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Cresce l’ecommerce della moda, in Italia 8 milioni di eFashionShopper

ecommerce della moda
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L’ecommerce della moda e del fashion è impossibile? I numeri raccontano un’altra storia: la vendita online dei prodotti d’abbigliamento è in crescita e le grandi marche stanno investendo buona parte del loro budget per sviluppare il canale web sia per comunicare il brand che per vendere.

“I consumatori italiani mostrano nell’acquisto di prodotti di moda una grande e crescente attenzione, al punto che stiamo parlando di 8 milioni di eFashionShopper – ha spiegato Roberto Liscia, presidente di Netcomm, durante la presentazione della ricerca sullo scenario del settore fashion – Una crescita tale si spiega, in primis col trend inarrestabile di acquisti in mobilità tramite smarthphone e tablet (+165% la loro incidenza), ma soprattutto dal mix virtuoso di variabili che determinano la decisione d’acquisto”.

Gli eFashion Shopper sono il 47,7% degli utenti internet totali

Dunque, l’ecommerce della moda è in crescita, il numero degli utenti ha raggiunto il 47,7% dell’universo degli utenti Internet; pari a 13,8 milioni di individui negli ultimi tre mesi. Si tratta di un’impennata se consideriamo che l’anno scorso erano solo 9 milioni. Tra i prodotti fashion più ambiti online ci sono i capi di abbigliamento con il 40,6% delle quote totali e una spesa media di 65€; un segnale che fa intuire come ormai i consumatori abbiano superato gli ostacoli dovuti all’impossibilità di provare gli abiti prima dell’acquisto. Al secondo posto troviamo le scarpe con il 30,6% del totale e una spesa media di 70 €; poi gli accessori (30,4% per 53 € di media) e le borse da donna (15%, per 80 € di media).

Cosa fa la differenza? Secondo il 36% degli intervistati, è decisivo il rapporto qualità/prezzo, ma vengono considerati importanti anche la credibilità del sito, la marca e l’occasione irripetibile. Infine, è interessante notare come il 10,4% affermi che ha difficoltà a reperire il prodotto in altri modi. “Questa è la spia di una non cannibalizzazione né della marca né di altri canali di vendita” spiega Liscia.