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Limited Edition Strategy: serve davvero?

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Limited Edition Strategy: serve davvero? È risaputo: prodotti o collezioni limited edition sono da sempre mete ideali delle nostre proiezioni del desiderio. Il fascino che sono capaci di trasmettere è innegabile, al pari della prevedibilità dei nostri comportamenti. Ecco perché dovresti pensare di sfruttare tale vantaggio per creare strategie limited edition per i tuoi prodotti.

Limited Edition Strategy: serve davvero?

Edizione limitata è uno dei concetti che più incontrano l’interesse dei consumatori. Per quale motivo? Per due ragioni: che un prodotto sia a edizione limitata significa che la quantità di articoli a esso legati è prossima a esaurirsi in breve tempo. Il secondo motivo pertiene al fatto che un prodotto limited edition avrà, in virtù del suo essere limitato nel tempo, un certo nonsoché di urgenza appiccicato addosso.

La scarsità di beni acuisce il senso di esclusività che porta di conseguenza a un aumento della domanda. Tali variabili, una volta mescolate, possono portare a creare strategie marketing capaci di attrarre l’attenzione degli utenti verso un determinato prodotto. Basta saper creare pathos e senso di attesa.

Tutto ciò che si perepisce come raro e irrinunciabile acquista subito un valore più alto ai nostri occhi. E a volte basta poco per inscenare l’idea di esclusività. Non sono pochi i brand che immettono nel mercato prodotti che si caratterizzano per un dettaglio modificato rispetto agli articoli standard della loro collezione.

La psicologia al servizio del marketing

Sapere che un prodotto è prossimo a esaurirsi stimola nel cervello la consapevolezza che si sta perdendo un’occasione importante, ben al di là del reale bisogno che se ne ha. In campo fashion tale strategia è stata adottata da più di un brand. Tempo limitato a un giorno e basta, in molti casi, e spesso dichiarato all’ultimo istante. Il risultato? Un successo soverchiante. Una domanda del prodotto superiore alle aspettative.

Ma basti citare l’esempio di Coca-Cola. Pochi anni fa il colosso americano saltò fuori con la campagna Share a Coke, scatenando il desiderio di ricercare la lattina che recasse il proprio nome. Urgenza mista al fascino che sentirsi parte di un evento condiviso da molti recava.