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Privacy Shield: alcune novità

Privacy Shield
Privacy Shield

Privacy Shield: alcune novità. Solo pochi giorni fa la Commissione Europea ha dato il via libera al “Privacy Shield”. Il piano, s’ impegna a proteggere i dati dei cittadini Ue residenti negli Stati Uniti.

Privacy Shield: alcune novità

Il Privacy Shield non è altro che la messa in scena di un accordo che nasce dalle ceneri del Safe Harbor; dopo che quest’ultimo si è rivelato uno strumento insufficiente per garantire un livello adeguato di protezione privacy dei cittadini europei.

– Un accordo innovativo:

Il Privacy Shield, secondo le parole di Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, è un documento dinamico, sottoposto a revisione annuale; pertanto in grado di permettere alle istituzioni coinvolte di monitorare tutti i cambiamenti a livello di norme e di mercato, così da aggiornarsi alle tendenze in gioco. Questo accordo mira a salvaguardare la privacy digitale dei cittadini europei in qualunque tipo di situazione, e attraverso qualunque genere di servizio online.

– Dopo il fiasco di Safe Harbor…:

Il 6 ottobre 2015, come abbiamo indicato in un precedente articolo, la Corte di Giustizia Europea aveva dichiarato nullo l´Accordo “Safe Harbor”. Questo accordo consentiva alle società americane che richiedevano l’adesione al programma “Safe Harbor”, di poter trasferire dati personali raccolti nell´UE verso gli USA senza particolari formalità; soddisfacendo però determinati requisiti di sicurezza. Tuttavia, a causa della carenza, negli Stati Uniti, di standard di sicurezza per la gestione e conservazione dei dati, la Corte ha stabilito la cessazione del trasferimento degli stessi.

– …Un diverso modo di guardare alla sicurezza online:

Il Privacy Shield include, tra le tante novità, il divieto di accesso indiscriminato dei dati europei. I dati potranno essere raccolti secondo un principio chiaro e preciso; dietro un obiettivo che abbia dei benefici tanto per le imprese quanto per la sicurezza degli utenti online. L’accordo garantisce la possibilità di accedere per via gratuita a una procedura alternativa di risoluzione, o a un intervento diretto delle autorità nazionali sulla protezione dei dati.

– Agosto per le imprese americane:

Malgrado l’accordo in Europa sia già ufficialmente in vigore, le imprese presenti negli Stati Uniti potranno certificare il loro operato sulla privacy, soltanto a partire dal primo agosto .