
I brand della moda italiana che scommettono sulla crescita
Nel panorama del fashion italiano, alcuni marchi stanno emergendo con risultati significativi: +21 % nel wholesale, +40 % nell’e-commerce per uno, +10 % nel fatturato totale per un altro. Queste performance raccontano non solo una buona esecuzione, ma un cambio strategico profondo: prodotto, canale, internazionalizzazione, digital-first.
Ecco un approfondimento su tre casi – Coccinelle, Gruppo Piquadro (con i suoi brand The Bridge e Lancel), Zanellato – e qualche riflessione su che cosa hanno in comune per crescere, e altri brand da tenere d’occhio.
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Coccinelle: espansione internazionale e modelli omnicanale
Coccinelle ha chiuso il 2024 con un fatturato di 104 milioni €, +10 % rispetto all’anno precedente, grazie a una strategia customer-centric e a un’espansione fisica e digitale. Presenti con 120 negozi monomarca in 45 paesi, 1 300 punti vendita in department store, aperture strategiche in Italia, Abu Dhabi, Malta, Austria, Romania, riposizionamenti a Taormina, Napoli, Atene, Shanghai, Bangkok e travel retail.
Nel digitale, l’e-commerce ha visto un incremento del +12 % sul 2023 e contribuisce oggi al 6 % del fatturato totale (oltre il 20 % includendo wholesale online). Il brand borse (core) pesa il 70 % del totale, piccola pelletteria/accessori 25 %, calzature 5 %. L’Italia registra +13 % di crescita, l’Europa +12 %.
Coccinelle dimostra come una strategia omnichannel che integra retail fisico + digitale + network internazionale possa generare efficienza, scala e crescita sostenibile.
Gruppo Piquadro: pelletteria italiana, e-commerce in accelerazione
Il Gruppo Piquadro (Piquadro, The Bridge, Lancel) ha registrato nel primo semestre un fatturato di 88,4 milioni €, +0,7% rispetto all’anno precedente, ma con segnali forti di accelerazione nei canali direct to consumer: il brand Piquadro ha +39,2 % nell’e-commerce, The Bridge +30,3% nello spazio online.
Lancel ha registrato +9,1% nel totale ricavi, con il canale wholesale in crescita e il DTC (direct) in miglioramento. Il gruppo ha inoltre implementato una strategia di distribuzione selettiva per rafforzare il posizionamento dei marchi.
Questo caso sottolinea un punto chiave: quando il wholesale rallenta, il direct-to-consumer e online diventano leve decisive di crescita, se ben gestiti.
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Zanellato: design distintivo e crescita esplosiva
Zanellato ha annunciato che nella campagna vendite estive ha registrato un +21 % nel wholesale e un +40 % sull’e-commerce, trainati dal mercato italiano.
Il brand, che nel nostro Paese realizza il 90 % del fatturato, ha cambiato strategia: da mono-prodotto (la iconica “Postina”) a un portafoglio di quattro modelli di collezione (Postina, Dotta, A Spasso, Mondà).
Il modello Postina, dal 2011 oltre 500 000 borse vendute, oggi vale circa il 60 % dei ricavi totali. Dotta, dedicata a Ernestina Paper (prima donna laureata in Italia), rappresenta 20-25 % del fatturato. A Spasso e Mondà sono in forte crescita con narrative italiane autentiche.
L’uscita dal modello mono-prodotto ha permesso a Zanellato di catturare nuove preferenze di consumo, rafforzare l’e-commerce e consolidare la presenza retail/wholesale.
Questo caso illustra come la strategia di prodotto + narrazione identitaria + canale digitale possano generare una crescita rapida.
Altri brand da tenere d’occhio
- Brunello Cucinelli: ha registrato una crescita del +12,4 % nel 2024, superando le attese in un mercato del lusso debole.
 - Prada / Miu Miu: il gruppo ha registrato +17 % nel 2024 grazie al successo di Miu Miu, che ha fatto +93 %.
Questi casi dimostrano che il Made in Italy del lusso riesce ancora a performare anche in condizioni difficili, quando un brand combina heritage, prodotto distintivo, canale digitale e strategia internazionale. 
Cosa hanno in comune i brand della moda che crescono
Dallo studio delle aziende sopra emergono alcuni pattern ricorrenti:
- Prodotto differente: non solo “una borsa”, ma collezioni, varianti, reinterpretazioni del DNA del brand.
 - Canale digitale forte: e-commerce e DTC in forte crescita; i brand che “non digitalizzano” rischiano stagnazione.
 - Omnicanalità e internazionalizzazione: presenza fisica + digitale + espansione geografica.
 - Narrazione identitaria: l’origine italiana, l’artigianato, il storytelling diventano asset competitivi.
 - Revisione del modello wholesale: meno esposizione “aperta”, più controllo dell’assortimento, più selezione distributiva.
 - Velocità e flessibilità: capacità di adattarsi ai cambiamenti dei consumatori, generazione Gen Z/Alpha, nuovi mercati emergenti.
 
Il contesto e le prospettive
Il mercato del lusso e della moda italiana torna a segnare segnali positivi: le vendite wholesale per i brand italiani sono aumentate del +20 % nei primi 5 mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024.
Inoltre, i brand italiani registrano +33 % in volume unità vendute e +20 % in fatturato nello stesso arco temporale.
Queste cifre confermano che, sebbene il contesto sia complesso (inflazione, instabilità geopolitica, cambiamenti dei consumi), il sistema moda italiano mostra resilienza (o meglio: adattabilità) e opportunità concrete per chi ha visione.
Quali sono le sfide da affrontare per i brand della moda
- Mantenere la coerenza tra identità di marca e scala di crescita
 - Rafforzare la customer experience digitale, personalizzazione e “brand communities”
 - Gestire la supply chain, la sostenibilità e la trasparenza (il prossimo Regolamento DPP – Digital Product Passport – sarà un game changer)
 - Tenere il passo con le nuove generazioni (Gen Z, Alpha) che chiedono prodotto + partecipazione + significato
 - Bilanciare efficacia commerciale e senso di esclusività, senza perdere autenticità
 
Conclusione
I casi di Coccinelle, Zanellato e Gruppo Piquadro (con The Bridge e Lancel) mostrano che la moda italiana in forte crescita esiste, è il frutto di strategie mirate, innovazione digitale e radici solide.
Nessuna formula magica, ma alcune regole chiare: prodotto distintivo, canale digitale forte, internazionalizzazione smart.
Per i brand italiani, oggi, la crescita significa recuperare volumi ma anche riscrivere il modello, unire natura artigianale e digitale, saper comunicare il valore e gestire la complessità dei canali in modo integrato. In questo senso, i protagonisti della nuova generazione del fashion italiano ci stanno mostrando la via.
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