
AI e Fashion: strategie globali – Asia e Stati Uniti guidano la rivoluzione
La moda mondiale sta vivendo una delle più profonde rivoluzioni della sua storia. L’intelligenza artificiale è oggi la tecnologia che definisce il vantaggio competitivo dei brand, e la distanza tra chi la governa e chi la ignora si sta ampliando in modo esponenziale.
In Asia, e in particolare in Cina, l’AI è già parte integrante del processo creativo, distributivo e decisionale.
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Piattaforme come Alibaba e JD.com utilizzano sistemi predittivi per anticipare gusti e tendenze regionali, incrociando dati climatici, sociali e comportamentali. I brand cinesi e coreani impiegano software di generative design 3D per testare nuove collezioni digitali e creare prototipi virtuali che riducono i tempi di sviluppo fino al 45%.
Il mercato asiatico, oggi stimato in oltre 3,2 trilioni di dollari secondo McKinsey & BoF State of Fashion 2025, è diventato il laboratorio più dinamico per la sperimentazione tra tecnologia e creatività. In Corea del Sud, le grandi maison locali collaborano con startup di neurodesign per progettare esperienze di acquisto immersive e personalizzate, mentre in Giappone cresce il fenomeno della moda digitale “phygital”, dove capi reali e virtuali convivono in ecosistemi gamificati.
Negli Stati Uniti, la leadership è invece legata alla data intelligence e al marketing predittivo. Il caso di Stitch Fix rimane emblematico: l’azienda utilizza un modello di machine learning proprietario che combina analisi dei dati e consulenza umana per creare outfit personalizzati, raggiungendo un tasso di soddisfazione clienti superiore all’85%.
Anche Nike e Ralph Lauren stanno adottando algoritmi per ottimizzare la pianificazione delle collezioni e prevedere la domanda stagionale, riducendo sprechi e migliorando l’esperienza d’acquisto in negozio grazie a strategie di AI-driven retail.
In Europa, la traiettoria è più etica e regolamentata. L’attenzione si concentra sulla fashion intelligence sostenibile, sulla tracciabilità dei materiali e sull’inclusività dei dati. Paesi come la Francia e la Germania stanno investendo nella creazione di infrastrutture AI trasparenti e certificate, capaci di coniugare efficienza e responsabilità.
In questo contesto, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come ponte tra artigianalità e innovazione.
AI, fashion e Made in Italy: una nuova frontiera per l’eccellenza
In Italia, secondo i dati 2024 dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, solo il 32% delle aziende fashion ha già avviato progetti strutturati di AI. Tuttavia, il 70% dei brand dichiara di volerlo fare entro il 2026, con priorità su gestione del magazzino, previsione delle vendite e personalizzazione del customer journey.
Si tratta di un segnale chiaro: il Made in Italy sta comprendendo che la tecnologia non è in contrasto con l’artigianalità, ma può potenziarla.
Le maison italiane stanno infatti adottando l’intelligenza artificiale per integrare la precisione dei dati con la sensibilità estetica. Gucci, ad esempio, utilizza modelli predittivi per analizzare le performance dei suoi prodotti su scala globale, mentre Prada Group ha introdotto algoritmi per la gestione sostenibile delle materie prime e la pianificazione del ciclo di vita del prodotto. Moncler e Brunello Cucinelli stanno invece lavorando su piattaforme di AI etica per monitorare la filiera e ridurre l’impatto ambientale.
Secondo un rapporto di Fashion Innovation Hub 2025, le aziende italiane che hanno integrato strumenti di intelligenza artificiale registrano una riduzione dei costi operativi del 15% e un aumento della marginalità media del 12%. L’AI, in questo senso, diventa un fattore di resilienza industriale, in grado di coniugare competitività internazionale e valore del “fatto bene”.
Il futuro del Made in Italy sarà quindi data-driven, ma profondamente umano.
Il vero vantaggio competitivo non sarà solo nella capacità di adottare la tecnologia, ma di usarla per valorizzare i saperi, le emozioni e la narrazione che rendono unica la moda italiana nel mondo.
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Formazione, governance e cultura dell’innovazione
La trasformazione digitale del fashion system non può prescindere da un cambio di prospettiva culturale. L’intelligenza artificiale non riguarda un insieme di strumenti da adottare, ma un nuovo linguaggio organizzativo che richiede visione strategica, apertura mentale e leadership consapevole.
Secondo il World Economic Forum, entro il 2030 il 60% dei professionisti del settore dovrà aggiornare le proprie skill digitali per restare competitivo, mentre secondo l’Osservatorio AI del Politecnico di Milano, nel 2025 oltre il 40% delle aziende italiane del settore moda avrà un piano di formazione interno dedicato all’AI e ai dati. Un investimento che si traduce in vantaggio competitivo. Le imprese che formano costantemente i propri team digitali registrano un aumento medio del 14% della produttività e una maggiore retention dei talenti qualificati.
Le università e i centri di ricerca stanno accelerando su corsi dedicati a AI, data analytics, retail intelligence e sostenibilità digitale, mentre partnership tra scuole di design e aziende tech, come quelle tra IED, Polimoda, Microsoft e Yoox Net-a-Porter Group, stanno costruendo un nuovo ecosistema di competenze.
Ma la vera trasformazione e rivoluzione è culturale e nel modo di pensare. La cultura dell’innovazione si consolida solo quando le imprese imparano a governare la tecnologia e non a subirla, integrandola con i valori fondanti del Made in Italy — estetica, etica e attenzione al dettaglio.
Nuove generazioni nei board: il cambio culturale nel fashion, l’adozione di AI nelle strategie globali
Il cambio generazionale nei vertici aziendali sta accelerando la trasformazione tecnologica del fashion. In molte realtà italiane, l’ingresso di nuove generazioni nei board e nei comitati strategici sta portando una ventata di sperimentazione, visione globale e apertura verso l’AI come leva naturale di competitività.
Secondo una ricerca di Deloitte 2025 – Next Gen Leadership in Fashion, il 35% delle aziende moda italiane ha già inserito under 40 nei consigli di amministrazione o nei team di innovazione strategica. Questo dato è destinato a crescere nei prossimi tre anni, sostenuto dal ricambio generazionale delle imprese familiari e dal ritorno in azienda dei figli dei fondatori con formazione internazionale in business, sostenibilità e tecnologie emergenti.
Questa nuova leadership si distingue per un approccio meno difensivo e più esplorativo verso l’AI.
I giovani dirigenti considerano la tecnologia non come un rischio per l’identità del brand, ma come uno strumento per rinnovarne il linguaggio e amplificarne i valori. Portano nel board la familiarità con il digitale, la logica dei dati, la cultura della sperimentazione e una maggiore sensibilità verso l’inclusione e la sostenibilità.
L’impatto è visibile: le aziende che hanno introdotto giovani manager nei processi decisionali sull’innovazione registrano, secondo PwC Italia, un incremento del 22% nella velocità di adozione delle nuove tecnologie e una maggiore efficacia nei progetti di AI integrata.
Il passaggio generazionale non è solo una questione anagrafica, ma una mutazione culturale che ridefinisce la leadership e il modo di fare impresa.
Nella moda, dove tradizione e innovazione convivono da sempre, questo equilibrio tra memoria e futuro è ciò che può trasformare il cambiamento tecnologico in un’evoluzione autentica e duratura.
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EcommerceDay Focus – Fashion & Tech Trends: dove il fashion incontra l’innovazione
Il 19 novembre 2025 a Milano, EcommerceDay Focus – Fashion & Tech Trends sarà il punto d’incontro tra visione strategica, tecnologia, creatività, AI, fashion e strategie globali.
Organizzato da Samuele Camatari, imprenditore e fondatore di EcommerceDay, con oltre 30 anni di esperienza nel mondo delle tecnologie e dell’ecommerce, l’evento nasce per favorire un dialogo concreto tra chi guida il cambiamento e chi lo rende possibile ogni giorno.
EcommerceDay Focus – Fashion & Tech Trends riunirà i protagonisti del mondo fashion, luxury e tech, con l’obiettivo di trasformare i trend globali in strategie di business misurabili.
Un’occasione per comprendere come l’intelligenza artificiale, la personalizzazione, la sostenibilità e l’omnicanalità stiano ridefinendo la catena del valore della moda: dalla progettazione alla customer experience.
A condurre e moderare la giornata dedicata a AI e fashion nelle strategie globali ci saranno figure di altissimo profilo, capaci di coniugare visione, esperienza e concretezza:
- Samuele Camatari, fondatore di EcommerceDay e EcommerceGuru, tra i maggiori esperti italiani di innovazione e strategie di vendita digitale;
- Gianluca Borghi, CEO di 10 Corso Como, che porterà la sua esperienza internazionale e visione sull’evoluzione del retail esperienziale e sullo sviluppo sui mercati esteri;
- Emanuele Mazziotta, General Manager di Coccinelle, con una prospettiva privilegiata sulla trasformazione digitale ed economica dei brand italiani;
- Enrico Destro, CEO di Grom, già manager di Bulgari, Damiani e Luxottica, che condividerà la sua esperienza nel lusso e nel management internazionale e nei processi di creazione di valore, ottimizzazione dei team e degli investimenti;
- Luca Pennavaria, Sales & Retail Director in La Prairie, esperto di luxury experience, retail innovation e strategie omnichannel;
- Angelica Maftei, Director di EcommerceDay, oltre che alla guida dei programmi formativi di EcommerceWeek, CommerceWay, EcommerceGuru, che guiderà i momenti di connessione e confronto tra palco e platea.
Durante la giornata si alterneranno keynote, interviste, tavole rotonde e casi studio di brand e aziende tech che stanno ridefinendo il rapporto tra innovazione, creatività e mercato.
Sarà anche l’occasione per scoprire startup emergenti e soluzioni tecnologiche pensate per ottimizzare la supply chain, migliorare il customer journey e rendere i processi aziendali più sostenibili.
EcommerceDay Focus è soprattutto un ecosistema di connessioni ad alto valore, dove decision maker, manager e innovatori possono costruire nuove partnership e condividere esperienze reali.
Partecipare significa entrare in contatto diretto con chi sta disegnando il futuro del fashion, del lusso e della tecnologia, e contribuire attivamente a questa trasformazione.
Un appuntamento imprescindibile per chi vuole decidere oggi come guidare l’evoluzione del settore moda, anticipare i trend globali e costruire nuove sinergie tra tecnologia, creatività e business.
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