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Debranding, 3 case history per le campagne marketing

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Con il concetto di debranding si intendono quelle campagne dove il brand si svuota dei suoi elementi iconici e della sua identity per determinate campagne marketing. Il debranding è comunque definibile come una forma di rebranding, in quanto rimane (anche se in maniera più distruttiva) il mutamento all’interno dei loghi e dei font caratteristici del brand stesso. 

Vantaggi del debranding nelle campagne marketing

L’obiettivo del debranding è quello di porre l’accento su tutto ciò che coinvolge il prodotto. Le sue qualità, la sua eventuale potenza anche senza il marchio, la creazione di un’esperienza più neutrale. Ci si allontana dalla sfera della casa madre per scopi ben precisi, non senza un certo grado di rischio. Vediamo più approfonditamente 3 casi di debranding che sono rimasti nella storia per la loro efficacia.

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Debranding di Starbucks

Uno dei casi più noti nel debranding è quello di Starbucks. L’iconico coffee shop con sedi in tutto il mondo si è reso protagonista di un caso di debranding che colpisce il proprio logo. Starbucks decide di rimuovere il proprio nome da tutti i suoi prodotti lasciando semplicemente la sua sirena, mettendone in risalto i dettagli. Si parla di debranding proprio perché Starbucks ha rimosso (e di conseguenza cambiato) il suo elemento riconoscitivo più grande, il logotipo.

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Debranding di Coca Cola

Share a coke è uno tra i casi più esemplificativi del concetto di debranding. Con la sua campagna marketing ha voluto cancellare il proprio logo dalle sue bottiglie inserendo, al loro posto, nomi propri di persone di tutto il mondo. Con questa mossa intercetta tutti i vantaggi della tecnica di marketing, avvicinandosi sempre di più al consumatore e facendogli sentire il brand proprio, nonostante la mancanza totale del famoso logo.

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Debranding di Nike

Nel tempo, anche una delle più grandi compagnie di sportswear del mondo ha realizzato ottime campagne di debranding. Nel tempo ha deciso di lasciare fuori anche lei il suo logotipo in modo da valorizzare il suo iconico “swoosh” e renderlo sempre più impresso nella mente del consumatore. Certo, quello di Nike sembra meno un azzardo, ma comunque rimane un atto di debranding considerevole, dove concettualmente il brand si “spoglia” del suo nome caricando tutto il peso sul suo logo.

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