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Festa della Donna: sfida al gender gap

Festa della donna e sfida gender gap
Festa della donna e sfida gender gap

Festa della donna

La mimosa gialla l’8 marzo ci ricorda lo scoccare della Giornata Internazionale della Donna.

Un momento per riflettere sulle lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto sostenere per il riconoscimento dei propri diritti.

Questo giorno riaccende anche i riflettori sul “gender gap”, la differenza di condizioni e trattamento tra uomini e donne, nel mondo del lavoro e nella società.

Tante sono le conquiste delle donne nell’ultimo periodo ma in pochi stati e pochi settori si può parlare veramente di pari diritti, pari opportunità, ugualianza di genere, di lavori, stipendi, libertà di espressione.

Il tema della parità di genere è uno dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dall’ONU e la strada da fare è, purtroppo, ancora tanta.

Il gender gap nel mondo del lavoro

La nostra analisi parte dal rapporto annuale di “Pathways to Parity: 20 Years of Women in Business Insights” di Grant Thornton. Si tratta di un report che analizza da 20 anni i progressi della rappresentanza femminile nei ruoli dirigenziali all’interno delle aziende del mid-market, i cui risultati sono un ottimo momento di riflessione sulla parità di genere mondiale.

Prima di tutto, vengono evidenziati tre percorsi chiave per il raggiungimento di questo obiettivo:

  • una corretta assegnazione delle responsabilità per le politiche di Diversity & Inclusion (“DE&I”)
  • l’implementazione di una strategia DE&I autonoma e misurabile
  • l’offerta di accordi di lavoro flessibili.

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Politiche di Diversity & Inclusion

Nel primo caso, si vuole sottolineare la necessità di una voce femminile per aumentare la percentuale dei ruoli dirigenziali ricoperti da donne. Himashini Weeraratne, Responsabile della tassazione dei servizi finanziari e Responsabile del gruppo fiscale ESG presso Grant Thornton Australia, afferma: “Quando le donne sono rappresentate in ruoli di senior management, portano prospettive, esperienze e approcci diversi alla risoluzione dei problemi e al processo decisionale. Questa diversità di pensiero può portare a strategie più innovative, a una migliore gestione del rischio e, in definitiva, a migliori prestazioni finanziarie”.

Strategia DE&I

Il secondo punto riguarda il dovere delle aziende di disporre di una strategia DE&I per la rendicontazione e il successivo raggiungimento di questo obiettivo.

Avere una specifica strategia DE&I è importante: consente una maggiore attenzione alle iniziative pratiche per guidare il cambiamento verso l’equità. Dovrebbe, quindi, essere integrato negli obiettivi aziendali e incorporato nella cultura e nei valori dell’organizzazione.

Pratiche di lavoro flessibili

Infine, la maggior flessibilità: come lavoriamo cambia l’impatto sul gender gap.

Dopo la pandemia, si è sancito in molti uffici la fine dello smartworking e il ritorno in ufficio. Per quanto positivo a livello umano, questa decisione ha portato molte donne ad allontanarsi dalla propria posizione lavorativa.

Per incoraggiare e trattenere il talento femminile sul posto di lavoro, le aziende devono considerare attentamente le pratiche lavorative che offrono. Queste decisioni vengono, nella maggior parte dei casi, prese da uomini, dimostrando l’importanza di una donna senior leader coinvolta nel processo decisionale in materia di DE&I. Se le aziende spingessero troppo per un ritorno in ufficio, potrebbero involontariamente annullare alcuni dei progressi compiuti sulle donne nell’alta dirigenza derivanti dall’adozione di pratiche di lavoro flessibili.

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Festa della Donna: sfida al gender gap e i dati significativi

Il primo dato significativo è il raggiungimento del 33,5% di donne nei ruoli dirigenziali del mercato medio.

Un grande progresso rispetto al 19,4% del 2004 e che evidenzia un aumento annuo medio del 1,1%. Una crescita rilevante o ancora troppo lenta? Nel report si riflette sul fatto che i progressi compiuti sonno ancora molto fragili e lenti: di questo passo la parità di genere si raggiungerà solo nel 2053.

Inoltre, nonostante molte donne vengano nominate CEO, non riescono a mantenere questa posizione nel tempo. I motivi di queste dimissioni sono stati spesso la pressione pubblica, la mancanza di flessibilità e la necessità di comportarsi come uomini in questi ruoli. Quest’ultimo punto apre una riflessione molto complessa sulla percezione che la società ha nei confronti delle donne al potere e sul pregiudizio radicato che un uomo sia più portato alla leadership.

Nel 2024 i Paesi che spiccano per il più alto tasso di donne che ricoprono posizioni manageriali sono le Filippine (43%), il Sud Africa (42%), Turchia e Spagna (40%). Mentre i settori più virtuosi sono Education & Social services (40%) e Agricoltura (40%), seguiti da Turismo e Healthcare (38% ciascuno). Record negativo per Construction & Real estate (31%) e Manufacturing (31%).

Leggi anche: Le women in digital business di EcommerceDay

Gender gap in Italia e la lotta alla disparità di genere

L’Italia sta agendo per ridurre il gender gap?

Il governo italiano ha implementato piani e programmi specifici per affrontare le disuguaglianze di genere. Questi possono includere iniziative per promuovere la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, migliorare l’accesso all’istruzione e combattere la violenza di genere.

Nel report “Women in Business” è stato riscontrato un grande progresso nel nostro Bel Paese. Infatti, ad oggi la parità di genere si registra sul 36%, superando la media dell’Eurozona.

Nel corso degli ultimi 20 anni, in Italia si è registrato un notevole aumento della presenza femminile ai vertici aziendali, con una percentuale che è raddoppiata rispetto al 2004 (18% di allora). Questo tasso di crescita è notevolmente superiore alla media globale, con un aumento del 14,1% nello stesso periodo.

Inoltre, uno dei dati più interessanti emersi dallo studio riguarda la gestione delle politiche di Diversity & Inclusion. In Italia, tali politiche non sono tradizionalmente controllate da figure come CEO (29%), COO (29%) e CFO (23,5%), ma sono invece affidate principalmente ai responsabili delle Risorse Umane (42%). Questo fenomeno sembra essere correlato a una minore presenza di donne manager rispetto ad altre economie, come indicato dalla ricerca.

Nonostante questi sforzi, è bene ricordare che il gender gap è una sfida ancora molto lunga. Un obiettivo che richiede lo sforzo di tutti, dagli uomini alle istituzioni. Insieme alle mimose gialle, ci auspichiamo di festeggiare presto, anche, la raggiunta parità di genere.


Inclusione e mecanismi di potere

Parlando di gender gap e della festa della donna non posiamo parlare anche di EcommerceDay.

Durante EcommerceDay 2023 abbiamo trattato temi come Diversity & Inclusion e abbiamo invitato Stefano Ferri.

Stefano ha affrontato il tema in modo radicale parleremo di meccanismi di potere, emancipazione e dell’importanza di superare i pregiudizi.

Ti consiglio l’intervista e a breve sarà pubblicato l’intero brillante intervento tenuto sul palco di EcommerceDay.

Stefano Ferri – Founder di Stefano Ferri e Angelica Maftei – Director EcommerceDay

Ti consiglio anche: EcommerceWeek – Inclusività, accessibilità e sostenibilità con Giuseppina Violante

Durante EcommerceWeek Giuseppeina Violante ha trattato il tema dalla gender gap – festa della donna dando la definizione di cosa vuol dire essere un brand inclusivo, accessibile e sostenibile.

Giuseppina Violante e Samuele Camatari