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L’UE propone un caricabatterie universale per tutti gli smartphone

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L'Ue propone l'utilizzo di un caricabatterie universale

I giorni scorsi è stata presentata la proposta legislativa da parte della Commissione Europea di introdurre un caricabatterie unico a tutti i cellulari.

Definita come soluzione universale per tutti i dispositivi mobili la proposta scuote il mondo del digitale, soprattutto l’azienda di Cupertino.

Il perché di un unico caricabatterie?

Fonti vicine a Bruxelles, affermavano che l’idea di puntare sull’utilizzo di un unico caricabatterie per tutti i dispositivi mobili fosse nell’aria già da agosto.

La Commissione Europea ha infatti annunciato la volontà di imporre a tutti i produttori di smartphone, accessori legati alla telefonia, tablet, etc., un caricabatterie che avesse un cavo con una porta USB di tipo C.

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Nel 2018 si stimava che il 50% dei cellulari venduti nell’UE avesse un connettore UBS micro-B, il 28% uno USB-C e il 21% un connettore Lightning.

Negli anni passati all’interno del Parlamento si era già votato per un’armonizzazione in questi termini. Seppur funzionale nel caso della conversione de USB-B a USB-C, non è mai stato raggiunto un accordo comune a tutte le parti.

Questa estrema varietà metteva in difficoltà i consumatori, costretti ad acquistare caricabatterie (ad oggi raggiunge un prezzo medio di 35€), adattatori, cavi e accessori differenti per tutti i dispositivi in loro possesso.

L’UE afferma che oltre alle motivazioni legate alla praticità che questa decisione esistono delle evidenti spinte ambientali. In questo modo si ridurrebbero drasticamente i rifiuti elettronici.

Nella stessa direzione si erano già mosse Samsung ed Apple, fornendo ai propri clienti solo il cavetto e non l’intero caricabatterie.

Una novità non gradita dalla Apple

L’azienda di Cupertino storce il naso alla notizia. Sebbene abbia implementato i caricatori di tipo USB-C negli iPad Pro, per tutti gli altri dispositivi si tratterebbe di un enorme cambiamento.

Oltre alle evidenti difficoltà in campo pratico, Apple si oppone perché tale decisione limiterebbe lo sviluppo tecnologico, anziché incentivarlo. Secondo l’azienda infatti si tratterebbe di un’inutile omologazione, che infastidirebbe i consumatori e produrrebbe molti più rifiuti elettronici rispetto al passato.

Si afferma poi che questo cambiamento potrebbe portare i produttori di dispositivi a incrementare il prezzo finale del prodotto per superare le perdite economiche.

È evidente che secondo questo punto di vista i consumatori ne risentirebbero in termini di costi. Sta alla Commissione Europea garantire che questo non avvenga.

In ogni caso, qualora questa decisione divenisse definitiva, si dovrà aspettare il 2024 per una reale omologazione.

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