il secondo grande problema è quello relativo al diritto di recesso dei software scaricati. Una volta avvenuto il download il prodotto non può essere restituito, ma il sito di ecommerce deve precisarlo con chiarezza prima che avvenga il download. Nel 42% dei casi esaminati questa comunicazione non c’è stata.

La terza questione è quella relativa alle informazioni societarie. In ogni sito di ecommerce devono essere indicati chiaramente l’identità del commerciante o della società, l’indirizzo geografico e l’e-mail. Questa regola che serve per tutelare i consumatori, che così sanno a chi devono rivolgersi in caso di problemi, non è stata rispettata dal 36% dei siti internet di ecommerce esaminati.

Queste mancanze si sommano a quelle riscontrate in uno studio complementare. Il 73% dei siti analizzati non fornirebbe informazione sui paesi dove è possibile utilizzare il software in download; mentre nove su dieci non fornirebbe le indicazioni sui costi aggiuntivi di giochi pubblicizzati come gratuiti.

Disattenzione e ignoranza le cause delle lacune

A volte frutto di disattenzioni o poca conoscenza delle normative, altre volte per volontà del commerciante, queste lacune colpiscono soprattutto gli utenti più piccoli che si avvicinano a Internet. “I bambini usano con sempre maggior facilità le nuove tecnologie e sanno sin dalla tenera infanzia come scaricare i giochi – avverte Tonio Borg, commissario responsabile dell’Unione Europea per la salute e la politica dei consumatori. Una volta però che hanno preso l’abitudine a giocare con un certo prodotto è difficile fermarli. Genitori, state attenti, la metà di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti stratosferici; relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a giocare”.

Dopo questa indagine a tappeto, la palla passa alle autorità nazionali che nei prossimi mesi potranno sanzionare o chiudere gli ecommerce che non rispettano le normative.

Il consiglio è quello di rivolgersi ai professionisti dell’ecommerce per fare business ed evitare brutte sorprese.