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Resilienza nel business: un elemento chiave che verrà trattato ad EcommerceDay

La resilienza sarà un tema importante nell'11° edizione di EcommerceDay

La resilienza è un termine che ormai, specialmente da quando è iniziata la pandemia, sentiamo molto spesso. 

Questi ultimi due anni sono stati estremamente duri e complicati. Prima la pandemia ha fermato il mondo, ora subiamo gli effetti della guerra. 

Ovviamente il primo pensiero va alle vittime e a chi sta soffrendo a causa degli effetti nefasti dei due eventi sopracitati.

In momenti molto difficili, la resilienza è un elemento importante. I business devono spezzare ogni indugio e riorganizzarsi in modo flessibile per evitare il collasso di una struttura rigida. 

EcommerceDay, arrivato alla sua undicesima edizione, si pone lo scopo di plasmare il futuro come lo vorremmo. Per affrontare le sfide attuali e anticipare quello che ci aspetta, la resilienza sarà un tema di grande attualità ed importanza, trattato in maniera approfondita.

EcommerceDay sempre più inclusivo, più tecnologico e con un respiro sempre più internazionale si terrà il prossimo 29 e 30 settembre a Torino.

Che cosa si intende con resilienza di un business 

La resilienza di un business è la capacità dell’azienda di adattarsi velocemente alle disruptions (interruzioni), mantenendo continuative le operazioni di business. 

Include, inoltre, la salvaguardia delle persone, degli asset e, più in generale, il valore del brand. La resilienza va oltre il semplice concetto di recupero da un disastro! 

Questo perché offre strategie post-disastro per evitare costosi tempi di fermo, puntellare le vulnerabilità e mantenere le operazioni di business in casi di ulteriori ed inaspettate brecce.

La resilienza aziendale inizia con la comprensione che i flussi di lavoro vanno preservati affinché le organizzazioni possano sopravvivere a eventi imprevisti. Una sfida spesso trascurata della pianificazione della resilienza aziendale è l’elemento umano.

Gli individui in una situazione caotica devono essere preparati ed educati su come rispondere di conseguenza. Questo è un fattore da non tralasciare!

Se un business ottiene infrastrutture flessibili, ma i dipendenti non sono stati formati a riguardo, gli sforzi saranno vani.

La resilienza della supply chain 

La supply chain, o catena di approvvigionamento, è l’elemento che ha sofferto di più durante la pandemia. Questa ha creato enormi disruptions, specialemente per le supply chain globali

L’institute for Supply Management ha mostrato come il 95% delle aziende ha avuto problemi operazionali a causa del covid-19. 

Il rapporto causa-effetto è molto semplice, quanto brutale. Catene di approvvigionamento bloccate, vuol dire mancanza di materie prime, trasporti bloccati, lavoro fermo e grosse perdite. 

Il problema delle supply chain globali è che sono composte da tantissimi anelli da un capo all’altro del mondo, che forniscono materiale a tantissime aziende.

Questo forma un sistema intertwined “intrecciato” che crea ingenti problemi in caso di interruzioni. La resilienza della supply chain porta molti benefici, tra questi quelli più impattanti sono:

  1. Operazioni più efficienti
  2. Aumento della produttività 
  3. Riduzione del rischio 

Lo scopo della resilienza è quindi quello di assorbire il colpo per poi rimbalzare ad aumentare il livello di produzione pre-disastro. Per questo motivo il termine è differente dal “recupero”, che implica un livello produttivo pari al posto che superiore. 

Guarda: Perche partecipare a EcommerceDay ?

Come funziona una supply chain resiliente

La supply chain parte da un semplice principio: la flessibilità. Tramite una fase di planning bisogna modificare la filiera in modo tale da ottimizzare la logistica, sincronizzando tutti i componenti della filiera e fornire grande agilità.

I dati sono fondamentali per la resilienza, insieme alla comunicazione. Saperli raccogliere, gestire ed analizzare permette di comprendere la situazione e individuare punti critici lungo tutta la filiera.

Le informazioni raccolte vanno quindi condivise a vicenda lungo la supply chain in modo trasparente, così che tutti possano ottimizzare le proprie operazioni. 

Un altro aspetto fondamentale è quello di differenziare i supplier. Una supply chain troppo lunga può causare problemi, per cui aumentare il numero di player può sembrare strano. Infatti bisogna farlo con raziocinio. 

Ovvero individuare step non necessari da rimuovere e fortificare le posizioni con differenziazione per assicurarsi che, se dovesse succedere qualcosa in un luogo, ci si può rifornire in un altro.

Leggi anche: Supply Chain: come ottimizzare la propria catena in 5 mosse

Resilienza: 6 principi fondamentali per ottenerla.

Ovviamente un’azienda non è composta solo dalla supply chain o dalla logistica. Ogni funzione aziendale deve essere orientata alla resilienza per poter ottenere un business flessibilie e agile. 

Per questo motivo elenchiamo 6 principi fondamentali per strutturare un business resiliente, applicabili ai vari sistemi aziendali, assicurandosi l’operatività long-term.

1.Ridondanza

La ridondanza protegge i sistemi da shock imprevisti, anche se a scapito dell’efficienza a breve termine. 

Può essere ottenuta duplicando elementi,ad esempio disponendo di più stabilimenti che producono lo stesso prodotto.

Oppure disponendo di elementi diversi che raggiungono lo stesso fine (ridondanza funzionale).

2. Diversità 

La diversità delle risposte a un nuovo stress garantisce che i sistemi non falliscano in modo catastrofico. Questo può avvenire a discapito efficienze ottenibili attraverso la standardizzazione.

Nel business ciò richiede non solo l’assunzione di persone di diversa estrazione e con diversi profili cognitivi, ma anche la creazione di un ambiente che promuova molteplici modi di pensare e di fare le cose.

3.Modularità

La modularità consente ai singoli elementi di fallire senza che l’intero sistema crolli, sebbene rinunciando all’efficienza di un design organizzativo strettamente integrato.

Un’organizzazione modulare può essere suddivisa in blocchi più piccoli con interfacce ben definite. In questo modo è  più comprensibile e può essere ricablata più rapidamente durante una crisi.

4. Adattabilità

L’adattabilità è la capacità di evolversi attraverso tentativi ed errori. Richiede un certo livello di varianza o diversità, ottenuto attraverso la sperimentazione naturale o pianificata. 

Questa va combinata con un meccanismo di selezione iterativo per aumentare le idee che funzionano meglio. 

I processi e le strutture nelle organizzazioni adattive sono progettati per flessibilità e apprendimento piuttosto che stabilità e varianza minima.

5. Prudenza

La prudenza implica operare secondo il principio di precauzione. Ovvero se qualcosa può plausibilmente accadere, alla fine accadrà. 

Ciò richiede lo sviluppo di piani di emergenza e stress test per rischi plausibili con conseguenze significative, che possono essere previsti e preparati attraverso la pianificazione di scenari, simulazioni, monitoraggio dei segnali di allerta precoce, analisi delle vulnerabilità del sistema e altre tecniche.

6. Incorporamento

L’incorporamento è l’allineamento degli obiettivi e delle attività di un’azienda con quelli di sistemi più ampi. 

È fondamentale per il successo a lungo termine perché le aziende sono integrate nelle catene di approvvigionamento, negli ecosistemi aziendali, nelle economie, nelle società e negli ecosistemi naturali. 

Articolare il modo in cui una azienda punta a soddisfare importanti bisogni della società è un buon modo per garantire che l’azienda non si trovi in ​​opposizione alla società ed attiri resistenza, restrizioni e sanzioni.

Leggi anche: EcommerceDay torna in presenza con la sua undicesima edizione a Torino

La resilienza è quindi un tema altamente attuale e complesso. Per questo motivo, ad EcommerceDay, ci avvarremo dei massimi esperti per approfondire la questione nei minimi dettagli. 

EcommerceDay si terrà il 29 ed il 30 settembre, sia a Torino che online. Non mancate!

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