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Dalle parole chiave alla realtà del business: semplificare la complessità della trasformazione digitale nel settore retail.

Evoluzione dell acquisto online
Intervista con Fabrizio Cascianelli Head of Sales and Marketing VTEX Italia

Componibilità, commercio headless e microservizi sono alcuni degli ingredienti che stanno trasformando la tecnologia nel settore retail favorendo per le aziende l’accesso ad architetture adattabili e modulari con cui sostenere le sfide del mercato in evoluzione e rimanere al passo con la trasformazione digitale.

Di Fabrizio Cascianelli, Head of Sales and Marketing di VTEX Italia

La complessità della trasformazione digitale nel settore retail

Camminando per qualsiasi corridoio alle fiere di settore si sentono ripetere concetti quali componibilità, commercio headless e microservizi. Ma facciamo prima di tutto chiarezza su che cosa significhino veramente.

La componibilità è un approccio che consente alle aziende del settore di soddisfare facilmente le esigenze della trasformazione digitale. Alla sua base comporta la scomposizione di un sistema in blocchi costitutivi intercambiabili, che possono essere selezionati e assemblati in varie combinazioni per soddisfare esigenze specifiche. Questa modularità permette di apportare cambiamenti o innovazioni in modo rapido.

Il commercio headless prevede la separazione del front end e del back end in una piattaforma di ecommerce. Questa separazione permette di apportare modifiche su entrambe le parti senza influenzare l’altra, e ciò facilita la flessibilità negli aggiornamenti e nell’apportare miglioramenti senza interrompere mai la continuità dell’esperienza utente.

I microservizi sono un’architettura software in cui applicazioni complesse vengono composte da piccoli processi indipendenti che comunicano tra loro utilizzando API language-agnostic.

Questi servizi permettono un altissimo livello di personalizzazione nella gestione e manutenzione, sono altamente testabili, hanno basso accoppiamento, sono distribuibili in modo indipendente e organizzabili quindi in base alle capacità ed esigenze del business.

Questi termini stanno diventando sempre più il punto focale quando si parla di tecnologia per il settore retail e l’unione di essi porta al concetto di: “Componibilità Pragmatica“.

Leggi anche: L’evoluzione dei metodi di pagamento e la sicurezza delle transazioni nell’era del commercio digitale

I benefici della Componibilità Pragmatica

Un grande vantaggio della componibilità pragmatica è che essa non richiede una revisione costosa, consistente, e su larga scala, della piattaforma che si ha in uso per il proprio ecommerce. La componibilità pragmatica, infatti, permette un’adozione graduale di elementi componibili, in base proprio alle priorità aziendali e al livello di readiness del proprio business.

Essa consente, inoltre, alle aziende di valutare i propri processi e sistemi in essere, per identificare le aree che potrebbero trarre maggior beneficio dalla flessibilità e implementare quindi componenti modulari in modo sequenziale.

I vantaggi non si limitano a questi. La componibilità ha il pregio di ridurre, ad esempio, il carico e gli oneri di manutenzione rispetto ai monolitici sistemi legacy in cui aggiornamento, manutenzione ed estensione impongono notevoli oneri ai team IT. Le architetture componibili si basano su tecnologie cloud-native che forniscono aggiornamenti automatici, eliminando la necessità di gestirli. L’uso di microservizi e tecnologie headless facilita l’integrazione di nuovi componenti fondamentali.

La componibilità è flessibile e consente alle organizzazioni di saper agire rapidamente per affrontare le dinamiche di mercato in tempo reale. Il mantra della componibilità è “Costruire meno, testare di più”. È possibile testare rapidamente nuove funzionalità e annullarle se non si ottiene il risultato previsto. Questo approccio elimina per l’azienda il rischio di blocchi imposti da fornitore e ciò è fondamentale per stare al passo con la concorrenza.

La componibilità evolve infatti alla velocità del business e, nel mondo del commercio che si muove così velocemente, le aziende devono essere in grado di tenere il passo con le preferenze dei clienti, che cambiano rapidamente – pensiamo ad esempio al successo dei video virali di TikTok o dell’AI generativa (OpenAI ha rilasciato ChatGPT a novembre 2022 e oggi già innumerevoli aziende offrono con successo chatbot, personalizzazione e altre funzionalità basate sull’AI).

Contemporaneamente devono saper adattare le proprie strategie di inventario quando si presentano problemi nella supply chain.

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Aziende che stano utilizzando un approccio componibile

Per fare un esempio di grandi brand che stanno già utilizzando un approccio componibile, possiamo citare Carrefour, Sony, Motorola, Cia. Hering, che stanno aumentando le conversioni e il valore medio degli ordini, espandendosi rapidamente in nuove località e migliorando notevolmente il servizio clienti.

Leggi anche: Henkel sceglie VTEX per accelerare le transazioni digitali B2B

C’è poi un altro enorme vantaggio: la componibilità non richiede il “replatforming” (conversione della piattaforma) e la sostituzione/riparazione dei sistemi in essere. In effetti, questo consente alle aziende di valutare i propri processi e sistemi esistenti, identificare le aree che trarrebbero maggior beneficio dalla flessibilità e implementare componenti modulari in modo sequenziale. Adottando questo approccio incrementale, le aziende possono gestire meglio i rischi.

Anche i retailer B2B stanno guardando con sempre maggiore attenzione questo ambito. Un esempio viene da bisco industries, distributore di componenti elettronici in vari settori, compreso quello aerospaziale. L’azienda è passata da una piattaforma di commercio legacy ad abbracciare la flessibilità, lanciando il proprio marketplace B2B e scegliendo di basarsi su una piattaforma creata per applicazioni web scalabili e production-ready.

Questa tecnologia ha facilitato l’inclusione di milioni di prodotti, decine di migliaia di attributi di prodotto, la visibilità in tempo reale dell’inventario dei singoli produttori / fornitori e un’esperienza utente ottimizzata per la supply chain B2B. Inoltre, grazie a questa piattaforma l’azienda ha potuto integrare senza problemi la comunità di acquirenti digitali con la rete di venditori locali, promuovendo un ecosistema di commercio collaborativo inaugurando un’iniziativa pionieristica nel proprio settore.

Per le aziende di ecommerce, sia B2C che B2B, abbracciare un’architettura componibile significa non solo rimanere al passo con le tendenze tecnologiche, ma anche migliorare attivamente l’agilità operativa. Una struttura di questo genere sfrutta tecnologie headless e microservizi per promuovere la flessibilità, consentendo ai retailer di offrire migliori esperienze ai clienti, ottimizzare gli inventari e integrare rapidamente nuove tecnologie. Che si tratti di lanciare nuove funzionalità, espandersi in nuovi mercati o sperimentare nuovi modelli di business, le aziende che basano i propri ecommerce su piattaforme componibili possono aspirare a un miglior posizionamento, e rispondere rapidamente ed efficacemente alle richieste di mercato.

Con l’aumento della domanda di negozi online personalizzati e veloci, numerose piattaforme di commercio offrono oggi strumenti di sviluppo front end che consentono agli sviluppatori di liberare creatività e competenze nel creare soluzioni ecommerce robuste e distintive.

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Creare il cambiamento con la Componibilità Pragmatica

Le aziende stanno cercando sempre più un’alternativa ai monolitici sistemi legacy. Gli svantaggi di basarsi su piattaforme uniche e ingombranti, costose da aggiornare o estendere, hanno da tempo dato prova di superare i benefici.

È proprio qui che emerge il valore aggiunto della componibilità, che comporta la combinazione di diverse soluzioni software per creare un’architettura in grado di soddisfare le esigenze – in evoluzione – del business.

Attuare il cambiamento richiede alcuni passi fondamentali:

  • Verificare i sistemi esistenti: identificare e valutare i framework tecnologici e le operazioni aziendali esistenti. Capire cosa funziona e cosa no, per comprendere i potenziali punti di partenza per l’integrazione di una nuova tecnologia
  • Prioritizzare in base all’impatto: non tutti i sistemi necessitano di un rinnovamento immediato. È bene prioritizzare gli elementi componibili che avranno il maggiore impatto sull’esperienza del cliente e sull’efficienza operativa.
  • Implementare a fasi: iniziare con aggiornamenti modulari a sistemi meno critici per testare e imparare dall’implementazione può rivelarsi vincente, per poi espandere gradualmente il cambiamento agli aspetti più significativi dello stack tecnologico.
  • Sfruttare partnership di valore: collaborare con partner tecnologici esperti in infrastrutture componibili può fornire una guida personalizzata per il contesto specifico della propria azienda.
  • Favorire un miglioramento continuo: la componibilità non va intesa come progetto “una tantum”, ma come un processo continuo di adattamento e miglioramento. Rivedere regolarmente strategie, tecnologie e processi per perfezionare e ottimizzare è la chiave.

Trasformazione digitale e Componibilità Pragmatica – Conclusioni

La componibilità non si limita a una serie di tecnologie specifiche. Il concetto è più ampio e permette di ottenere mediante un nuovo approccio diversi benefici, che vanno dall’agilità, alla scalabilità, dalla flessibilità alla resilienza.

La componibilità pragmatica si concentra sull’integrazione di questi benefici in una struttura già in essere, attraverso una migrazione graduale. L’approccio pragmatico alla componibilità consente alle aziende di minimizzare le interruzioni e ottimizzare l’ottenimento di valore, evitando i rischi legati al replatforming per cogliere tutti i benefici delle nuove tecnologie.

Per adottare la componibilità pragmatica, occorre cercare soluzioni progettate per integrarsi in un’architettura esistente. Alcune tecnologie funzionano solo in un setup “greenfield”, dove un’azienda costruisce una struttura all’avanguardia completamente da zero. Quando si selezionano le tecnologie da adottare, è bene considerare la configurazione in essere e valutare con attenzione gli obiettivi che si intendono raggiungere nel breve termine.

La componibilità non è solo un approccio tecnologico, ma anche un cambiamento di mentalità.

La componibilità pragmatica unisce l’IT e il business attorno a un insieme di tecnologie che consentono all’intera organizzazione di offrire ciò di cui i clienti hanno bisogno e rappresenta oggi l’approccio più efficace per posizionarsi verso la crescita e l’evoluzione del business a lungo termine.

Chi è VTEX

VTEX (NYSE: VTEX) è la piattaforma globale di commercio digitale di livello enterprise in cui CEO e CIO lungimiranti ottimizzano i loro investimenti. La nostra piattaforma componibile e completa aiuta brand e retailer a modernizzare il loro stack e a ridurre i costi di manutenzione, migrando rapidamente dai sistemi legacy, collegando l’intera catena del valore e facendo dell’inventario e del fulfillment il loro punto di forza.
In qualità di leader nel commercio digitale, VTEX gode della fiducia di 2.600 clienti B2C e B2B, tra cui Carrefour, Colgate, Motorola, Sony, Stanley Black & Decker e Whirlpool, con 3.500 negozi online attivi in 43 Paesi (al 31 dicembre 2023). Per ulteriori informazioni, visita il sito www.vtex.com

Ti consiglio anche: Ecommerce Week – Tecnology

Quali sono i Trend 2021 per il settore travel?

Trend 2021 per il settore travel
Trend 2021 per il settore travel

Quali sono i trend 2021 per il settore travel? Siamo ormai a conoscenza di come il Covid-19 abbia influito negativamente sul settore del turismo. Al punto che il calo del fatturato sul suolo italiano è da stimare del 71,4%. Il 2020 verrà ricordato come uno degli anni peggiori nella storia dell’umanità. I cittadini si sono trovati costretti a mutare le proprie abitudini quotidiane, e i brand a riflettere sul modo migliore per affrontare la pandemia.

Quali sono i trend 2021 per il settore travel?

In campo travel abbiamo dovuto fare i conti con l’impossibilità di spostarci dai comuni di residenza. E i fenomeni che stanno emergendo ora sono la diretta conseguenza di questa triste impossibilità. Vediamo insieme quali sono i trend che si stanno imponendo in questo momento.

Staycation

Il concetto di staycation è legato alla possibilità di esplorare gli spazi nelle proprie vicinanze e diventare turisti nella propria città. Viaggi a corto raggio sempre all’interno dei confini della propria regione o comune. L’Italia quest’anno ha investito molto per promuovere il turismo interno. Hotel e ristoranti ne hanno beneficiato, pur con tutti i limiti del caso.

Trend 2021 per il settore travel: smart holiday

Lavorare ovunque godendosi nel frattempo il piacere di stare in un luogo di vacanza. Una tendenza di viaggio ambita e seguita da sempre più persone. Basta avere a disposizione una struttura munita di servizi digitali e poi, a lavoro compiuto, si può uscire a prendere un po’ d’aria fresca. Non sono pochi gli alberghi che si sono dedicati a mettere a disposizione servizi legati a tale forma di viaggio-lavoro.

Viaggi in mete poco affollate

Per questioni legate alla necessità di incrementare il numero di contagi, molte persone hanno scelto di privilegiare vacanze in destinazioni poco conosciute. I brand legati alla travel industry hanno pertanto valorizzato borghi antichi e località di norma avulse dalla fregola del turismo di massa, consigliando ai turisti di recarvisi per staccare dalla quotidianità.

Spotify: in arrivo i concerti virtuali

Spotify: in arrivo i concerti virtuali

Spotify, leader indiscusso dello streaming musicale, si sta impegnando per il lancio di un nuovo progetto: sono in arrivo i concerti virtuali.

L’impatto del COVID-19 sul settore musicale ha avuto esiti drammatici, soprattutto a causa del blocco degli eventi fisici. Le stime delle perdite rilevate nei mesi precedenti, infatti, ammontano a 350 milioni di euro per il settore della musica live, un business che vedeva impiegate circa 60 mila persone prima del lockdown.

Spotify ha deciso di appoggiare questo settore che presenta prospettive future ancora incerte con la volontà di connettere – virtualmente – gli artisti con i loro fan.

Il nuovo progetto di Spotify è emerso grazie ad alcune attività di reverse engineering effettuare da Jane Manchun Wong, una Reverse Engineering Blogger per l’appunto. E sebbene non sia ancora esplicito il momento del lancio sembrerebbero essere a buon punto e non vi sono dubbi sulle intenzioni della piattaforma.

I fan avrebbero la possibilità di acquistare i biglietti per i concerti virtuali online, attraverso un software già in possesso di Spotify.
Se prima l’app permetteva agli utenti di scoprire gli eventi live disponibili, ora si limiterebbe a suggerire quelli virtuali coinvolgendo un più ampio bacino di potenziali partecipanti.

Spotify, in arrivo con i concerti virtuali, è in una posizione vantaggiosa soprattutto in un momento di incertezza e crisi come quello attuale. La piattaforma, infatti, è apprezzata non solo dagli ascoltatori, ma anche dagli artisti ed è difficile poter immaginare che questi ultimi possano declinare una simile offerta,

Come ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di check-out

tasso abbandono processo check out

Il processo di check-out è l’ultimo step del CJ online, ma è quello decisivo. Migliorare l’esperienza online è fondamentale per ridurre il tasso di abbandono e trasformare una vendita potenziale in una reale conversione.

Molto spesso può accadere che il cliente online abbandoni il CJ, e quando ciò avviene è fondamentale valutare a che stadio del processo di acquisto avviene l’abbandono.

Se l’abbandono avviene proprio nella fase di check – out vi sono delle Best Practices da applicare che permettono di diminuire il tasso di abbandono di un sito eCommerce.

Cosa si aspettano i Consumatori online


Le aspettative degli user online sono sempre più elevate, infatti, sono alla ricerca di esperienze di acquisto seamless ovvero senza soluzioni di continuità e frictionless ovvero senza frizioni tra i touch point disponibili.

E’ necessario trasmettere un’esperienza di acquisto user friendly, anche per gli utenti meno esperti, dove la chiarezza, la semplicità e la rapidità fanno da padrone, affiancate alla comodità e alla sicurezza.

In questo articolo sono presenti le Best Practices per ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di acquisto.

3 Best Practice per ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di check-out

Offrire modalità di pagamento alternative


Ecco alcune delle possibilità di pagamento che un sito eCommerce non dovrebbe sottovalutare:

  • Visa
  • Mastercard
  • PayPal
  • ApplePay
  • Contrassegno
  • Compra ora e paga dopo
  • Pagamento a rate (solo per determinati prodotti o servizi)

I consumatori hanno preferenze diverse ed è fondamentale rispondere alle loro esigenze.
Di cruciale importanza per ridurre il tempo in fase di check – out delle transazioni future è l’opzione one-click purchase.
Favorire il one-click purchase per ridurre il tempo della transazioni future, evitando all’utente di dover reinserire i dati personali necessari per completare la transazione.

Fornire pagamenti cross-border


La possibilità di affidarsi all’eCommerce ha ampliato i confini delle aziende, le vendite dapprima circoscritte solo in specifiche zone geografiche, ora sono prive di confini definiti.
Avere una clientela internazionale presuppone maggiore attenzione agli aspetti relativi a: costi di trasporto, tassi di cambio, dazi ed eventuali fees.
Serve trasparenza, accuratezza e sicurezza, per incoraggiare i clienti oltreconfine a concludere gli acquisti.
Questo è possibili affidandosi a sistemi digitali ERPs e ECMs, piattaforme Retail e software di contabilità che gestiscono ogni aspetto della transazione.

Abbracciare le tecnologie emergenti


Secondo l’ Ecommerce Trends 2020 survey report, il 44% delle compagnie eCommerce sta cercando di implementare, cambiare o migliorare le tecnologie utilizzate nel processo di check-out.
L’automazione nei processi di check-out porta a due enormi vantaggi:

  • L’ottimizzazione delle attività di back-end, semplificando le operazioni interne, generando precisione e aumentando la produttività;
  • Il miglioramento delle relazioni con i clienti che si interfacciano con un processo più semplice.

I consumatori moderni hanno elevate aspettative, non tollerano interruzioni e ostacoli lungo il loro CJ, perciò è fondamentale curare ogni singolo aspetto del processo di check-out al fine di ridurre il tasso di abbandono e trasformare le visite al sito in conversioni.

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BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine

Burger King Mask
Burger King Mask

L’utilizzo della mascherina, oramai, è diventata un’attività che accompagna quasi tutte le azioni quotidiane. Si sa, le mascherine sono prive di ogni comfort e talvolta rendono più complessa anche la comunicazione tra le persone.
Ma BURGER KING® ha trovato una divertente soluzione: stampare gli ordini sulle mascherine.

Lo scorso 10 agosto BURGER KING® ha lanciato una campagna “La maschera BURGER KING® ti toglie le parole di bocca”, questa iniziativa, oltre a essere spiritosa è anche intelligente. La catena di Fast Food, infatti, si batte nel rispetto delle norme di sicurezza per contrastare la diffusione del virus.

BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine

I Fast Feeder possono personalizzare la loro mascherina in pochi semplici passi: basta accedere alle pagine Social – Facebook e Instagram – del Fast Food, commentare il post della campagna e così BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine.

In questo caso, oltre all’interesse per l’aspetto relativo alla salute degli individui, BURGER KING® ha sfruttato anche la leva della personalizzazione, elemento in grado di aumentare l’intera User Experience.

Ed ecco che uno sguardo vale più di mille parole e i dipendenti non hanno più bisogno di sforzarsi per comprendere il tipo di hamburger da aggiungere all’ordinazione, evitando in più di commettere errori.

C’è da aggiungere che forse per veder stampati gli ordini sulle mascherine di BURGER KING® anche in Italia sarà necessario attendere, ma è senza dubbio un’idea geniale. D’altronde l’originalità delle campagne proposte dalla catena di fast food non passa mai inosservata.

Questione di branding: come differenziare un brand per renderlo unico

branding differenziarlo e renderlo unico

Il successo di un brand non si limita unicamente alle caratteristiche intrinseche dei prodotti o servizi che offre al mercato, quindi come è possibile differenziare un brand per renderlo davvero unico? È una questione di branding.

Essere in grado di emergere tra la moltitudine di marchi che pervadono il mercato non è un’impresa semplice, soprattutto nel contesto attuale, dove lo sviluppo delle tecnologie digitali ha reso più semplice farsi notare, anche alle realtà più piccole.

Fare branding significa dare voce al proprio marchio e differenziarlo rispetto ai concorrenti attualmente è un’attività che non può essere sottovalutata.

Branding: Best Practices per differenziare un brand e renderlo unico

I Valori portano valore al brand

Un brand deve avere dei valori che guidano la presa delle decisioni. I clienti si identificano nei valori del brand e ne percepiscono la coerenza nel rispettarli. Identificare i valori di un marchio permette di attirare clienti che in questi elementi si identificano, finendo per aumentare la loyalty nei confronti del brand

I brand hanno uno scopo

Le persone si aspettano che i brand prendano una posizione e appoggiano positivamente quelli in grado di farlo.
Patagonia ad esempio è fortemente incentrata sulla limitazione dei danni ecologici e persegue con tenacia l’obiettivo di ridurre al minimo gli impatti ambientali cercando di migliorare costantemente i prodotti che realizza.

Accorciare le distanze

I brand dovrebbero prendersi cura dei clienti come fossero loro amici, con la volontà di fargli vivere delle esperienze di consumo degne di un feedback positivo, dovrebbero, inoltre, essere presenti con continuità attraverso i touch point a disposizione al fine di creare relazioni di valore.

Essere sul pezzo

I brand forti sono in grado di “vivere nel presente”, affrontare la quotidianità – nel bene o nel male – così come le persone. I brand in grado di avvicinarsi alle questioni attuali, che comunicano messaggi positivi e di supporto, sono quelli che maggiormente verranno apprezzati dai consumatori. Un’interessante esempio riguarda le iniziative proposte dai brand per celebrare lo scorso Gay Pride.

Per concludere, quindi, per differenziare un brand e renderlo unico è necessario investire risorse in attività di branding, è qualcosa che ha strettamente a che vedere con l’umanizzazione” del brand, i marchi dovrebbero, non solo essere vicini alle persone ma, comportarsi proprio come loro.

Come fare link building di qualità

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Come fare link building di qualità. Le strategie link building sono cruciali nel garantire il benessere di un sito web e incrementare traffico e conversioni. La disciplina qui considerata è però piuttosto difficile da affrontare, e un novizio si troverà allo sbaraglio se non sa da dove partire.

Come fare link building di qualità

Oggi ti spiego come si può fare link building di qualità a partire dal tuo sito web. È sempre bene partire da una triade di linee guida facili e basilari, così da impalcare la strategia link building su fondamenta solide.

Link building? Crea un blog

Creare un blog non significa limitarsi a darne vita per poi dimenticarsene. Bisogna mantenerlo attivo. Crea un piano editoriale strutturato, scrivi post su base regolare, focalizzati sul tuo settore di competenza e sulle esigenze specifiche del tuo cliente. Preoccupati che i tuoi contenuti siano ben fatti, validi e pieni di informazioni di qualità.

Richiedi backlink

Un ottimo modo per iniziare, specialmente se si è agli inizi nel settore, è richiedere backlink dai siti web. Come? Contattando tutti coloro che conosci e che sai che hanno un blog o sito web, chiedendo loro un backlink nel contenuto. Il backlink deve sempre provenire da un sito web pertinente con quanto sei solito proporre. Altrimenti è tutto fiato e fatica sprecati. E non c’è nulla di più frustante che sapere di aver lavorato tanto, sprecando tempo, soldi ed energie per qualcosa di fallimentare.

Cementa le relazioni

Non c’è backlink senza una relazione di fondo solida e massiccia. Ecco perché devi creare contatti stabili e destinati a durare. Comincia con community legate alla tua nicchia. Vai nei forum, cerca, scopri, impara a interagire con gli utenti che ne fanno parte. Contribuisci come puoi nelle discussioni e cerca di postare contenuti interessanti, tali da creare valore nella community.

Come diventare un bravo storyteller

storyteller
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Come diventare un bravo storyteller. Fare storytelling non significa limitarsi a raccontare storie o informare la propria audience sull’uscita di nuovi prodotti o servizi. Comunicare è la parola chiave. Riuscire a entrare in sintonia con gli utenti accompagnandoli durante la loro esperienza di acquisto.

Alcuni consigli per diventare un bravo storyteller

Ti proponiamo di seguito alcune linee guida per formarti come storyteller e comunicare con efficacia con i tuoi utenti.

Sei uno storyteller? Sii sincero

Quando racconti, cerca sempre di far risaltare i tratti più autentici della tua storia. Mettiti a nudo, esponiti ed esprimi ciò che senti facendo in modo che sia la forma più pura e cristallina di ciò che vuoi comunicare. Sincerità è la parola chiave. Perciò scrivi, scrivi, scrivi, tenendo sempre presente il dovere di comunicare con chiarezza la genuinità di ciò che poi andrai a vendere.

Definisci il tuo pubblico

Chi è il tuo pubblico? Perché l’hai scelto? Quanti anni ha? Quali sono i canali che privilegerà per seguirti? Poniti queste domande e sarai già in grado di creare una buyer persona vicina al vero. Più il pubblico è definito e maggiori saranno le possibilità di cogliere nel segno, perché potrai creare contenuti su misura di quella specifica nicchia.

Organizza il tuo discorso

Organizza ciò che vuoi scrivere servendoti di un calendario editoriale. Programma i tuoi articoli e cerca sempre di spalmarli in un arco temporale vasto e massiccio. Ogni giorno oppure ogni due giorni. E fai in modo che gli articoli trattino tematiche utili per il consumatore: news, consigli, tutorial, parti approfondite di prodotti particolari. Non suona male l’idea di dedicare a ciascuna settimana una tematica particolare.

Comunica attraverso i social

Sfrutta i canali social per interagire con i tuoi contatti e promuovere i tuoi articoli. Ricorda che ogni canale vive in base a regole sue: facebook funziona in maniera diversa rispetto a Instagram, e TikTok è un universo a sé.

Assistenza personalizzata al cliente: come realizzarla nell’ecommerce

Assistenza personalizzata Oct8ne

L’assistenza ai clienti è fondamentale per generare fidelizzazione e assicurarsi delle vendite (che non diventano resi).

I clienti che vengono guidati nell’acquisto comprano più spesso. Oct8ne ha realizzato lo studio su 4 casi di assistenza clienti

Se pensiamo all’effettuare un acquisto online, tutti ci immaginiamo di navigare su una pagina web, mentre aggiungiamo prodotti al carrello. Invece, se pensiamo ad un acquisto offline, ci immaginiamo guardando e toccando prodotti, un dipendente che ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e il cassiere che ci spiega quanto tempo abbiamo per cambiare il prodotto. 

Tuttavia, a oggi, le differenze tra questi due modelli di business sono ancora tante. Fare in modo che l’esperienza d’acquisto online sia quanto più simile a quella offline è essenziale per il buon andamento di un ecommerce; per questo un punto chiave da tenere in conto è l’offrire un’assistenza personalizzata.

L’assistenza clienti di un ecommerce personalizzata induce all’acquisto

Se l’assistenza clienti di un ecommerce, invece di limitarsi a risolvere dubbi, offre un’assistenza personalizzata, accompagnando gli utenti durante il processo d’acquisto, questi ultimi si sentono più sicuri e comprano più facilmente.

Ne sono prova i quattro ecommerce che utilizzano l’attenzione al cliente visiva per assistere i propri clienti come in un negozio fisico. Oct8ne ha analizzato quattro casi: Smart Generation, Elettrodomestici Miró, Textura e Petclic che hanno incrementato le proprie vendite utilizzando.

In che modo questi ecommerce offrono un’attenzione al cliente su misura ai propri clienti?

1. Esperienza visiva

Da sempre, nel mondo online, si è cercato (inutilmente) di sostituire la figura del venditore con algoritmi, punteggi e consigli; tuttavia nessuno di questi elementi può sostituire la figura di un agente. Se un ecommerce vuole rafforzare il suo processo di vendita, ha bisogno di venditori, e solo offrendo un’attenzione al cliente visiva riesce ad avvicinare l’esperienza d’acquisto offline agli acquisti su Internet.

Offrire un’attenzione visiva fa sì che agente e cliente si possano capire al meglio, l’agente può vedere in tempo reale le necessità del cliente e guidarlo durante il processo di acquisto affinché migliorando l’esperienza dell’utente, si riesca ad aumentare anche il tasso di fidelizzazione dei clienti.

Un cliente soddisfatto è un cliente che ritorna e che quando compra le volte successive, avendo già fiducia nell’ecommerce e conoscendo già il prodotto è potenzialmente propenso a spendere di più. Marc Erra, CEO di Oct8ne, conferma che questo porta a un aumento del ritorno degli utenti di circa il 70%.

2. Cronologia dei prodotti visti

Nel mondo degli acquisti online, normalmente l’operatore non sa quello che il cliente cerca, o in che parte del web si trova, se ha aggiunto prodotti al carrello… In una situazione come questa è dunque impossibile conoscere le necessità o i gusti del cliente e implementare strategie di up-selling o cross-selling

Secondo i dati presentati da Oct8ne durante l’e-show, il tasso di conversione si moltiplica fino a 18 volte se un agente consiglia e propone attivamente prodotti al cliente mostrandoli in tempo reale.

3. Segmentazione predittiva

Poter segmentare gli utenti della tua rete e identificare potenziali clienti è molto importante per il tuo negozio online. I triggers predittivi aprono la chat in maniera automatica, offrendo un aiuto personalizzato al cliente nel momento opportuno (come per esempio nel caso in cui abbia visto più di X prodotti, o se si trovi da più di X minuti nella pagina di checkout) ed evitare così un possibile abbandono del carrello.

Da uno studio realizzato da Oct8ne, risulta che attivare questi algoritmi predittivi fa sì che il tasso di conversione si moltiplichi da 3 a 9 volte. 

Casi di successo in numeri

Per sapere come i clienti hanno tratto vantaggio dai triggers e da altre funzionalità di questo software come il covisore, abbiamo seguito lo studio di Oct8ne. Ecco la sintesi dei dati:

  • Smart Generation ha aumentato il suo tasso di conversione del 30% ricevendo il 72% delle richieste dei clienti attraverso i triggers predittivi;
  • Elettrodomestici Miró ha raggiunto un CRO del 34,2% grazie alla possibilità di mostrare prodotti in tempo reale attraverso la chat di Oct8ne;
  • Textura ha aumentato le vendite fino a un 23,6% e ha convertito un 18,52% dei visitatori di ritorno;
  • Petclic ha convertito il 20,31% del traffico grazie al covisore e il  41,13% dei clienti che sono stati assistiti fino al checkout ha finalizzato l’acquisto. 

La formazione di qualità per un ecommerce di successo

Se vuoi approfondire gli strumenti che possono ampliare le possibilità di vendita del tuo ecommerce, imparare nuove strategie di marketing e trovare nuovi clienti, il miglior investimento che puoi fare è sulla formazione.

EcommerceDay 2019 è l’appuntamento annuale dove puoi ampliare la tua conoscenza del mercato digitale e fare networking. La IX edizione si tiene il 3 ottobre a Milano: per prenotare i biglietti, vai sul sito ufficiale.

Eleonora Carisi: la moda e i social in Piemonte

Eleonora Carisi: la moda e i social in Piemonte

Di Torino, una laurea in marketing e comunicazione. Questa è Eleonora Carisi, uno dei volti più importanti della moda e dei social italiani. Un fashion blogger un po’ milanese e un po’ torinese.

Eleonora Carisi: una passione per la moda arrivata sui social

Prima di sbarcare sui social la fashion blogger di moda e stile aveva un negozio a Torino. Qui raccoglieva le creazioni di piccoli e meno piccoli stilisti indipendenti e sfruttava un po’ i social. Non molto, non ne aveva ancora fatto il suo lavoro a tempo pieno. Ha iniziato raccontando un po’ i capi del suo negozio, bazzicando su facebook dei primi tempi e Myspace e lasciando qualche notizia sulle sue vacanze.
Poi, nel 2010, decide di aprire il suo blog e da lì arriva la notorietà. Parla di lifestyle, moda, fashion, consigli di svariato genere. Parla di qualsiasi cosa le interessi e faccia parte della sua vita e di quella dei suoi followers. Da lì è esploso il successo, facendo sì che la torinese diventasse, oggi, una delle fashion blogger più influenti d’Italia, tra social e collaborazioni con grandi brand di moda.

Digital influencer metà di Torino e metà di Milano

Da ragazzina la digital influencer di moda a live style andava, da Torino, a prendere il treno per Milano per poterci passare il sabato pomeriggio. Ora, dopo anni, si è finalmente trasferita lì, nella New York italiana, per portare avanti il suo lavoro. La sua giornata è divisa tra Instagram, il suo blog e l’ufficio. Sì, perché Eleonora Carisi non è solo un’influencer. Ha aperto un’agenzia di management da qualche anno e lì si occupa di clienti in tutto il mondo, dall’Italia agli stati uniti.

600 mila followers su Instagram e la televisione

Moda, fashion e social, ma Eleonora Carisi non è solo questo. Assieme ad altri due colleghi influencer si è trovata a lavorare per Real Time in un programma a loro dedicato. Ma la passione per la televisione non si ferma ai reality. La giovane donna ha ammesso che non le dispiacerebbe portare avanti l’hobby dei film e chissà che non ci riesca. Nulla sembra averla mai fermata. Da laureata è passata a essere padrona di un suo negozio, influencer tra le più importanti d’italia, designer per zalando e donna in carriera. E la notte è ancora giovane. Ha già fatto il suo passaggio sui Red Carpet di Venezia e Cannes, quindi il primo passo è fatto. E anche il secondo.

La moda di Instagram e Instagram

Quella che per alcuni era una moda passeggera ora è la realtà di tutti i giorni. Instagram, blog, internet e moda vanno a braccetto, dando vita a stelle come Eleonora Carisi. Il mondo del marketing e dell’e-commerce ormai sanno quanto influencer e blogger siano importanti per questa realtà.
Eventi, storie e racconti di successo sui social sono all’ordine del giorno e moda, fashion e internet sono talmente legati da essere il tema dell’e-commerceday 2018 di Torino. Soprattutto in uno stato come l’Italia, dove la moda è uno dei tratti caratteristici, l’influenza del digitale in questo mondo non può venire ignorata, ma sfruttata al meglio.

Casi di successo. La storia di Gucci

GURU-La-storia-di-Gucci

L’Italia è sinonimo di moda e style in tutto il mondo e tra i tanti nomi storici della penisola uno che non può mancare è quello di Gucci. Ma se ora per molti è sinonimo di negozi di lusso, non tutti sanno come questo marchio sia riuscito nel tempo a diventare quello che è ora.

Gucci e il legame con l’equitazione

Nel 1921 Guccio Gucci torna alla sua città natale: Firenze. Dopo anni passati a lavorare in hotel di lusso ha sviluppato uno spiccato senso per il gusto, oltre che consapevolezza dei bisogni e desideri delle diverse clientele. Sceglie di mettere a frutto la sua esperienza in Italia, dove inizia aprendo piccoli negozi pelletteria e articoli per l’equitazione per le vie della città toscana. È così che inizia la storia di questo brand ora famoso nel mondo.
Il legame di questo brand con il mondo dei cavalli si vede ancora oggi, nei mocassini e nelle borse decorate con il famoso morsetto o la staffa, per esempio. Oppure nei colori verde-rosso-verde, presenti in foulard o decorazioni del marchio, ispirati ai sottopancia dei cavalli. La casa di moda italiana è sempre riuscita a unire il suo passato con il futuro, mantenendo inalterata la sua classe.

Un marchio che ha vestito star e regine, da Audrey Hepburn a Grace Kelly e il foulard flora

Dopo aver aperto punti vendita in tutta Europa nel 1953 Gucci sbarca a New York. E lì fa innamorare anche gli Stati Uniti del suo stile italiano, elegante e inconfondibile. È stata proprio l’originalità del marchio e la fantasia del suo fondatore a permettere a Gucci di sopravvivere nel tempo, anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Ed è dopo quegli anni che si afferma globalmente come simbolo di raffinatezza.
Dal suo arrivo negli Stati Uniti i prodotti Gucci diventano un must anche oltre oceano, conquistando il mondo, arrivando a vestire le star di Hollywood. Abitudine rimasta invariata nel tempo. Abiti e accessori della casa d’alta moda fiorentina decorano ancora oggi star di ogni dove, brillando sui red carpet di tutto il mondo. Ma non sono solo state le attrici ad apprezzare l’inconfondibile stile italiano. È famosa la storia del foulard a motivo flora creato appositamente per Grace Kelly, principessa consorte di Monaco. Si tratta di una fantasia di colori e fiori che ha lasciato il segno nel mondo della moda e che ancora oggi fa parte dei capisaldi del marchio.

Dal mondo fisico all’e commerce: Gucci continua a crescere

Si sa, la ragione per cui la moda sopravvive è perché è capace di anticiparsi e non rimanere mai indietro. Nel corso degli ultimi anni molte case di moda italiane e del mondo si sono adattate alle nuove richieste di mercato. Non sono più solo boutique, ma anche negozi online, così da soddisfare clienti in tutto il mondo e raggiungere ogni luogo. Sfruttando social, soprattutto Instagram, fashion bloggers, il suo nome importante e il suo stile inconfondibile, Gucci è più grande che mai anche su internet.
Il web, d’altro canto, si è dimostrato alleato dei grandi nomi italiani e del made in Italy, capace di far arrivare il mondo della moda italiana ovunque, diventando una nuova arma nelle mani dei brand. Ragione per cui brand, fashion e design sono gli argomenti di eventi come l’E-commerce Day, dove si parlerà di come sfruttare al meglio i nuovi strumenti di questo mondo.
Strumenti che Gucci conosce già al meglio, dimostrando come l’alta moda possa stare ovunque, dai negozi fisici a quelli online. L’importante infatti è lo stile inconfondibile e storico, unito alla capacità di essere sempre al passo con i tempi. Che, alla fine, è ciò che hanno sempre fatto la moda e Gucci.

Marketplace beauty 2025 – come cambiano i canali di vendita per il beauty e pharma

marketplace beauty 2025-ecommerce day focus beauty e pharma
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ECOMMERCE DAY FOCUS BEAUTY & PHARMA REVOLUTION – MILANO 22 MAGGIO – REGISTRATI ORA GRATIS

Beauty e pharma tra marketplace e retail diretto

Il 2025 si conferma un anno di svolta per i settori beauty e pharma, sempre più influenzati da dinamiche digitali, evoluzioni nei comportamenti di acquisto e nuove modalità di relazione tra brand e consumatori. I confini tra canali di vendita si fanno più sfumati e interconnessi, dando origine a un ecosistema in cui marketplace globali, strategie direct-to-consumer (D2C) e retail fisico coesistono e si contaminano a vicenda.

La crescente penetrazione del digitale, unita alla ricerca di esperienze d’acquisto più rapide, personalizzate e fluide, sta spingendo le aziende ad adottare modelli distributivi più agili e integrati. Le piattaforme come Amazon, Zalando, Notino o DocMorris per il pharma offrono un’enorme visibilità, ma impongono anche regole stringenti, una competizione serrata e margini spesso più bassi. Di contro, i brand che investono nel D2C riescono a costruire relazioni più profonde con il proprio pubblico, raccogliere dati preziosi e proporre esperienze altamente personalizzate, pur assumendosi oneri maggiori in termini logistici e comunicativi.

Nel mezzo, il retail fisico evolve in un canale relazionale, dove consulenza, storytelling e fidelizzazione diventano elementi chiave per differenziarsi. Profumerie e farmacie, sempre più omnicanale, abilitano il cliente a muoversi liberamente tra online e offline, rafforzando il ruolo del punto vendita come spazio di esperienza e prossimità.

In questo scenario in trasformazione, la sfida per le aziende è trovare il giusto equilibrio tra visibilità, controllo e redditività, integrando i canali e facendo leva su dati, tecnologie e nuove logiche di servizio. Il futuro non sarà né solo digitale né solo fisico: sarà ibrido, fluido, e centrato sulle aspettative del cliente.

Evoluzione dei modelli distributivi

In Italia, il mercato e-commerce B2C dei prodotti è previsto in crescita del 6% nel 2025, superando i 62 miliardi di euro. I settori più performanti saranno il Food&Grocery e il Beauty&Pharma, entrambi con un incremento del 7%, grazie all’integrazione omnicanale e all’utilizzo di innovazione.

Nel settore beauty, il canale e-commerce ha registrato un incremento del 10,8% nel 2024, superando 1,2 miliardi di euro di fatturato. La profumeria ha segnato un aumento del 10,2%, con consumi vicini ai 2,8 miliardi di euro, mentre la farmacia ha raggiunto un valore stimato di 2,1 miliardi di euro, crescendo del 6%.

Nel settore pharma, il mercato e-commerce è previsto raggiungere i 450,7 milioni di dollari nel 2025, con una crescita stimata del 35% rispetto al 2024 . Il 70% degli acquisti online di prodotti farmaceutici avviene tramite dispositivi mobili, evidenziando l’importanza di strategie mobile-first.

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Crescita dei brand direct-to-consumer

I brand direct-to-consumer (D2C) stanno rapidamente guadagnando terreno, rivoluzionando il rapporto tra marca e cliente finale. Questo modello permette alle aziende di costruire un legame diretto con il proprio pubblico, controllando ogni aspetto dell’esperienza d’acquisto, dalla narrazione del brand alla customer care. Nel settore beauty, questa tendenza è particolarmente marcata: si stima che entro il 2025 il 43% delle vendite beauty in Europa avverrà online, con una forte concentrazione di vendite generate da marchi nativi digitali o trasformatisi in D2C attraverso canali proprietari come e-commerce, app e social commerce.

Anche nel settore pharma si assiste a un’accelerazione. In Italia, l’e-commerce rappresenta già il 28,8% del mercato Health Care online, con una crescita stimata del +29,8% annuo fino al 2029. L’espansione dei canali diretti in questo settore è favorita dall’adozione di servizi come la consegna espressa, il click & collect in farmacia e l’assistenza personalizzata. Le aziende stanno investendo in tecnologie per offrire supporto al consumatore durante tutto il customer journey, con contenuti certificati, consulenze digitali e programmi di fidelizzazione.

Questa evoluzione è strettamente connessa al boom dei marketplace beauty 2025, che da una parte amplificano la visibilità dei brand D2C e dall’altra impongono una riflessione su come mantenere autenticità e marginalità anche all’interno di spazi commerciali condivisi.

Rischi e opportunità dell’intermediazione digitale

La presenza su marketplace globali come Amazon, Zalando o Notino rappresenta un’opportunità irrinunciabile per accedere a una platea vastissima, ma porta con sé una serie di sfide operative e strategiche. I marketplace beauty nel 2025 saranno sempre più centrati su algoritmi di visibilità, pricing dinamico e logiche di performance, riducendo spesso la capacità dei brand di controllare il racconto, il posizionamento e la customer experience.

Inoltre, i marketplace tendono ad abbattere le barriere d’ingresso, aumentando la concorrenza e portando a una guerra di prezzi che può compromettere il valore percepito del prodotto. Le recensioni, le performance logistiche e la qualità delle schede prodotto diventano variabili determinanti per la visibilità, rendendo indispensabile un presidio costante.

Per questo motivo, molte aziende scelgono un approccio ibrido: da un lato presidiano i marketplace beauty 2025 per acquisire nuovi clienti, testare mercati internazionali e generare volumi, dall’altro mantengono viva la strategia D2C per fidelizzare, raccontare il brand in modo coerente e costruire valore nel lungo termine.

Strategia omnicanale: il giusto mix tra marketplace, retail e canali diretti

In un ecosistema sempre più complesso e interconnesso, l’integrazione tra canali fisici, digitali e marketplace è diventata una necessità strategica. I consumatori si muovono con naturalezza tra touchpoint diversi: cercano online, provano in negozio, acquistano via app, ritirano in farmacia o in profumeria. Per rispondere a queste aspettative, le aziende devono adottare una logica omnicanale, capace di offrire esperienze fluide, coerenti e personalizzate.

Nel beauty e nel pharma, ciò significa abilitare interazioni sincronizzate tra e-commerce proprietario, store fisici, app mobile, CRM e customer care. Investire in sistemi ERP, PIM e OMS integrati è fondamentale per garantire una gestione efficiente del catalogo prodotti, delle disponibilità in tempo reale e delle consegne rapide.

Nel 2025, il successo passerà dalla capacità di leggere i dati in tempo reale, anticipare i comportamenti e attivare strategie coordinate tra marketplace, retail e canali diretti. L’obiettivo non è solo vendere ovunque, ma offrire valore ovunque. E nel panorama dei marketplace beauty 2025, riuscire a differenziarsi sarà la vera sfida.

EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma: il 22 maggio a Milano

Questi temi saranno approfonditi durante l’EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma, in programma il 22 maggio 2025 a Milano. L’evento offrirà l’opportunità di analizzare casi studio di successo, strategie omnicanale, l’uso dell’intelligenza artificiale nel marketing conversazionale e l’integrazione tra farmacia fisica e digitale.

L’evento si svolgerà presso gli spazi di Casa Gessi Milano, una location moderna e connessa, perfetta per favorire networking, ispirazione e confronto tra professionisti del settore. La giornata sarà ricca di interventi, tavole rotonde e casi studio reali, con la partecipazione di manager, founder e CEO provenienti da realtà come: La Prairie, Acqua di Parma, Ethos Profumerie, Tavola Spa, Ludovico Martelli, Coop Italia, Paglieri, Xerjoff, Bolton Group, Proraso e molte altre aziende leader del beauty, pharma e retail tech.

Tra i temi al centro della giornata:

  • il ruolo strategico dell’intelligenza artificiale nella personalizzazione e nel marketing conversazionale
  • l’integrazione tra farmacia fisica e digitale
  • modelli di supply chain sostenibile e logistica dell’ultimo miglio
  • evoluzione del packaging green
  • sviluppo di nuove strategie omnicanale e marketplace

L’ingresso è gratuito per merchant e retailer , previa registrazione online su www.ecommerceday.it.

EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma rappresenta un’occasione unica per aggiornarsi, fare networking di qualità e acquisire strumenti concreti per affrontare le trasformazioni in atto in due dei comparti più dinamici del made in Italy.

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Leggi anche: E-commerce, ultimo miglio e consumatori sempre più esigenti: l’AI può essere la soluzione, ma in Italia solo 1 azienda su 10 è pronta

22 maggio EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma Revolution: l’evento che anticipa il futuro del retail

Ecommerce Day Focus Beauty e Pharma - 22 maggio Milano
Ecommerce Day Focus Beauty e Pharma

EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma Revolution

La bellezza, oggi, è molto più di un prodotto. È identità, espressione personale e linguaggio culturale. Lo confermano le ultime ricerche che hanno esplorato il rapporto tra Gen Z e beauty, dall’altro, l’indagine sulle consumatrici italiane che fotografa un universo sempre più segmentato e digitale.

I social network si confermano il principale punto di riferimento informativo per tutte le generazioni: Instagram domina tra le 19-35enni, mentre TikTok è il regno delle giovanissime. Sebbene lo shopping online cresca con l’età, il negozio fisico resta centrale per motivi legati al prezzo, alla fiducia e alle condizioni di spedizione. Le consumatrici si dividono in quattro macro-profili: le True Ones, alla ricerca di una bellezza autentica e funzionale; le Shopaholic, sempre alla caccia del trend del momento; le Conscious Glow, attente alla sostenibilità e alla composizione dei prodotti; e infine le Social Performer, molto presenti online e fortemente orientate alla visibilità e all’appartenenza a community digitali.

Un altro elemento interessante riguarda l’intelligenza artificiale. Nonostante il grande potenziale, oggi l’AI non è ancora percepita come leva attiva nel processo decisionale: solo il 10% delle teenager la utilizza realmente, e solo una donna su quattro dichiara che la impiegherebbe per scegliere i prodotti. Il futuro vedrà certamente un’evoluzione in questa direzione, ma la personalizzazione guidata dall’intelligenza artificiale è ancora in fase embrionale, soprattutto tra i target più giovani.

In questo scenario in rapida trasformazione, EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma, in programma a Milano il 22 maggio 2025, si propone come momento strategico per analizzare dati, tendenze, tecnologie e strategie attraverso la voce diretta di chi sta guidando il cambiamento.

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EcommerceDay Focus – Beauty & Pharmaun’agenda densa di contenuti strategici

L’evento si apre alle 14:00 con l’accredito e un primo momento di networking tra partecipanti, speaker e partner.

Dalle 14:30 iniziano gli interventi, con una scaletta costruita per offrire visione, strumenti e casi pratici per chi opera nel settore beauty e pharma.

Le aziende oggi devono essere pronte ad affrontare un consumatore frammentato, ma profondamente consapevole. La capacità di dialogare con generazioni diverse – Gen Z, Millennials e Boomers – sarà determinante per chi vuole costruire valore di lungo periodo.

EcommerceDay focus – il futuro digitale del beauty & pharma

Il talk di apertura firmato Samuele Camatari Founder di EcommerceDay (CEO di Jusan Network & Newesis) e Matteo Guerrini (Beauty Expert), affronterà i trend di mercato, le tecnologie emergenti e le trasformazioni in atto nella relazione tra brand e cliente nei due settori. Dalla digitalizzazione dei punti vendita all’espansione del social commerce, l’intervento offrirà una panoramica chiara e aggiornata delle principali direttrici di cambiamento.

La bellezza non è più solo estetica, ma si intreccia con salute, benessere e consapevolezza. Il pharma, dal canto suo, abbraccia modelli sempre più orientati alla relazione diretta con il paziente/cliente, anche grazie a e-commerce e intelligenza artificiale.

Profumerie indipendenti e globalizzazione

L’intervista a Mara Zanotto, presidente di Ethos Profumerie, approfondirà il tema della resilienza delle imprese familiari, del posizionamento delle profumerie indipendenti e delle strategie per competere in un contesto sempre più dominato da grandi player internazionali.

La sfida oggi è mantenere l’identità e la relazione locale in un mercato globale. La tradizione può diventare leva di differenziazione, se accompagnata da visione e innovazione digitale.

Esperienze premium e omnicanalità

Luca Mainenti di Acqua di Parma – nel suo intervento intitolato Sophistication in the Omnichannel approach esploreremo come costruire esperienze d’acquisto memorabili, integrando retail fisico e digitale. Dalla customer experience alla formazione dei team vendita, il modello omnicanale si fa sempre più sofisticato, soprattutto nel lusso.

Un’esperienza premium non si costruisce solo con il prodotto, ma con attenzione ai dettagli, alla narrazione, al servizio. L’omnicanalità oggi è un ecosistema da orchestrare con coerenza e continuità.

Social commerce e marketplace

Durante la prima tavola rotonda del pomeriggio, esperti di settore come Lorenzo Nicci (Bolton), Lorenzo Liverani (Tavola Spa) e Angelica Maftei discuteranno dei nuovi equilibri tra social commerce e marketplace beauty 2025. Strategie, rischi, visibilità, pricing, gestione delle performance: ogni canale ha le sue logiche e i suoi impatti.

Nel beauty e nel pharma, il marketplace non è solo un canale di vendita, ma un’arena competitiva dove giocarsi reputazione, dati e branding. L’approccio ibrido sarà la chiave per i prossimi anni.

Espandere il Made in Italy – sui mercati USA, Russia, Turchia

Mercy Giordano (Proraso), Francesco Cimino (Paglieri), Leonardo Cirigni (Ludovico Martelli) e Samuele Camatari condivideranno visioni e strategie per portare l’eccellenza italiana sui mercati esteri. Dall’America alla Russia, alla Turchia, il Made in Italy può crescere solo se sa adattarsi a nuovi canali, normative e culture. Vedremo le differenze tra il mercato italiano, i mercati europei, il mercato russo e turco e i mercati USA.

Internazionalizzare oggi significa anche ripensare logistica, localizzazione dei contenuti, supply chain e linguaggi digitali. Un’opportunità da cogliere con metodo e flessibilità.

Nuove dinamiche B2B e B2C

Con Wella Company, Acqua Sant’Anna e Jusan Network, si analizzerà come sono cambiati i rapporti tra brand, clienti finali e trade. L’era post-pandemia ha accelerato il digitale e reso più sofisticate le esigenze di relazione.

Nel B2B come nel B2C, la domanda non è più solo “cosa vendi?”, ma “come, dove e perché lo fai?”. I nuovi clienti cercano coerenza, valori e capacità di risposta veloce.

Retail esperienziale, storytelling e influencer

Con protagonisti del calibro di Xerjoff, Beautynova/Estée Lauder e La Prairie, si discuterà del futuro del punto vendita fisico. Store design, storytelling, consulenza e relazione diventano strumenti per costruire fidelizzazione e valore.

Il retail non è morto: si sta trasformando in uno spazio di esperienza e connessione. Il negozio diventa ambiente immersivo, sensoriale e integrato con i canali digitali.

Supply chain e imprevedibilità

La tavola rotonda finale vedrà confrontarsi nomi come COOP, Sandoz, Jusan Network su alcuni dei temi più complessi del momento: come gestire supply chain, sostenibilità, etica, lanci prodotto e logistica in un mondo dominato dall’incertezza.

Dalla previsione della domanda alla gestione dei resi, l’efficienza non basta più: serve capacità di adattamento, flessibilità operativa e visione anticipatrice.

Networking, confronto e iscrizione gratuita per i merchant

Dalle 18:00 alle 20:00, l’evento si concluderà con un aperitivo di networking aperto a tutti i partecipanti. Un momento informale ma strategico per attivare connessioni, approfondire i temi trattati e aprire nuove collaborazioni.

L’evento è gratuito per merchant e retailer del settore, previa registrazione sul sito ufficiale: www.ecommerceday.it

E-commerce, ultimo miglio tra consumatori e AI

E-commerce e ultimo miglio con l'AI
E-commerce e ultimo miglio tra consumatori e l'Intelligenza artificiale

E-commerce, ultimo miglio e consumatori sempre più esigenti: l’AI può essere la soluzione, ma in Italia solo 1 azienda su 10 è pronta

  • Il commercio digitale continua a crescere: negli ultimi 2 anni, quasi metà delle aziende intervistate (49%) ha registrato un aumento nei volumi di consegna 
  • Maggiori anche le richieste degli utenti finali in materia di personalizzazione e tracciamento delle spedizioni 
  • Tra le principali sfide della logistica dell’ultimo miglio, contenimento dei costi (59%), rispetto delle tempistiche di consegna (48%), gestione dei tragitti (45%) e manutenzione dei veicoli (42%) 
  • Per affrontarle, cresce il livello di digitalizzazione. Il 71% delle aziende dispone di un software di fleet management (contro il 66% del 2021), ma solo il 12% ha già implementato soluzioni di gestione della flotta basate sull’AI

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E-commerce, ultimo miglio e l’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è pronta a rivoluzionare (anche) le consegne dell’e-commerce? Quasi: sebbene siano propense a pensarlo, infatti, solo il 12% delle organizzazioni che operano nel settore dell’ultimo miglio ha già adottato soluzioni basate sull’AI. È quanto emerge dal nuovo studio di  Geotab Inc. e delle sue affiliate (“Geotab”), leader globale nelle soluzioni per veicoli connessi, condotto in Italia su un panel di aziende che operano nel segmento degli acquisti online e della logistica correlata, per sondare sfide, esigenze e maturità del settore rispetto alla telematica.

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I risultati della ricerca confermano la continua espansione dell’e-commerce: negli ultimi 2 anni, le aziende interpellate hanno registrato un aumento dei volumi di consegna (49%) e un ampliamento delle categorie merceologiche vendute online (32%), con cura della persona e abbigliamento identificate come le più profittevoli (rispettivamente dal 47% e 36% del campione). 

In parallelo, si sono però moltiplicate anche le sfide correlate alle esigenze dei consumatori, che hanno aspettative sempre più definite in materia di personalizzazione, tracking e flessibilità delle spedizioni. Secondo le aziende intervistate, le priorità degli utenti finali risultano infatti essere: customizzazione delle consegne, soprattutto in termini di orario (53%), localizzazione in tempo reale del mezzo di trasporto (50%), velocità di ricezione della merce (36%), possibilità di lasciare un feedback sul processo di consegna (30%) e di interagire con il conducente per concordare le istruzioni di consegna (29%).

“L’e-commerce non è solo il presente, ma è anche un canale destinato a crescere ulteriormente in futuro”, ha commentato Franco Viganò, Director, Strategic Channel Development & Country Manager per l’Italia“Mentre aumenta il livello di adozione di strumenti per il fleet management, i dati ci confermano che le potenzialità di applicazione dell’intelligenza artificiale sono ancora da esplorare: restano ampi margini di miglioramento del servizio all’utente finale, che richiede una consegna sempre più tempestiva, puntuale e personalizzata. A queste esigenze, si sommano le necessità di razionalizzazione dettate dall’attuale scenario socioeconomico, oltre alla volontà, da parte delle organizzazioni, di incrementare la sicurezza di mezzi e conducenti e la sostenibilità delle proprie operazioni. La strada è ancora lunga ma, nella nostra visione, già tracciata”.

L’ultimo miglio e la telematica a supporto delle sfide ecommerce

In Italia, la maggior parte delle flotte commerciali è di piccole o medie dimensioni – incluse quelle deputate alla consegna di acquisti effettuati online (di cui il 97% conta da 5 a 49 veicoli). In questo scenario frammentato e altamente competitivo, la principale difficoltà che i gestori delle flotte dell’ultimo miglio si trovano ad affrontare è la necessità di contenimento dei costi (59%), seguita da rispetto delle tempistiche di consegna (48%), gestione dei tragitti (45%) e manutenzione dei veicoli (42%).

Un valido supporto per fronteggiare queste sfide arriva dall’innovazione tecnologica, e le aziende sembrano esserne sempre più consapevoli. Il livello di digitalizzazione delle organizzazioni che si occupano di ultimo miglio è infatti sensibilmente cresciuto negli ultimi anni: oggi, ben il 71% dispone di un software di fleet management (contro il 66% del 2021). 

Le ragioni che spingono all’adozione di questo tipo di soluzioni sono molteplici, ma tutte riconducibili al miglioramento operativo delle flotte. Principalmente, la telematica viene utilizzata per efficientare i tragitti di consegna (46%), migliorare le prestazioni in termini di consumi e costi (28%), monitorare lo stile di guida dei conducenti (27%) e pianificare soste, pause e rifornimenti (25%).

La sostenibilità, al momento, non sembra essere la priorità per i fleet manager italiani: il controllo delle emissioni si classifica all’ultimo posto (7%) tra gli obiettivi per cui vengono sfruttati gli strumenti di telematica. Tuttavia, non va dimenticato che il contenimento dell’impatto ambientale è direttamente correlato a tutti i principali utilizzi sopra elencati, dall’ottimizzazione di percorsi e consumi, al miglioramento dei comportamenti dei conducenti.

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E-commerce – ultimo miglio e l’Intelligenza Artificiale

Probabilmente destinata a rivoluzionare ogni aspetto del business e della quotidianità individuale, l’AI potrebbe essere la chiave di volta (anche) per bilanciare le esigenze delle flotte dell’ultimo miglio con quelle dei consumatori. 

I fleet manager ritengono, infatti, che l’intelligenza artificiale possa contribuire a migliorare diversi aspetti sempre più prioritari per l’utente finale, legati soprattutto al tracciamento e alla personalizzazione dell’esperienza di acquisto. Nel dettaglio, l’AI potrebbe essere sfruttata per rispondere direttamente alle necessità di tracciamento live dei mezzi (40%), per la ricezione di notifiche push sullo stato della consegna (40%), oltre che per la raccolta di feedback sul processo di delivery (33%), la personalizzazione delle procedure di acquisto (32%) e delle consegne (28%). 

I potenziali vantaggi sono insomma ben delineati. Tuttavia, nonostante il 97% dei fleet manager abbia un certo grado di conoscenza dell’AI, solo il 12% ha già implementato soluzioni per la gestione della flotta basate su di essa, riscontrando benefici (seppur non immediati). Anche se a rilento, per il futuro, la direzione sembra però segnata: il 24% degli intervistati ha intenzione di adottare soluzioni basate sull’AI nel corso dei prossimi 12 mesi, mentre il 55% ha intenzione di introdurle in futuro, pur non avendo ancora stabilito una roadmap precisa.

Nella visione dei gestori delle flotte, le principali difficoltà che l’intelligenza artificiale consentirebbe di risolvere sono legate al contenimento delle spese, alla pianificazione dei carichi e dei percorsi, alla sicurezza degli autisti. Indipendentemente dal grado di utilizzo, i fleet manager italiani riconoscono infatti il ruolo dell’AI per ottimizzare tragitti e costi (68%), gestire in maniera tempestiva gli imprevisti (67%), rilevare comportamenti scorretti del conducente (66%) e pianificare in anticipo la manutenzione (66%).  

EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma – 22 maggio Milano

Nel contesto dell’evoluzione dell’ecommerce e delle sfide legate alla logistica dell’ultimo miglio, il settore beauty si conferma tra i più dinamici e sensibili alla qualità del servizio. Durante EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma, in programma il 22 maggio a Milano, si parlerà proprio di come la supply chain e la logistica dell’ecommerce stiano ridefinendo l’esperienza d’acquisto nel mondo della bellezza e della salute. Temi come velocità di consegna, packaging sostenibile, gestione dei resi e integrazione omnicanale saranno al centro di un confronto tra brand, retailer, esperti di tecnologia e logistica. Un’occasione unica per esplorare soluzioni concrete e visioni strategiche che rispondano alle nuove aspettative dei consumatori e alla crescente pressione sulla sostenibilità del modello distributivo.

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Beauty e pharma – torna EcommerceDay Focus a Milano

Beauty e Pharma - ecommerceday- focus-Milano
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Beauty e pharma: innovazione, contenuti e AI alla guida della trasformazione

Il mondo del beauty e del pharma sta attraversando una trasformazione epocale, sospinto da una combinazione di fattori tecnologici, culturali e comportamentali. I modelli di consumo evolvono rapidamente: i clienti sono sempre più consapevoli, informati, digitalmente attivi. Non cercano più solo prodotti, ma esperienze personalizzate, risposte immediate, contenuti autorevoli e interazioni significative lungo tutto il customer journey.

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La digitalizzazione dei touchpoint – dall’ecommerce tradizionale al social commerce, dalle app mobile ai canali conversazionali – ridefinisce le aspettative del pubblico e le strategie dei brand. In questo scenario, l’intelligenza artificiale passa da uno strumento a un vero motore di cambiamento: consente di creare contenuti su misura, automatizzare processi, prevedere comportamenti d’acquisto e ottimizzare le relazioni con i clienti in tempo reale.

L’Italia, con un mercato in continua espansione sia nella cosmetica che nella salute, si conferma terreno fertile per l’innovazione. Da un lato, il comparto beauty italiano cresce a ritmi sostenuti, con un’adozione crescente dei canali digitali e una propensione elevata all’export. Dall’altro, il settore pharma si sta aprendo a nuovi modelli distributivi e relazionali, dove la fiducia, la trasparenza e la convergenza con il benessere diventano driver strategici.

In questo contesto ibrido e in rapida evoluzione, contenuti, tecnologia e responsabilità si intrecciano per ridefinire il futuro del retail beauty & pharma. La sfida per le aziende sarà saper combinare innovazione e rigore, performance e sostenibilità, costruendo un ecosistema in cui AI, storytelling e dati siano al servizio della relazione con il cliente.

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Il futuro dei settori Beauty e pharma – crescita e numeri

Il futuro del beauty e del pharma è sempre più digitale, fluido e interconnesso. Le abitudini di acquisto si stanno evolvendo rapidamente, trainate da nuove tecnologie, esigenze post-pandemiche e una crescente richiesta di personalizzazione. Secondo le stime più aggiornate, entro il 2026 oltre il 40% del fatturato del settore cosmetico in Italia sarà influenzato da canali digitali, confermando una tendenza ormai strutturale.

Questa trasformazione va ben oltre il classico e-commerce. A emergere è un ecosistema articolato che comprende social commerce, live shopping, consulenze virtuali, esperienze immersive in AR/VR, e strumenti di intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo è offrire esperienze d’acquisto sempre più coinvolgenti, su misura e omnicanale. I dati parlano chiaro: il 65% dei consumatori italiani ricerca attivamente informazioni online sui prodotti beauty prima dell’acquisto, mentre il 48% effettua regolarmente acquisti digitali. La fiducia nel canale online cresce, supportata da contenuti di qualità, recensioni e testimoni credibili.

Nel settore pharma, il percorso di digitalizzazione è altrettanto avanzato. La spesa digitale in farmacie e parafarmacie è aumentata del 16% nel 2024, spinta dalla forte domanda di integratori, prodotti per l’igiene personale e soluzioni per il benessere quotidiano. L’e-pharmacy ha raggiunto un valore prossimo ai 2 miliardi di euro, consolidandosi come canale fondamentale per l’acquisto di prodotti OTC e dispositivi medici, anche grazie a una normativa più favorevole e a un consumatore sempre più propenso all’autogestione della salute.

La crescita di questi due mercati non si limita ai numeri: rappresenta una mutazione strutturale delle modalità di relazione tra brand e consumatori. La crescente convergenza tra salute e bellezza impone un nuovo approccio, basato su affidabilità scientifica, trasparenza nei contenuti e capacità di adattamento dei canali. Chi saprà interpretare questi cambiamenti con visione e responsabilità, avrà un vantaggio competitivo duraturo.

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Beauty e pharma sono i temi del prossimo Focus di EcommerceDay a Milano

L’evoluzione parallela dei settori beauty e pharma ha ormai portato a una convergenza sempre più evidente. Non si tratta di una semplice affinità commerciale, ma di un vero e proprio cambio di paradigma, in cui i confini tra bellezza e salute si sfumano e le esigenze dei consumatori si sovrappongono. Prodotti dermocosmetici, integratori funzionali, cosmeceutici e soluzioni preventive OTC occupano oggi un’area comune, dove la richiesta di efficacia, trasparenza e affidabilità guida le scelte di acquisto.

Il consumatore moderno è informato, attento agli ingredienti, sensibile alla sostenibilità, ma anche esigente nei confronti dell’esperienza complessiva: vuole contenuti chiari e certificati, accesso a consulenze professionali e una relazione diretta con i brand. Questo scenario sta spingendo i canali di vendita verso una ibridazione strategica.

Un esempio concreto di questa trasformazione è la recente apertura della Parafarmacia & Beauty di Amazon a Milano, dove l’80% dell’assortimento è dedicato alla dermocosmesi e il restante 20% a prodotti OTC. Qui il retail si fonde con l’esperienza, portando nel fisico le logiche dell’online e viceversa. Anche le farmacie tradizionali si stanno reinventando: diventano veri e propri hub di consulenza, benessere e contenuto, in grado di offrire servizi personalizzati, diagnosi rapide, consigli su misura.

Nel frattempo, il social commerce si inserisce con forza in questo nuovo equilibrio. L’ingresso di TikTok Shop in Italia è una prova tangibile del cambiamento in atto: contenuto, community e conversione si fondono in un’esperienza unica, dove lo storytelling è funzionale alla fiducia e alla vendita.

L’AI come leva strategica per beauty e pharma

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi il principale acceleratore di innovazione per i settori beauty e pharma. Secondo McKinsey, solo nel comparto beauty la Generative AI potrebbe generare fino a 10 miliardi di dollari di valore entro il 2025. Ma più che una semplice tecnologia, l’AI è un nuovo modello operativo, una logica trasversale che attraversa tutta la catena del valore.

Nel beauty e nel pharma, l’AI consente di:

  • generare contenuti visivi e testuali personalizzati per ogni canale e target
  • monitorare il sentiment in tempo reale e adattare campagne e linguaggi
  • prevedere trend di consumo, preferenze emergenti e bisogni latenti
  • ottimizzare la gestione del catalogo e delle schede prodotto
  • automatizzare il customer care con chatbot intelligenti ed empatici
  • supportare la rete vendita con materiali formativi e suggerimenti predittivi

Questa nuova intelligenza operativa permette di passare da un marketing reattivo a un marketing proattivo, in grado di anticipare desideri, generare fiducia e migliorare la customer experience. Tuttavia, non si può ignorare l’esigenza di una governance strutturata: l’uso dell’AI deve essere guidato da principi di trasparenza, equità e protezione dei dati, specialmente in settori delicati come salute e benessere

Nuovi canali, nuovi modelli di relazione con il cliente

Il modello relazionale tra produttore, retailer e cliente sta vivendo una profonda trasformazione. Il cliente non si accontenta più di acquistare un prodotto: desidera far parte di un ecosistema di contenuti, fiducia e consulenza.

In questo scenario, il punto vendita – fisico o digitale – diventa un luogo di relazione e racconto, dove ogni touchpoint contribuisce a costruire valore. La forza vendita si evolve in un team di content advisor, capaci di integrare storytelling e dati. I brand più evoluti investono nella formazione omnicanale, offrendo ai collaboratori strumenti digitali, contenuti smart e insight predittivi.

La fidelizzazione non si costruisce più solo con le promozioni, ma attraverso esperienze rilevanti, contenuti autorevoli e interazioni personalizzate. L’integrazione tra CRM, marketing automation e intelligenza artificiale è la chiave per rendere ogni contatto un’occasione di relazione, anche in contesti regolamentati come quello del pharma.

Contenuti, AI e responsabilità: una questione di etica e governance

Nel nuovo ecosistema beauty-pharma, il contenuto è il vero protagonista. Deve essere personalizzato ma coerente, creativo ma regolamentato, veloce ma attendibile. La capacità di generare e distribuire centinaia di asset visivi e testuali ottimizzati, su diversi canali e mercati, è diventata un requisito strategico.

Ma questa potenza va governata. L’adozione dell’AI impone un cambiamento culturale nelle aziende, che devono dotarsi di regole, strumenti e processi per garantire qualità, tracciabilità e rispetto normativo. In un contesto dove la fiducia è tutto, non basta promettere: occorre dimostrare.

Nel beauty e nel pharma, la responsabilità non è un’opzione: è una necessità. Significa proteggere i dati personali, evitare bias algoritmici, garantire messaggi chiari, validi e aggiornati. La governance dei contenuti – in particolare per le aziende che operano in mercati internazionali – è oggi un asset competitivo e un presidio di compliance.

EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma – il 22 maggio a Milano

Tutti questi temi saranno al centro del prossimo appuntamento con EcommerceDay Focus – Beauty & Pharma, in programma il 22 maggio a Milano. Un evento verticale interamente dedicato alla trasformazione digitale dei settori della cosmetica, del benessere e della salute, pensato per fornire spunti concreti, ispirazione strategica e networking di alto livello.

Durante la giornata, speaker di rilievo – tra imprenditori, manager, innovatori, esperti di AI e digital marketing – condivideranno:

  • casi studio di successo nel mondo beauty e pharma
  • strategie omnicanale e di personalizzazione dell’esperienza utente
  • applicazioni concrete di marketing conversazionale e Generative AI
  • best practice su sostenibilità, trasparenza e brand trust
  • modelli ibridi di integrazione tra canali fisici e canali digitali

L’evento si terrà in presenza a Milano, Via Manzoni 16, presso Casa Gessi. Sarà un’occasione unica per:

  • anticipare i trend del settore e le novità normative
  • scoprire strumenti digitali per scalare l’ecommerce nel beauty e nel pharma
  • confrontarsi con i protagonisti del cambiamento
  • entrare in contatto con aziende, startup e professionisti innovativi

EcommerceDay Beauty e Pharma si concluderà con un buon aperitivo e un ampio momento di networking.

La partecipazione è gratuita per brand e retailer previa registrazione sul sito ufficiale ecommerceday.itVai alla pagina dedicata al Focus Beauty & Pharma
I posti sono limitati, si consiglia l’iscrizione anticipata.

Perché partecipare a EcommerceDay Focus Beauty e Pharma?

Perché il futuro di beauty e pharma si gioca oggi: tra AI, nuovi modelli di consumo e contenuti sempre più strategici, solo chi è pronto a cambiare potrà guidare la trasformazione.

La trasformazione in corso nei settori beauty e pharma non è più solo una questione di canali o tecnologie. È una rivoluzione culturale che ridefinisce il concetto stesso di relazione tra brand e cliente. L’integrazione tra AI, contenuti e nuovi modelli relazionali rappresenta la chiave per interpretare questo cambiamento con visione, responsabilità e concretezza.

I brand che sapranno unire innovazione tecnologica, coerenza narrativa e attenzione etica saranno quelli in grado di costruire fiducia, differenziare il proprio posizionamento e generare valore nel lungo periodo.

Un’occasione unica per professionisti, brand e retailer per aggiornarsi, confrontarsi e prepararsi alle sfide future in due dei mercati più dinamici e promettenti. Vedi il video dell’ultimo EcommerceDay Focus B2B e CRM

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THRON presenta AMBRA AI, AI SaaS Italiano che azzera il tempo di reazione del marketing digitale

Thron presenta Ambra AI
Thron presenta Ambra AI - l'intelligenza artificiale generativa saas italiana

Il motore AI potenzia la piattaforma dell’azienda THRON X, nata dopo tre anni di sviluppo e un investimento di due milioni di euro. Dalla Moda alla Manifattura, costi IT abbattuti del 55%

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THRON presenta il nuovo motore generativo AMBRA AI

THRON, software company leader in Italia nella gestione integrata e nella distribuzione di contenuti digitali e dati di prodotto, presenta l’espansione della propria piattaforma THRON X con il nuovo motore generativo “AMBRA AI” per il go-to-market degli asset digitali.

Lanciata a fine 2024, THRON X diventa così la prima piattaforma AI-assistita per la gestione unificata di dati e asset di prodotto (Product Asset Management – PAM), capace di superare la frammentazione dei tradizionali sistemi a silos di Digital Asset Management (DAM) e Product Information Management (PIM). Tali caratteristiche contribuiscono a renderla la più all’avanguardia nel suo campo in Europa.

A questo posizionamento, con l’aggiunta di AMBRA AI, la software company introduce una novità assoluta nel mondo MarTech: assiste e accelera tramite intelligenza artificiale tutti i processi che seguono la creazione e sviluppo del racconto di un prodotto (fotografie, schede tecniche, video, creatività, brochure e cataloghi) tipicamente revisionati da molteplici attori in azienda (marketing interno, agenzie esterne, traduttori, supporto alla certificazione di prodotto e qualità). Le informazioni vengono automaticamente aggiornate sui molteplici canali digitali, siti ed e-commerce, fino ai marketplace esterni grazie ai connettori nativi con più di 200 piattaforme, dalla Moda alla Manifattura.

La realizzazione della piattaforma ha richiesto 3 anni di sviluppo e ha coinvolto un team di oltre 50 esperti. Con il nuovo motore, THRON completa un ciclo strategico di investimenti pari a 2 milioni di euro in Ricerca & Sviluppo, design experience e AI. Tramite questo ulteriore sviluppo, THRON si consolida in Italia e guarda ai mercati esteri con il valore aggiunto di una tecnologia Made in Italy dalla progettazione fino al supporto.

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Design experience e intelligenza artificiale con AMBRA AI di THRON

“La decima generazione THRON, la versione X, non è nata da algoritmi o macchine, ma dal talento, dalla creatività e dalla collaborazione di oltre 50 professionisti. È il risultato di un lavoro sofisticato fatto di studio, ascolto dei clienti, ricerca e sviluppo, avviato tre anni fa con il nostro piano industriale di crescita, e oggi raggiunge la sua prima fase di completamento. Siamo spinti dalla volontà di rendere la tecnologia più accessibile: abbiamo trasformato un’idea ambiziosa in una soluzione concreta, capace di semplificare l’intera infrastruttura tecnologica delle aziende. Siamo orgogliosi di portare questa visione sul mercato, in una simbiosi tra persone, imprese e cloud computing guidato dall’intelligenza artificiale”, ha aggiunto Davide Chiarotto, CEO e Product Manager di THRON.

A cosa serve AMBRA AI di THRON

Tramite l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale, AMBRA AI può elaborare immagini, riconoscendo oggetti in qualsiasi asset (immagini, video, documenti) e trasformandoli per adattarli automaticamente per vari contesti d’uso – sfondi, formati, risoluzioni e requisiti localizzati – con una minima spesa di banda. Per quanto riguarda l’elaborazione del testo, può effettuare ricerche in linguaggio naturale e generare descrizioni e traduzioni basati sui dati di prodotto.

Il motore è inoltre in grado di riconoscere duplicati ed eliminarli per mantenere un unico asset sulla filiera di distribuzione dei contenuti. Grazie all’integrazione di queste nuove funzionalità, THRON X permette agli specialisti del MarTech di abbattere del 95% i tempi di creazione di una demo – da un’ora a tre minuti – incidendo significativamente sul time-to-market dei contenuti, e di risparmiare in media il 55% di costi IT legati a integrazioni e licenze.

“Con THRON X abbiamo già registrato un risparmio medio di 3 mesi per singola risorsa marketing e una riduzione fino al 55% dei costi tecnologici legati alla system integration. Durante il rilascio della versione beta, i nostri abbonamenti SaaS sono poi cresciuti del +20% grazie all’impatto immediato delle automazioni introdotte”, ha dichiarato Nicola Meneghello, Founder e Marketing Manager di THRON.

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Il futuro del beauty in Europa: tendenze e strategie per il 2025

Futuro del beauty Europa
Futuro del beauty Europa - strategie per il 2025

Il futuro del beauty in Europa

Il settore della bellezza in Europa sta vivendo una trasformazione significativa, guidata da innovazioni tecnologiche, cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e una crescente attenzione al benessere personale. Secondo il report di Shopify, il valore delle vendite retail nel settore cosmetico europeo ha raggiunto i 96 miliardi di euro nel 2023, posizionando l’Europa come uno dei due mercati più importanti a livello globale, insieme agli Stati Uniti.

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Crescita del mercato e comportamenti dei consumatori

Le previsioni indicano che entro il 2024, il mercato europeo della bellezza e della cura personale genererà 133 miliardi di euro di fatturato, con un tasso di crescita annuo dell’1,81% fino al 2029. Il segmento della cura della persona contribuirà maggiormente, con un volume stimato di circa 56 miliardi di euro nel 2024. Inoltre, si prevede che le vendite online rappresenteranno il 38,9% del fatturato complessivo del mercato entro il 2024, evidenziando una forte tendenza verso le piattaforme digitali.

I consumatori europei, in particolare la Generazione Z, mostrano una crescente preferenza per esperienze di acquisto omnicanale. Questi acquirenti desiderano esplorare i prodotti in negozio e continuare l’esperienza online, cercando articoli personalizzati e adatti alle loro esigenze specifiche. La Generazione Z, influenzata dai social media, è un motore trainante nell’e-commerce, con una previsione di 140 milioni di consumatori attivi nel mercato della bellezza e della cura personale nel 2024, cifra che dovrebbe raggiungere i 170 milioni entro il 2028.

Innovazione tecnologica e personalizzazione per il futuro del beauty

La tecnologia sta rivoluzionando il settore beauty, ridisegnando completamente l’esperienza di acquisto e la relazione tra brand e consumatori. Strumenti avanzati basati su intelligenza artificiale (AI), realtà aumentata (AR) e machine learning permettono oggi ai clienti di provare virtualmente i prodotti, ricevere raccomandazioni personalizzate, analizzare in tempo reale le condizioni della pelle, dei capelli e del cuoio capelluto, migliorando la precisione delle scelte di acquisto e riducendo la distanza tra online e offline.

App e dispositivi di skincare analysis, specchi smart, skin scanner e algoritmi di beauty diagnostics stanno diventando alleati preziosi per i brand, consentendo esperienze ultra-personalizzate e consulenze tailor-made, sia in store che online. Tecnologie derivate dal settore medicale, come i dispositivi a microcorrente o a radiofrequenza, sono state adattate all’uso domestico, permettendo ai consumatori di replicare trattamenti professionali senza doversi recare nei centri estetici.

Queste innovazioni non si limitano a migliorare l’esperienza utente, ma aprono nuove opportunità competitive per i brand, che possono differenziarsi attraverso servizi ad alto valore aggiunto, percorsi di beauty coaching personalizzati, sistemi di subscription su misura e linee di prodotto create specificamente sulle esigenze biometriche dei clienti.

La personalizzazione è ormai una componente imprescindibile: i consumatori non cercano più solo un prodotto, ma soluzioni pensate per la loro unicità. In questo contesto, la capacità dei brand di raccogliere, interpretare e trasformare i dati in esperienze personalizzate sarà il vero fattore di successo nel mercato beauty del 2025 e oltre.

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Sostenibilità e valori del brand

I consumatori moderni sono sempre più attenti alla sostenibilità, all’etica e ai valori incarnati dai brand. In un mercato saturo di offerte, la differenza non la fa più solo la qualità del prodotto, ma il sistema di valori che l’azienda riesce a trasmettere e incarnare concretamente.

La trasparenza lungo l’intera filiera produttiva, l’uso di ingredienti naturali, l’adozione di pratiche eco-friendly e il rispetto dei diritti umani sono diventati elementi centrali nelle decisioni di acquisto. I consumatori, specialmente tra le nuove generazioni, premiano i marchi che non si limitano a promuovere un’immagine green, ma dimostrano un reale impegno attraverso azioni misurabili, certificazioni riconosciute e iniziative di impatto sociale.

Comunicare in modo autentico e coerente è oggi fondamentale: ogni promessa deve essere supportata da fatti concreti, pena la perdita immediata di fiducia. La sostenibilità è infatti percepita come un valore identitario, non come una semplice leva di marketing.

I brand che riusciranno a integrare la sostenibilità nel proprio DNA — andando oltre la comunicazione esterna per trasformarla in una vera cultura aziendale — conquisteranno non solo nuovi clienti, ma costruiranno anche relazioni durature, basate su fiducia, lealtà e appartenenza.

Futuro del beauty in Europa – strategie per il successo nel 2025

Per emergere in questo panorama in evoluzione, i brand del settore beauty dovrebbero considerare le seguenti strategie:

  • Adottare un approccio omnicanale: integrare esperienze online e offline per offrire un percorso di acquisto fluido e coerente.
  • Investire in tecnologia: utilizzare strumenti di intelligenza artificiale e realtà aumentata per migliorare l’interazione con il cliente e offrire soluzioni personalizzate.
  • Promuovere la sostenibilità: implementare pratiche eco-friendly e comunicare in modo trasparente l’impegno verso l’ambiente.
  • Focalizzarsi sulla personalizzazione: offrire prodotti e servizi su misura, rispondendo alle esigenze specifiche dei consumatori.
  • Costruire una community: creare una relazione autentica con i clienti attraverso contenuti coinvolgenti e interazioni significative sui social media.

Futuro del beauty in Europa – conclusione

Il settore beauty in Europa sta attraversando una fase di profonda trasformazione, trainata dall’evoluzione delle abitudini di consumo, dalla crescente attenzione alla sostenibilità e dall’impatto delle nuove tecnologie. I brand che sapranno adattarsi rapidamente, ponendo al centro innovazione, personalizzazione e responsabilità sociale, saranno quelli che guideranno il mercato nel 2025 e oltre.

La ricerca di prodotti autentici, trasparenti e rispettosi dell’ambiente si intreccia sempre più con l’esigenza di esperienze digitali personalizzate e coinvolgenti. L’integrazione di AI, realtà aumentata e big data permetterà ai brand di offrire soluzioni su misura e migliorare la customer experience lungo tutti i touchpoint, fisici e digitali.

In questo scenario, la sostenibilità non sarà più un’opzione ma un requisito imprescindibile, così come la capacità di raccontare storie credibili che mettano al centro i valori di inclusione, innovazione e consapevolezza.

Il futuro del beauty europeo appartiene a chi saprà interpretare questi cambiamenti non come una minaccia, ma come una straordinaria opportunità per costruire nuovi modelli di business, più resilienti, autentici e vicini alle nuove generazioni di consumatori.

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Nuove esperienze di pagamento con Scalapay e Adyen

Adyen e Scalapay - novita nei pagamenti Buy Now, Pay Later
Adyen e Scalapay - novita nei pagamenti Buy Now, Pay Later

Scopri come la partnership tra Scalapay e Adyen sta trasformando l’e-commerce attraverso soluzioni di pagamento innovative e affidabili, migliorando l’efficienza operativa e l’esperienza dell’utente.

Scalapay & Adyen: una sinergia che sta cambiando l’esperienza di pagamento

Nel mondo frenetico dell’e-commerce, l’innovazione nei pagamenti è fondamentale per il successo. Le soluzioni più avanzate non solo migliorano l’esperienza del cliente, ma possono anche incrementare significativamente le conversioni e la fidelizzazione. Tra queste soluzioni, il Buy Now, Pay Later (BNPL) si distingue come una delle più “rivoluzionarie”. Offre, infatti, ai consumatori la possibilità di dilazionare i pagamenti, rendendo gli acquisti più accessibili e convenienti e stimolando le vendite.

In questo contesto, Scalapay si è affermata come piattaforma leader del Buy Now, Pay Later nel Sud Europa, con oltre 8.000 brand partner, 8,5 milioni di utenti attivi tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo e 240.000 nuovi shopper al mese. Ma non è tutto, perché nel suo percorso di innovazione, Scalapay ha scelto di collaborare con Adyen per ottimizzare ulteriormente la propria strategia di pagamento. Antonio Giovanazzi, Head of Payment di Scalapay, che abbiamo incontrato, ci svela tutti i dettagli. 

Qui sotto una piccola anticipazione dei risultati principali:

  • Aumento del conversion rate degli addebiti sulle carte compreso tra il 4% e il 6%.
  • Miglioramento delle performance grazie alle logiche di retry di Adyen Uplift.
  • Pagamenti più fluidi per una user experience più soddisfacente.

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Pagamenti intelligenti e performance elevate: gli obiettivi da raggiungere

Un aspetto centrale che ha portato Scalapay a collaborare con Adyen è stata la necessità di ottimizzare la gestione dei pagamenti, ma anche quella di creare un sistema di collection performante. 

Avevamo la necessità di rendere ogni transazione più efficiente, sia in termini di performance che di costo, ottenendo un maggiore controllo sui flussi di pagamento e garantendo la continuità delle transazioni nei Paesi in cui operiamo. Questo ci ha portati a rivedere la nostra strategia e a considerare anche partner come Adyen e il suo servizio di acquiring“. Antonio Giovanazzi – Head of Payment, Scalapay

Allo stesso tempo, in un sistema di Buy Now, Pay Later (BNPL) le rate successive alla prima possono fallire per vari motivi, come la mancanza di fondi sulle carte prepagate o di debito, o semplicemente perché l’utente si dimentica di pagare. Scalapay desiderava, dunque, realizzare una gestione intelligente dei tentativi e dei fallimenti per perfezionare anche questo step cruciale.

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Un partner affidabile con la giusta tecnologia: la formula vincente

La scelta di Adyen come partner tecnologico per Scalapay è stata dettata da diversi fattori chiave. Uno dei principali è stata la conoscenza diretta dei punti di forza di Adyen da parte di uno dei membri del team di Scalapay, che hanno poi trovato riscontro nei risultati raggiunti.

L’affidabilità è stata uno degli aspetti che ci ha reso assolutamente contenti della nostra scelta. Scalapay gestisce enormi volumi di addebiti sulle carte e la sicurezza e la stabilità di Adyen ci hanno permesso di focalizzarci su altri progetti senza preoccupazioni, certi che tutto sia gestito nel migliore dei modi”. – Antonio Giovanazzi – Head of Payment, Scalapay

Oltre all’affidabilità, anche l’elevato livello di competenza e supporto degli account manager hanno giocato un ruolo fondamentale nel soddisfare le esigenze di Scalapay, consigliando anche le giuste tecnologie. Una delle soluzioni chiave implementate è Adyen Uplift, la suite basata sull’AI dedicata all’ottimizzazione dei pagamenti, e in particolare le funzioni di Auto-retry e Smart logic. Queste ultime, sfruttando la grande mole di dati che Adyen ha a disposizione nei propri sistemi, permettono infatti di perfezionare ogni transazione per massimizzare il tasso di successo e, in caso di transazione fallita, consentono ad esempio di aggiornare automaticamente i dati della carta e di programmare il pagamento al momento ottimale.

Inoltre, Scalapay sta implementando la soluzione Authentication Stand Alone di Adyen, che permette di separare l’autenticazione delle carte, con la verifica dell’identità dell’utente tramite SCA ove necessario, dall’autorizzazione del pagamento. In questo modo, Scalapay può beneficiare di un processo più flessibile e ottimizzare la fase di autorizzazione per essere ancora più performante. 

Più efficienza e conversioni: i risultati della partnership

La collaborazione tra Scalapay e Adyen, avviata circa un anno fa, ha portato a risultati notevoli sia a livello di efficienza che di conversioni.

Per noi è fondamentale poter addebitare con facilità le carte degli utenti. Anche solo un miglioramento dell’1% o dello 0,5% ha un impatto considerevole sui nostri volumi complessivi. Adyen Uplift, con le sue logiche di retry, ha migliorato significativamente le nostre performance“. – Antonio Giovanazzi – Head of Payment, Scalapay

Più precisamente, l’affidabilità nel processare le rate e le soluzioni tecnologiche avanzate di Adyen hanno permesso a Scalapay di conseguire incrementi importanti in termini di conversion rate.

Abbiamo registrato un aumento del conversion rate degli addebiti sulle carte compreso tra il 4% e il 6%. Parliamo, quindi, di milioni di euro e siamo riusciti a migliorare l’efficienza operativa, riducendo al contempo l’attrito per gli utenti, a favore di una user experience più soddisfacente”. – Antonio Giovanazzi – Head of Payment, Scalapay

Scalapay & Adyen e le prospettive future

Scalapay sta già pianificando i prossimi passi per continuare a innovare e migliorare la user experience. Un primo focus riguarda la personalizzazione del servizio sulla base dello storico di ogni acquirente, ma anche la trasparenza, che si esprime con l’indicazione del massimale che un utente può ricevere come credito in app. 

Per quanto riguarda l’esperienza di pagamento, oltre alla carta One-Time usa e getta per pagamenti in tre rate anche presso e-commerce che non hanno un rapporto diretto con Scalapay e in store, il player intende sviluppare una carta permanente. Inoltre, sta esplorando soluzioni alternative alle carte, tra cui l’open banking e i wallet digitali

In questo percorso, Adyen continuerà a giocare un ruolo centrale, supportando la crescita futura di Scalapay. 

Siamo felici di poter contare su un partner estremamente affidabile, in grado di fornirci il supporto e le soluzioni tecnologiche di cui abbiamo bisogno. Grazie all’integrazione con Adyen, potremo continuare ad ottimizzare la gestione dei pagamenti, offrire il Buy Now, Pay Later ad un importante network di merchant in pochi clic, ma non solo. In futuro, prevediamo di automatizzare anche le operazioni correlate ai chargeback e ai documenti di difesa, sempre in un’ottica di maggiore efficienza”. – Antonio Giovanazzi – Head of Payment, Scalapay

Con queste prospettive future, Scalapay e Adyen sono pronti a continuare la loro collaborazione, portando innovazioni significative nel settore dei pagamenti digitali e migliorando ulteriormente l’esperienza dei merchant e degli utenti.

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Ecco perché partecipare a EcommerceDay Focus
EcommerceDay Focus B2B & CRM Experience

EcommerceDay e il Comitato Scientifico al lavoro per una nuova visione del digitale e un commercio sostenibile

EcommerceDay e il Comitato Scientifico
EcommerceDay e il Comitato Scientifico

Eticommerce: cultura, innovazione e nuovi modelli per un commercio sostenibile

Cosa succede quando imprenditori, manager e innovatori del lusso, del food, del fashion, della cosmetica e della tecnologia si incontrano per confrontarsi sulle sfide e sulle opportunità del commercio digitale? Nasce un dialogo autentico, trasversale, multidisciplinare. Un dialogo che non si limita a condividere know-how, ma genera visioni, alleanze e nuovi modelli di sviluppo.

La prima riunione del Comitato Scientifico di EcommerceDay 2025 ha acceso i riflettori su un concetto nuovo e potente: Eticommerce.

Un neologismo che sintetizza l’urgenza di coniugare innovazione, sostenibilità, etica e cultura del consumo all’interno di un sistema economico sempre più interconnesso e complesso.

Questa visione nasce in un momento storico cruciale, in cui il commercio sta ridefinendo sé stesso per rispondere a una nuova generazione di consumatori, a mercati iper-competitivi, a crisi geopolitiche e ambientali che impongono riflessione e cambiamento.

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Eticommerce: dove cultura, etica e business si incontrano

Come ha ricordato Samuele Camatari, fondatore di EcommerceDay e di Jusan Network, la cultura dell’e-commerce in Italia è nata tra gli scetticismi, ma ha saputo evolversi in uno spazio di formazione, contaminazione e crescita comune:

«Abbiamo iniziato a parlare di e-commerce quando sembrava una follia. Oggi parliamo di cultura, persone, esperienza. L’e-commerce non è solo tecnologia e processi: è relazione

E proprio da questa relazione nasce Eticommerce, una visione che mette al centro la responsabilità sociale delle imprese, la coerenza del brand, la trasparenza nei confronti dei clienti e la valorizzazione delle filiere produttive. Un modello di business dove etica, sostenibilità e cultura del consumo guidano le scelte strategiche e diventano parte integrante dell’innovazione.  Un manifesto valoriale da costruire insieme, a più mani.

EcommerceDay e il Comitato Scientifico – un comitato multidisciplinare che guarda al futuro

Durante l’incontro, il comitato ha accolto testimonianze provenienti da mondi differenti ma interconnessi. Un confronto che ha evidenziato criticità, ispirazioni e sfide comuni:

  • Luca Pennavaria (La Prairie) ha sottolineato l’importanza di un’esperienza digitale immersiva, ispirata al modello asiatico, in grado di costruire relazioni significative con il brand prima ancora dell’acquisto.
  • Gianluca Borghi (10 Corso Como) ha rilanciato la visione della cultura italiana del bello come leva strategica dell’espansione internazionale con un approccio multicanale e coerente.
  • Emanuele Mazziotta (Coccinelle) ha messo l’accento sulla coerenza tra immagine e posizionamento strategico dei brand: «Il cliente percepisce quando manca allineamento tra ciò che un marchio promette e ciò che realmente offre.»
  • Alberto Spinelli (Latteria Soresina) ha ricordato che l’innovazione non può prescindere dalla logistica: «Il reso gratuito non è un diritto assoluto, ma un costo ambientale e culturale. Serve educazione al click consapevole.»
  • Angelica Maftei (EcommerceDay) ha invitato a integrare nel dialogo anche i retailer e il canale wholesale, troppo spesso lasciati fuori dalle strategie di brand experience.
  • Luca Pennavaria (cosmetica & lusso) ha aggiunto: «Il lusso ha una responsabilità sociale. L’etica non è una rinuncia al profitto, ma la condizione per renderlo sostenibile nel tempo.»

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EcommerceDay contaminazione positiva e cultura del consumo

Nel corso dell’incontro si è consolidata la consapevolezza che l’e-commerce non è un canale di vendita, ma un’estensione del commercio. La phygital experience – dove online e offline si fondono – è ormai imprescindibile. Il cliente non distingue più tra “negozio” e “sito”: cerca esperienze coerenti, relazioni umane, trasparenza.

L’esperienza virtuale diventa estensione dell’esperienza fisica. Live streaming, shopping conversazionale, immersione nei valori del brand: si tratta di creare relazioni che nascono digitalmente e crescono nel tempo. 

Il tema della logistica è stato centrale. Alberto Spinelli ha riportato la necessità di un acquisto e consumo consapevole: 

«Senza una logistica solida, anche il negozio più bello resta con gli scaffali vuoti. E il reso gratuito? È una trappola che svilisce la supply chain e promuove lo spreco. Serve educare il cliente al click consapevole». 

Il valore della filiera del commercio: dal food alla moda

Durante la riunione, il Comitato Scientifico di EcommerceDay ha dedicato ampio spazio a un tema cruciale per l’intero ecosistema commerciale: la tenuta delle filiere produttive e distributive. Dalla moda al food, passando per il beauty e il tech, tutte le filiere oggi si trovano a operare in un contesto altamente competitivo e, in molti casi, squilibrato. Marketplace sempre più aggressivi, pratiche di dumping internazionale, dinamiche di prezzo al ribasso e politiche promozionali poco sostenibili mettono sotto pressione i produttori, comprimendo i margini e impoverendo la qualità dell’offerta.

Eppure, esistono modelli virtuosi che dimostrano come sia possibile coniugare competitività, etica e valore. Tra questi, il comitato ha evidenziato l’esempio delle cooperative italiane del settore alimentare, che con trasparenza, tracciabilità e attenzione all’intera catena del valore – dalla produzione alla distribuzione – riescono a garantire standard elevati di qualità e sostenibilità. Un approccio che rafforza il legame con il consumatore finale, che tutela anche il lavoro, il territorio e l’identità dei prodotti.

Un ragionamento estendibile anche ad altri settori, come quello della moda e della cosmetica, dove si stanno affermando modelli di slow production, artigianalità evoluta e supply chain responsabili. La sfida per le imprese è chiara: costruire filiere resilienti e coerenti con i valori di un consumatore sempre più attento, informato e consapevole.

Prossimi passi: cultura condivisa, eventi diffusi

Dal dialogo sono emerse due priorità condivise: dare continuità al confronto e progettare insieme i prossimi eventi EcommerceDay, portando testimonianze autentiche, casi studio e nuove idee per un commercio digitale più consapevole. 

Il confronto ha tracciato le prossime tappe del progetto EcommerceDay 2025: un ecosistema di eventi diffusi, accessibili e tematici, che si articoleranno nei Focus verticali (Beauty & Pharma, Food, Fashion, Design, B2B, CRM) e nel grande evento annuale.

Obiettivo: creare cultura, formare competenze, costruire ponti tra produzione, distribuzione, innovazione e consumo.

EcommerceDay e il Comitato Scientifico per un nuovo modello del commercio

Il Comitato Scientifico di EcommerceDay va oltre un’entità formale, è un laboratorio dinamico dove le idee prendono forma e generano impatto. Il commercio del futuro non può prescindere dalla responsabilità, dalla trasparenza e dalla centralità della persona.

È tempo di costruire un modello nuovo, concreto, umano.
È tempo di Eticommerce.

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Guida completa al Social Media Management: come iniziare, crescere e trovare clienti

social media manager
guida social media management

Social Media Manager

Immagina di poter lavorare ovunque, costruendo strategie digitali che fanno crescere aziende e progetti. Che tu sia in riva al mare o in un coworking in città, questa è una possibilità reale per chi padroneggia le competenze del social media management.

Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. Oggi le imprese cercano professionisti capaci di gestire la comunicazione sui social in modo strategico, non semplici esecutori. Essere presenti online non basta: serve direzione, coerenza e creatività.

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Professionista dei social: Social Media Manager

Il Social Media Manager non è una figura improvvisata. È il cuore pulsante della comunicazione online. Un ruolo che richiede preparazione, visione strategica e capacità multidisciplinari.

Non esiste un solo corso che possa racchiudere tutto ciò che serve sapere. Ma esistono delle aree fondamentali su cui investire per costruire una professionalità solida e duratura.

Le 4 competenze indispensabili per lavorare nei social media come Social Media Manager professionista

Copywriting: scrivere per informare, coinvolgere, convertire

Saper scrivere non basta. Serve conoscere le regole della comunicazione persuasiva, scegliere le parole giuste per il pubblico giusto, adattarsi ai diversi formati: post, video, caroselli, reel.

Il copywriting è il pilastro su cui costruire contenuti di valore. Allenarsi quotidianamente alla scrittura migliora anche le capacità di sintesi, storytelling e posizionamento del messaggio.

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Design visivo: attirare lo sguardo, raccontare un’identità

Viviamo in un’epoca in cui l’estetica gioca un ruolo cruciale. Saper realizzare o valutare contenuti visivamente efficaci è essenziale. Non si tratta solo di “belle immagini”, ma di trasmettere valori, emozioni e messaggi chiari in pochi secondi.

Con strumenti come Canva o Figma, oggi è possibile ottenere risultati professionali anche senza essere designer. Ma bisogna conoscere almeno i fondamenti del visual design.

Advertising: trasformare contenuti in risultati

Promuovere i contenuti con la pubblicità è ciò che permette di raggiungere nuovi pubblici, aumentare l’engagement e generare conversioni. Conoscere le basi del social advertising (targeting, budget, formati) è una competenza chiave.

Sapere come impostare una campagna e analizzarne le performance fa la differenza tra un contenuto “bello” e un contenuto che genera fatturato.

Data analysis: comprendere l’impatto reale dei contenuti

Ogni azione sui social produce dati. I like e le visualizzazioni sono solo la punta dell’iceberg. Comprendere i numeri, individuare i pattern e migliorare le performance attraverso l’analisi è una skill trasversale fondamentale.

Un buon Social Media Manager sa interpretare i dati e trarne indicazioni strategiche concrete.

Skill extra che aumentano il valore di un Social Media Manager professionista

Oltre alle competenze base, ci sono altre abilità che ti renderanno ancora più competitivo:

  • Empatia e ascolto attivo, utili nella gestione delle community
  • Editing video base, per creare contenuti dinamici in autonomia
  • Gestione dei trend, per cogliere opportunità di visibilità
  • Capacità organizzativa, per gestire team e progetti complessi

Costruire la tua carriera da Social Media Manager

Una volta acquisite le competenze, è il momento di metterle in pratica. Ma come si inizia davvero?

Crea il tuo primo portfolio

I tuoi stessi canali social possono diventare un biglietto da visita. Mostra coerenza, sperimenta formati, documenta i risultati. Se sei all’inizio, proponiti a piccole attività locali o progetti pro bono per ottenere casi studio concreti.

Specializzati per distinguerti

Essere generalisti non sempre aiuta. Concentrarsi su un settore (moda, food, benessere, turismo, ecc.) può renderti più credibile agli occhi dei potenziali clienti. La verticalità ti permette di parlare la lingua del settore e di ottenere risultati più specifici.

Agisci anche offline

Non sottovalutare il contatto diretto. Spesso, piccole imprese e attività locali non hanno idea di come muoversi nel digitale, ma hanno bisogno di aiuto. Offri soluzioni semplici, concrete e un supporto reale. Il passaparola è ancora uno dei canali di acquisizione più potenti.

Leggi anche: Live Shopping: la rivoluzione dell’e-commerce con Bazr

Errori da evitare quando inizi questa professione

  1. Offrire servizi prima di essere preparati
  2. Restare nella mediocrità, senza specializzarsi
  3. Inseguire vanity metrics invece di puntare ai risultati di business
  4. Non investire nella propria formazione continua
  5. Isolarsi invece di lavorare in sinergia con altri professionisti

Leggi anche: EcommerceWeek Communication – dal digital marketing ai social media alla SEO

Un percorso in 3 fasi per costruire la tua carriera da Social Media Manager

Fase 1 – Formati bene

Studia il copywriting, familiarizza con la grafica, impara l’advertising e l’analisi dati. Usa risorse gratuite e investi tempo nella pratica.

Fase 2 – Crea esperienza

Gestisci account reali, partecipa a progetti, documenta i tuoi successi. Se necessario, lavora gratis o a tariffe simboliche: l’obiettivo è imparare e costruire fiducia.

Fase 3 – Trova clienti e posizionati

Utilizza LinkedIn, piattaforme freelance, eventi, passaparola. Prepara pacchetti chiari e professionali per attrarre i primi clienti e far crescere la tua reputazione.

Leggi anche: TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online tra intrattenimento, creator economy e digital retail

Social Media Manageruna professione in evoluzione

Essere Social Media Manager oggi significa essere creativi, tecnici e analitici allo stesso tempo. È una professione dinamica, in continua evoluzione, che richiede dedizione, studio e spirito imprenditoriale.

Ma se intrapresa con metodo, può offrire soddisfazione, libertà e grandi opportunità di crescita.

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Metodi di pagamento alternativi: entro il 2030 saranno l’82% delle transazioni e-commerce

metodi di pagamento alternativi
metodi di pagamento alternativi e trend

Metodi di pagamento alternativi – BNPL, wallet digitali e shopping consapevole

BNPL, wallet digitali e shopping consapevole sono i nuovi trend che stanno rivoluzionando il retail. Entro il 2030, l’82% delle transazioni online sarà effettuato attraverso metodi di pagamento alternativi, superando definitivamente carte di credito e debito. A confermarlo è uno studio realizzato da Scalapay in collaborazione con Casaleggio Associati, che fotografa una rivoluzione già in atto nel panorama del retail europeo e globale.

Il 2024 ha segnato un punto di svolta: la crescente inflazione, la digitalizzazione dei comportamenti di acquisto e la diffusione di nuove tecnologie hanno cambiato radicalmente le priorità dei consumatori. In Italia, il 65% ha preferito brand più economici, il 57% ha cercato attivamente sconti online e il BNPL (Buy Now Pay Later) si è affermato come scelta privilegiata tra Millennials e Gen Z.

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Metodi di pagamento alternativi in crescita esponenziale

L’ascesa del BNPL e dei portafogli digitali non è una moda passeggera. Entro il 2030, queste soluzioni di pagamento rappresenteranno l’82% di tutte le transazioni e-commerce a livello globale. Il motivo? Offrono flessibilità, sicurezza e un’esperienza d’acquisto più fluida e personalizzata. E i numeri lo confermano: milioni di giovani consumatori scelgono questi strumenti ogni giorno per fare acquisti in rete.

Crescita dell’e-commerce e cambiamenti nelle abitudini di acquisto

Il report “The State of Shopping 2025” evidenzia che l’e-commerce europeo ha superato i 607 miliardi di euro nel 2024, con una crescita costante prevista per gli anni successivi.

In Italia, il numero di utenti che effettuano acquisti online è aumentato significativamente, raggiungendo 19,49 milioni nel 2024, con previsioni che indicano un incremento fino a 25,18 milioni entro il 2029, registrando un tasso di crescita annuo del 29%.

Questo aumento è accompagnato da un cambiamento nelle preferenze dei consumatori: il 65% ha privilegiato brand più economici, mentre il 57% ha intensificato la ricerca di sconti online.

Inoltre, il 64% dei consumatori ha aumentato il tempo dedicato agli acquisti in negozi fisici, alla ricerca di esperienze più tangibili e offerte esclusive. Questi dati sottolineano l’importanza per i retailer di adottare strategie omnicanale che integrino efficacemente le piattaforme digitali con l’esperienza in-store, per soddisfare le aspettative di un pubblico sempre più esigente e diversificato.

Fiducia e trasparenza: le nuove valute del commercio online

Con l’aumento delle truffe digitali e l’uso massivo dell’intelligenza artificiale, i consumatori sono sempre più attenti alla privacy e alla veridicità dei contenuti. Il 60% degli utenti dichiara di controllare con maggiore attenzione le informazioni prima di acquistare. Le aziende devono quindi investire in fiducia, recensioni certificate e protezione dei dati per restare competitive.

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I settori più dinamici: beauty, wellness e fashion

Nel settore beauty, la Generazione Z e Alpha guidano la crescita: il 46% dei clienti Scalapay ha meno di 34 anni. La personalizzazione dell’offerta e l’utilizzo di tecnologie avanzate stanno rivoluzionando la skincare, mentre il glamour torna in auge lasciando il minimalismo del “clean look”.

Anche il settore fashion si trasforma: cresce la rivendita di lusso e l’interesse per i “dupes”, ovvero versioni accessibili dei prodotti di alta gamma. Il 54% dei consumatori afferma di acquistare alternative più economiche a marchi premium, riflettendo una maggiore attenzione alla sostenibilità e al risparmio.

Il wellness non è più solo prevenzione, ma un approccio olistico al benessere. Aumentano le vendite di integratori, dispositivi per il sonno e tecnologie indossabili, mentre il mercato degli activewear continua a crescere.

Il ruolo di EcommerceDay Focus nella formazione sul nuovo retail

In questo scenario in continua trasformazione, momenti di confronto e aggiornamento come quelli proposti da EcommerceDay Focus diventano fondamentali. I prossimi appuntamenti – dedicati a beauty, food e fashion – riuniscono esperti, manager e innovatori per approfondire i nuovi paradigmi del commercio digitale, i modelli di consumo e le tecnologie emergenti.

Gli eventi non si limitano a raccontare le tendenze, ma offrono strumenti concreti per affrontare i cambiamenti in atto: dalla gestione dei pagamenti alternativi alla costruzione della fiducia digitale, fino alle strategie per un’esperienza d’acquisto personalizzata.

Il 2025 si prospetta come un anno chiave per il futuro del retail. Personalizzazione, fiducia e pagamenti digitali guideranno l’evoluzione dell’e-commerce e delle vendite omnichannel. I brand che sapranno intercettare questi bisogni e trasformarli in opportunità saranno quelli in grado di vincere la sfida del mercato globale.

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EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience

TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online tra intrattenimento, creator economy e digital retail

Tiktok shop arriva in italia
Tiktok shop arriva in italia

TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online

Il panorama dell’e-commerce si arricchisce di un nuovo, potente attore: dal 31 marzo, anche in Italia è attivo TikTok Shop, la piattaforma integrata che consente agli utenti di acquistare direttamente all’interno dell’app. Una rivoluzione che combina intrattenimento, scoperta e acquisto in un’unica esperienza immersiva e nativa.

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Una nuova generazione di e-commerce: il modello discovery-based

TikTok non è solo un social, ma un vero e proprio ecosistema in cui contenuti, community e brand coesistono in modo dinamico. Con TikTok Shop nasce una nuova forma di e-commerce: il discovery commerce, in cui l’acquisto non è più il punto d’arrivo ma parte integrante dell’esperienza social. I video diventano vetrine interattive, le dirette LIVE spazi di vendita coinvolgenti e le interazioni tra creator e pubblico uno strumento per rafforzare fiducia e desiderabilità.

Secondo le stime, TikTok conta oltre 22,8 milioni di utenti attivi in Italia, di cui una parte significativa appartenente alla Gen Z e ai Millennials, target che premia brand autentici, contenuti engaging e processi di acquisto semplificati. Con TikTok Shop, l’utente può acquistare direttamente un prodotto visto in un video o in una live, senza mai uscire dalla piattaforma.

Un’opportunità concreta per PMI e brand locali

Una delle novità più interessanti è il potenziale di TikTok Shop per le piccole e medie imprese italiane. Brand emergenti e artigiani digitali possono finalmente accedere a una platea ampia, profilata e altamente coinvolta, senza gli investimenti pubblicitari dei marketplace tradizionali. La creator economy diventa un ponte tra micro-imprese e consumatori digitali, offrendo storytelling, autenticità e prossimità in un’unica soluzione.

Marchi noti nel beauty come Goovi, Veralab, NIVEA e Nabla Cosmetics si affiancano a realtà artigiane come BiSilver e ShaftJeans, dimostrando come TikTok Shop sia uno strumento scalabile, capace di valorizzare sia il made in Italy che le grandi multinazionali.

Le nuove feature: come funziona TikTok Shop

TikTok Shop si articola in diverse funzionalità integrate pensate per ottimizzare la conversione:

  • Shoppable Video: contenuti video con link diretto al prodotto acquistabile.
  • Live Shopping: dirette in cui i creator presentano e vendono prodotti in tempo reale.
  • Vetrina prodotti: una sezione personalizzata per ogni venditore, con catalogo e offerte.
  • Marketplace interno (in arrivo): un’area di ricerca, offerte e raccomandazioni.
  • Affiliation & Creator economy: i creator possono monetizzare le vendite con sistemi di affiliazione su video e live.

L’interazione tra venditore e cliente si avvicina a quella del negozio fisico: si può commentare, chiedere consigli, ricevere suggerimenti in tempo reale. Il risultato? Un’esperienza di acquisto più umana, coinvolgente e persuasiva.

Perché TikTok Shop può cambiare il gioco nel digital commerce

Il 2024 si sta rivelando l’anno del social commerce, con una crescita prevista del 30% a livello europeo. TikTok, con il suo formato video breve, il potente algoritmo di raccomandazione e l’ampia base utenti, ha tutte le carte in regola per ridefinire le regole dell’e-commerce. Secondo gli ultimi dati, le conversioni su contenuti interattivi (come video e live) sono fino al 45% più alte rispetto agli annunci statici tradizionali.

Questa nuova forma di commercio digitale pone l’accento su contenuti autentici, relazioni di fiducia tra brand e consumatori, e un’esperienza mobile-first totalmente integrata con l’intrattenimento quotidiano.

Conclusioni: una rivoluzione dei social media in atto

L’arrivo di TikTok Shop in Italia è un segnale forte: l’e-commerce non è più solo tecnologia, logistica o UX. È contenuto, relazione, prossimità digitale. Le imprese che sapranno abbracciare questa trasformazione, investendo nella creazione di contenuti, nella collaborazione con creator e in una customer experience conversazionale, saranno quelle che conquisteranno le nuove generazioni di consumatori.

Il futuro dell’ecommerce è social, mobile e soprattutto umano.

Leggi anche : Licensing e white label a EcommerceDay Focus: strategie di crescita per brand e retailer

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Licensing e white label: strategie di crescita per brand e retailer – oggi a EcommerceDay Focus a Milano

12 marzo al via EcommerceDay Focus B2B e CRM - Milano
Licensing e white label a EcommerceDay Focus B2B e CRM - Milano

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Licensing e white label a EcommerceDay Focus: strategie di crescita per brand e retailer

Il mercato globale del licensing e della produzione white label è in forte espansione, offrendo nuove opportunità di business per aziende di ogni settore. Il licensing consente ai brand di estendere il proprio valore attraverso collaborazioni strategiche, mentre la produzione white label permette ai retailer di diversificare l’offerta con prodotti personalizzati a marchio proprio.

Secondo le stime della Licensing International, il mercato globale delle licenze ha raggiunto i 360 miliardi di dollari in termini di retail sales, coinvolgendo brand, produttori, agenzie e retailer di tutto il mondo. Parallelamente, il settore white label e private label sta crescendo rapidamente, con una domanda crescente da parte della GDO, dell’e-commerce e dei marketplace internazionali.

Ma quali sono le differenze tra queste due strategie e come possono essere integrate in un business model vincente?

Cos’è il licensing e perché è strategico per i brand

Il licensing è un modello di business in cui un brand (licenziante) concede il diritto di utilizzare il proprio marchio a un’azienda partner (licenziatario) in cambio di royalties sulle vendite. Questo approccio consente ai brand di espandere la propria presenza sul mercato senza dover gestire direttamente la produzione o la distribuzione dei prodotti.

I vantaggi del licensing sono molteplici:

  • Permette ai brand di entrare in nuovi mercati senza dover investire in produzione o distribuzione.
  • Rafforza l’awareness e il valore del brand attraverso nuove categorie merceologiche.
  • Riduce il rischio finanziario, dato che la produzione e la gestione operativa sono a carico del licenziatario.
  • Consente di monetizzare il valore del marchio attraverso le royalties, che possono variare dal 5% al 15% sulle vendite a seconda del settore e del posizionamento del brand.

Nel settore della moda e del lusso, marchi come Versace, Gucci e Ferragamo utilizzano il licensing per espandere le loro linee di prodotti, dagli orologi agli accessori, fino ai profumi. Anche nel mondo del food & beverage, il licensing è ampiamente utilizzato per lanciare nuovi prodotti con l’autorevolezza di brand consolidati.

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White label: un’opportunità per retailer ed e-commerce

Il white label, invece, è un modello di produzione in cui un’azienda produce prodotti generici che possono essere personalizzati con il marchio del retailer o del distributore. È una soluzione molto diffusa nella GDO, nel beauty, nel fashion e nel settore alimentare.

I vantaggi della produzione white label includono:

  • Costi di produzione ridotti rispetto allo sviluppo di una linea proprietaria.
  • Maggiore flessibilità nella personalizzazione e nel posizionamento del prodotto.
  • Controllo diretto sulla distribuzione e sui margini, senza dipendere da brand terzi.
  • Maggiore velocità di lancio sul mercato, senza dover affrontare i costi di R&D.

Il mercato private label e white label sta registrando una crescita significativa, soprattutto nel settore e-commerce e GDO, con un incremento del 15% annuo in Europa e negli Stati Uniti. Alcuni giganti del retail come Amazon, Walmart e Carrefour hanno sviluppato linee di prodotti a marchio proprio per competere direttamente con i brand affermati.

Licensing vs. white label: quale scegliere?

La scelta tra licensing e white label dipende dagli obiettivi strategici dell’azienda. Il licensing è ideale per i brand già affermati che vogliono espandere il proprio portafoglio prodotti senza investire in produzione e logistica. D’altro canto, il white label è più vantaggioso per i retailer e gli e-commerce che vogliono aumentare il controllo sui prodotti venduti, migliorando i margini e differenziandosi dalla concorrenza.

Alcune aziende combinano entrambe le strategie. Ad esempio, molti grandi retailer del lusso e del beauty offrono sia linee white label per prodotti di largo consumo, sia collezioni in licenza con brand prestigiosi per attrarre un pubblico più ampio.

Il futuro del licensing e della produzione white label

L’evoluzione del mercato sta portando a nuove opportunità nel licensing e nel white label, con un focus crescente su innovazione, sostenibilità e digitalizzazione. Le aziende stanno investendo in tecnologie di personalizzazione, produzione su richiesta e automazione della supply chain per migliorare l’efficienza e ridurre i costi.

Inoltre, l’intelligenza artificiale e il machine learning stanno rivoluzionando il settore, permettendo ai retailer di prevedere la domanda con maggiore precisione e ottimizzare le strategie di pricing.

EcommerceDay Focus: licensing e white label al centro del dibattito

L’EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience, che si terrà il 12 marzo 2025 a Milano, sarà un’occasione imperdibile per approfondire anche le tematiche legate al mondo delle licenze e della produzione white label. Durante l’evento, esperti del settore condivideranno insight esclusivi sulle migliori strategie per espandere il business attraverso il licensing e differenziare l’offerta con prodotti a marchio proprio.

Nel programma troveremo interventi di leader del settore, come Sara Viola, responsabile globale marketing e comunicazione per il brand in licenza Nautica – Timex Group, che ci guiderà nel complesso mondo delle strategie di licensing multi-brand, analizzando i vantaggi, le sfide e le opportunità di mercato.

Inoltre, sarà affrontato il tema delle private label e dei prodotti white label, con focus sulle opportunità per il B2B, l’e-commerce e la GDO. La crescente domanda di prodotti personalizzati e la necessità di ottimizzare le filiere produttive saranno al centro del dibattito, con dati e casi di studio reali che aiuteranno aziende e professionisti a comprendere le migliori strategie per il 2025.

L’EcommerceDay Focus si conferma così un appuntamento imprescindibile per chi opera nel mondo del digital retail, CRM e B2B, offrendo spunti concreti per affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

Licensing e white label a EcommerceDay Focus – in sintesi

Il licensing e il white label rappresentano due modelli di business altamente efficaci per espandere la presenza di un brand e aumentare la redditività. Mentre il licensing è una leva potente per rafforzare la brand identity e diversificare i ricavi, il white label offre ai retailer la possibilità di controllare la filiera e massimizzare i profitti.

Le aziende che sapranno integrare queste strategie con un approccio data-driven e customer-centric avranno un vantaggio competitivo nel mercato globale in continua evoluzione.

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Il ruolo strategico di un’ottima customer experience nel B2B

Customer experience nel B2B
Customer experience nel B2B

Customer experience nel B2B e il suo ruolo strategico

Nel mondo del B2B, la customer experience sta diventando un fattore decisivo per il successo di un’azienda. Sempre più imprese riconoscono che l’esperienza del cliente non riguarda solo la qualità del prodotto o servizio offerto, ma anche ogni singolo touchpoint lungo il percorso d’acquisto. I clienti B2B si aspettano un servizio personalizzato, tempestivo e allineato alle loro esigenze operative, con interazioni fluide che rispecchiano l’efficienza e l’innovazione dei modelli B2C.

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EcommerceDay Focus B2B & CRM

EcommerceDay Focus B2B & CRM è l’evento esclusivo dedicato ai protagonisti del mondo B2B, B2B2C e della gestione avanzata del customer relationship management. Il 12 marzo 2025, nella prestigiosa location di Casa Gessi a Milano, si riuniranno manager, CEO, imprenditori ed esperti del digital retail per approfondire le strategie più innovative e le tecnologie più avanzate che stanno ridefinendo il panorama dell’e-commerce B2B.

L’evento esplorerà le sfide e le opportunità legate alla digitalizzazione del B2B, alla trasformazione del CRM, alle nuove logiche di mercato e alla customer experience omnicanale. Attraverso case study reali, tavole rotonde e interventi di relatori d’eccellenza, EcommerceDay Focus offrirà spunti concreti e applicabili per migliorare le performance aziendali, ottimizzare la gestione dei clienti e affrontare con successo l’evoluzione del commercio globale.

Un’occasione unica per connettersi con professionisti di alto livello, confrontarsi sulle nuove strategie di vendita e fidelizzazione e scoprire come intelligenza artificiale, automazione e tecnologie emergenti stiano ridefinendo il futuro del B2B. Un evento riservato, su invito, per chi vuole essere al centro dell’innovazione e guidare il cambiamento nel proprio settore.

La customer experience nel B2B e l’utilizzo dei dati

Uno degli aspetti cruciali della customer experience nel B2B è la capacità di anticipare i bisogni dei clienti attraverso un uso strategico dei dati e dell’intelligenza artificiale. Le aziende di successo sfruttano strumenti avanzati di analytics per monitorare il comportamento degli utenti, comprendere le loro preferenze e offrire soluzioni mirate.

L’intelligenza artificiale e la marketing automation consentono di personalizzare la comunicazione, prevedere domande frequenti e migliorare il supporto clienti con chatbot e assistenti virtuali. L’automazione del customer service aiuta a gestire grandi volumi di richieste senza compromettere la qualità del servizio, riducendo i tempi di risposta e migliorando la soddisfazione del cliente.

La digitalizzazione ha reso il percorso d’acquisto sempre più complesso e frammentato. I clienti non si limitano più a un singolo canale per interagire con le aziende, ma utilizzano molteplici touchpoint, tra cui siti web, social media, piattaforme di e-commerce e assistenza clienti multicanale. Questo richiede un approccio omnicanale che garantisca coerenza e continuità nell’esperienza utente. Un customer journey ben strutturato non solo migliora la conversione, ma rafforza anche la fidelizzazione del cliente nel lungo periodo.

Nel contesto B2B, la fiducia gioca un ruolo essenziale. I processi decisionali sono più lunghi e coinvolgono diversi stakeholder, quindi ogni interazione deve trasmettere autorevolezza e affidabilità. Il customer service deve essere in grado di fornire informazioni dettagliate, assistenza tecnica e soluzioni su misura per garantire la soddisfazione dei clienti. Un supporto clienti proattivo, che anticipa i problemi e offre soluzioni prima che emergano criticità, può fare la differenza tra un cliente fidelizzato e una perdita di opportunità di business.

La customer experience B2B e la personalizzazione

Oltre alla qualità del servizio, le aziende devono investire nella personalizzazione. La customer experience B2B passa da un processo standardizzato e deve adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun cliente. Offrire esperienze su misura, pacchetti di servizi personalizzati e soluzioni flessibili consente di creare un valore aggiunto e di differenziarsi dalla concorrenza. L’uso intelligente dei dati permette di segmentare i clienti, prevedere i loro bisogni e fornire raccomandazioni mirate.

La trasparenza e la comunicazione efficace sono altri pilastri fondamentali. I clienti B2B apprezzano aggiornamenti costanti sullo stato degli ordini, informazioni dettagliate sui prodotti e la possibilità di accedere facilmente al supporto tecnico. Le aziende che investono in piattaforme digitali intuitive, reportistica in tempo reale e strumenti di self-service per i clienti ottimizzano l’esperienza complessiva e migliorano il livello di engagement.

Un altro fattore chiave è la logistica e la gestione delle forniture. Nel B2B, le tempistiche di consegna e l’affidabilità della catena di approvvigionamento sono determinanti. Un ritardo può avere conseguenze significative su tutta la filiera produttiva del cliente. Per questo motivo, le aziende devono ottimizzare la supply chain, ridurre i tempi di attesa e garantire una gestione efficiente degli ordini. La digitalizzazione della logistica e l’uso di tecnologie avanzate come la blockchain permettono di migliorare la tracciabilità dei prodotti e garantire maggiore sicurezza nelle transazioni.

L’integrazione tra e-commerce e CRM è un altro aspetto strategico della customer experience B2B

L’integrazione tra e-commerce e CRM è un altro aspetto strategico. Le piattaforme di vendita online nel B2B devono essere progettate per offrire un’esperienza fluida, con cataloghi personalizzati, prezzi dedicati e processi di checkout ottimizzati per i clienti business. L’integrazione con i sistemi di customer relationship management consente di raccogliere dati sulle preferenze dei clienti e migliorare la strategia di vendita.

Infine, il futuro della customer experience nel B2B passerà sempre più attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e della predictive analytics. Le aziende che sapranno combinare tecnologia e relazione umana riusciranno a distinguersi, creando un vantaggio competitivo duraturo. L’innovazione non deve essere fine a sé stessa, ma deve essere orientata a migliorare l’efficienza, ridurre i costi operativi e offrire un servizio eccellente ai clienti.

L’adozione di strategie digitali, l’ottimizzazione del customer journey e l’integrazione di nuove tecnologie sono elementi essenziali per rimanere competitivi. Le aziende che mettono il cliente al centro delle loro strategie avranno maggiori possibilità di consolidare la propria presenza sul mercato e di costruire relazioni di valore nel lungo termine.

Leggi anche: Guida completa all’uso del CRM per aumentare le vendite

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12 marzo al via EcommerceDay Focus B2B e CRM – Milano

EcommerceDay Focus B2B e CRM-evento Milano 12 marzo
EcommerceDay Focus B2B e CRM-evento Milano 12 marzo in Casa Gessi

EcommerceDay Focus B2B e CRM: il futuro delle vendite digitali e della customer experience

Il 12 marzo 2025, Milano ospiterà EcommerceDay Focus B2B & CRM, un evento esclusivo dedicato all’evoluzione del B2B, alla digitalizzazione del retail e alle strategie di customer relationship management.

L’evento si terrà nella suggestiva Casa Gessi e sarà riservato a 100 CEO, manager ed esperti di digital retail, e-commerce e CRM, offrendo conoscenza, networking e innovazione ai massimi livelli.

Secondo il B2B Ecommerce Market Report 2024, il valore dell’e-commerce B2B globale ha superato 18,5 trilioni di dollari, rappresentando il 5 volte il mercato B2C. Il 65% delle aziende B2B sta accelerando la trasformazione digitale per rispondere alla crescente domanda di esperienze omnicanale e personalizzate.

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Innovazione e strategie per il B2B e il CRM

La giornata inizierà con un Talk di benvenuto a cura di Samuele Camatari, CEO di Jusan Network e Newesis, che fornirà un’analisi basata su ricerche di mercato, offrendo insight sui trend emergenti nel B2B e B2B2C. Secondo Forrester, l’adozione di CRM avanzati con AI integrata può aumentare la produttività delle vendite fino al 30% e migliorare la fidelizzazione dei clienti di oltre il 20%.

Oggi i nuovi consumatori del mercato premium stanno cambiando le regole del gioco. I millennials e la Gen Z rappresentano ormai oltre il 40% degli acquirenti del lusso, con un approccio sempre più esperienziale e valoriale agli acquisti. L’industria del luxury beauty è destinata a raggiungere i 40 miliardi di dollari entro il 2027, mentre il mercato degli articoli di alta gamma, dai gioielli alla moda, ai liquori rari, supera i 350 miliardi di dollari l’anno. Questa crescita impone ai brand di ripensare le loro strategie, puntando su esperienze personalizzate, omnicanalità e sostenibilità per conquistare una clientela sempre più selettiva ed esigente.

Strategie per il B2B2C e la trasformazione digitale nel luxury retail nel programma di EcommerceDay Focus B2B e CRM

Il mondo del lusso sta vivendo una rivoluzione senza precedenti, con l’accelerazione della digital transformation, l’integrazione dell’intelligenza artificiale e la crescente importanza del B2B2C. Due esperti del settore, Gianluca Borghi, CEO di 10 Corso Como, ed Emanuele Mazziotta, COO di Coccinelle, condivideranno la loro esperienza sulle strategie vincenti per posizionare un brand nel mercato globale, ottimizzando il retail e valorizzando il Made in Italy.

Gianluca Borghi, dopo anni di esperienza all’estero alla guida di progetti per alcuni dei più importanti player del lusso, porterà la sua visione su come i brand possano espandersi sui mercati internazionali, sfruttando marketplace proprietari, piattaforme esperienziali e collaborazioni con maison, rivenditori e consumatori finali.

In un’era in cui il lusso si fonde con l’arte e la cultura, Borghi esplorerà le strategie per trasformare la vendita B2B in un’esperienza esclusiva e distintiva. Il mercato del lusso online ha superato i 60 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita annua del 10% (Bain & Company), rendendo essenziale una strategia mirata per intercettare nuovi target e mercati.

Emanuele Mazziotta offrirà invece un’analisi dettagliata sulle nuove frontiere del retail e la brand proposition nel fashion industry. La sfida oggi non è solo differenziarsi in un mercato competitivo, ma anche comunicare in modo coerente e costruire desiderabilità attorno al brand. La sua esperienza con Coccinelle mostrerà come la digitalizzazione del B2B, il CRM e le strategie omnicanale possano incrementare il valore del brand, mantenendo una forte identità di marca e una customer experience senza soluzione di continuità. Con il 50% delle vendite nel settore fashion che avviene ormai online e un incremento del 30% degli investimenti in AI per il retail entro il 2026 (McKinsey), il suo intervento offrirà spunti pratici per adattarsi a un mercato in rapida evoluzione.

Questi due interventi forniranno una visione chiara sulle strategie per il B2B2C, il posizionamento dei brand di lusso e l’evoluzione delle dinamiche di vendita tra fisico e digitale. Un’occasione unica per chi vuole comprendere i nuovi trend, ottimizzare la propria strategia di espansione e rendere il proprio brand più competitivo a livello internazionale.

Leggi anche: Servizio clienti B2B: perché i produttori devono dare priorità al supporto

Marketplace, licenze e digital transformation

Il mercato dei marketplace B2B è in forte espansione, con un valore stimato di $8,4 trilioni entro il 2026 (Deloitte). Christian D’Antoni, Head of Marketplace di Miroglio Group, analizzerà il ruolo dei marketplace multi-brand e la loro capacità di accelerare l’export digitale. Attualmente, il 63% delle aziende B2B vende già attraverso marketplace, e il 22% prevede di iniziare entro il 2025.

Le licenze nel mondo della moda e del lifestyle rappresentano un altro pilastro fondamentale del B2B, con un giro d’affari globale che supera 360 miliardi di dollari in retail sales (Statista). Sara Viola, Global Marketing Director di Nautica – Timex Group, parlerà delle strategie di licensing, spiegando come negoziazioni, royalties e time-to-market siano cruciali per ampliare il portfolio prodotti e penetrare nuovi mercati. Il licensing è spesso sottovalutato, ma offre opportunità straordinarie per brand che vogliono diversificare la propria offerta e raggiungere nuovi segmenti di clientela.

Digital marketing, CRM e internazionalizzazione

Il CRM e la gestione avanzata dei dati sono ormai il cuore delle strategie B2B: l’84% delle aziende B2B considera il CRM il pilastro per migliorare le vendite (Gartner). Elena Cardillo, Digital Marketing PM di Baxter, parlerà di pricing, marginalità e strategie di marketing digitale per rendere il B2B più efficiente e competitivo sui marketplace internazionali.

L’adozione di strategie omnicanale e AI nel CRM può aumentare il lifetime value del cliente fino al 45%. Edoardo Massari, Global CRM Manager di Fornasetti, esplorerà come il marketing automation e la segmentazione avanzata possano migliorare la customer retention e incrementare i fatturati aziendali.

In un contesto di inflazione crescente, molte maison del lusso, da Hermès a Chanel, stanno adottando aumenti di prezzo strategici per rafforzare l’esclusività del brand. Questa leva commerciale permette di limitare l’accesso a una clientela più selezionata, mantenendo alto il valore percepito e proteggendo il posizionamento di mercato. Tuttavia, dietro l’incremento dei prezzi c’è anche una motivazione economica: il rincaro delle materie prime, della produzione e della logistica impone ai brand di rivedere i listini per preservare i margini. Nel segmento lusso, però, questa dinamica si traduce spesso in un riposizionamento strategico piuttosto che in una necessità operativa pura.

Tavole rotonde: esportazione, e-commerce e white label

Due tavole rotonde offriranno un confronto approfondito tra esperti del settore:

  • Esportazione e B2B nel settore abbigliamento e accessori, con Eleonora Gori (Boccalini) e Giovanni Pistellato (And). Attualmente, il 60% delle PMI italiane esporta i propri prodotti, ma solo il 30% sfrutta le potenzialità dell’e-commerce B2B per internazionalizzarsi (ICE).
  • E-commerce, GDO e prodotti white label, con Luca Cheri (Acqua Sant’Anna), Giorgio Falsone (Loacker) e Marco Albini (Chromavis). Il mercato globale dei prodotti white label sta crescendo a un tasso del 6,5% annuo, con una crescente domanda di prodotti personalizzati e sostenibili.

Luxury retail, customer experience e riposizionamento dei brand

Il settore del luxury retail sta vivendo una fase di trasformazione, con l’80% dei consumatori di lusso che richiede un’esperienza personalizzata e omnicanale (Bain & Company). Luca Pennavaria, Sales & Director di La Prairie, analizzerà come innovazione, esperienza cliente e riposizionamento premium possano aiutare i brand a superare le attuali sfide del mercato.

Il segmento beauty ultra-luxury rappresenta solo il 5% del mercato del lusso, ma è in forte espansione con una crescita del 15-20% anno su anno. Questo scenario apre nuove opportunità per i brand di lusso, che devono puntare su storytelling autentico, trasparenza e tracciabilità per mantenere alta la fiducia dei consumatori premium.

Negli ultimi due anni, il prezzo medio dei beni di lusso è aumentato del 10-15%, spingendo molte aziende a rivedere le proprie strategie di pricing e marginalità. Tuttavia, la vera sfida è bilanciare il valore del brand con le esigenze della clientela, offrendo un’esperienza d’acquisto sempre più immersiva e personalizzata.

Networking e opportunità di business

L’EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience si distingue per l’alta qualità della regia di tutto l’evento, del programma e della selezione dei relatori e contenuti, grazie alla direzione di Angelica Maftei, che da anni guida eventi di riferimento per il settore digital, retail ed e-commerce. Ogni intervento è pensato per fornire spunti pratici, visione strategica e best practice, con un format dinamico e interattivo.

L’evento si concluderà con un esclusivo aperitivo e sessione di networking, un momento chiave per tutti i partecipanti per creare nuove connessioni di business, stringere collaborazioni strategiche. ma anche per rafforzare relazioni e scambiare idee con i protagonisti del settore. In un mondo sempre più digitale, le relazioni umane rimangono il vero motore del successo aziendale.

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